Henry James in Giro di vite

Henry James in Giro di vite

Giro di vite è tra i capolavori di questo americano a Londra, un autore che  viene definito polarizzante, mai suoi scritti hanno diritto a essere inseriti nella letteratura universale

Henry James nacque a New York il 15 aprile 1843, figlio di una famiglia benestante. Cresciuto in un ambiente eclettico e itinerante, studiò in diverse scuole in Europa e negli Stati Uniti.

Dopo aver tentato la facoltà di Legge ad Harvard, iniziò a scrivere per riviste, influenzato da autori come Nathaniel Hawthorne e Dickens. Nel 1869 si trasferì definitivamente in Europa, dove sviluppò la sua carriera letteraria, scrivendo opere come The American (1877), The Europeans (1878) e Portrait of a Lady (1881), il suo capolavoro.

Nel 1882, dopo la morte dei genitori, Henry James si stabilì in Europa, in particolare a Londra, dove scrisse alcuni dei suoi romanzi più importanti, tra cui The Wings of the Dove (1902) e The Golden Bowl (1904).

Negli anni successivi, pur affrontando difficoltà fisiche e il fallimento delle sue opere teatrali, continuò a scrivere romanzi, racconti e saggi. La sua produzione letteraria si caratterizzò per uno stile complesso e raffinato, che divenne particolarmente evidente nelle opere della sua “terza fase”.

Nel 1915, ottenne la cittadinanza britannica e, durante la Prima Guerra Mondiale, si dedicò ad attività benefiche, scrivendo articoli e confortando i soldati feriti. Morì a Londra il 28 febbraio 1916, dopo aver vissuto una vita segnata dal suo amore per l’Europa e dalla distanza dalla sua patria americana.

The Turn of the Screw  (Giro di vita) di Henry James fu pubblicato per la prima volta a puntate nel 1898 sul settimanale Collier’s Weekly come racconto illustrato, e successivamente raccolto in volume con il titolo Two Magics. La versione del 1908, che enfatizza le reazioni della protagonista, è quella ufficiale da cui sono tratte tutte le traduzioni italiane.

L’opera è un capolavoro dell’ambiguità, con una narrazione che oscilla tra una storia di fantasmi e quella di una governante isterica che accudisce due bambini orfani, Miles e Flora.

La governante si confronta con le apparizioni di due fantasmi, il giardiniere Quint e la sua amante Miss Jessel, ma nessuno tranne lei sembra vederli. La storia esplora la lotta della protagonista contro forze diaboliche che minacciano l’innocenza dei bambini, ma il suo comportamento la fa sembrare visionaria. La realtà alternativa è rappresentata dalla governante Mrs. Grose, che, pur non vedendo i fantasmi, mantiene un equilibrio rassicurante.

Il tragico epilogo arriva quando la giovane istitutrice cerca di liberare Miles dalla presenza di Quint, ma il tentativo causa la morte del bambino. La natura delle apparizioni rimane ambigua. La seconda parte del libro è dedicata al racconto L’altare dei morti, un’opera poetica che esplora il culto dei morti attraverso il rapporto tra vivi e defunti, in un’atmosfera più rarefatta rispetto al primo racconto.

La prima traduzione italiana fu curata da Gerolamo Lazzeri, e l’opera ha avuto numerose trasposizioni cinematografiche e teatrali, tra cui il film del 1961 The Innocents di Jack Clayton, e l’opera lirica di Benjamin Britten, la cui prima si tenne alla Fenice di Venezia nel 1954.

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Roberto De Giorgi

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