G.Battista Ughetti, “Arte del riposare”

G.Battista Ughetti,  “Arte del riposare”

Se andate a Catania o Palermo troverete Via Giovanni Battista Ughetti, lo scriviamo perché spesso la toponomastica cittadina ci riporta autori del passato che non sappiamo chi siano.

Compito di chi fa ricerca letteraria è scoprirli e dare loro un posto nella rete della libera informazione.

Ughetti scrive un libro da medico, sull’arte del riposare. È un piemontese di nascita, a Venaria Reale un comune italiano della città metropolitana di Torino, nasce nel 1832. Poi lo troviamo a Catania, dove sicuramente trascorse la sua vita professionale-

La sua biografia medica è di indubbio valore.  Fu professore presso l’Università di Catania di patologia generale. Fu il primo a scoprire il batterio neisseria meningitidis, più noto come meningococco.

In quarant’anni scrisse diversi libri su tematiche mediche, febbre, medici e clienti, su un personaggio tal “dottor Valdina romanzo per medici e clienti “ e poi  su l’arte di non invecchiare, un mondo senza donne  e persino su medici poeti

Il libro di oggi è “arte di riposare”, una serie di racconti che, come riporta il sottotitolo sono i consigli di un vecchio medico. È certamente un libro scritto in tarda età.

Il testo riflette sulle diverse modalità con cui le persone impiegano le pause dal lavoro, come il riposo domenicale o le vacanze. Viene osservato che, pur essendo momenti di riposo, spesso vengono sprecati o mal gestiti. Per esempio, alcuni lavoratori, come gli operai, si rilassano ubriacandosi, mentre altri, come gli impiegati, assumono nuove occupazioni o si abbandonano all’inerzia. Solo pochi usano il tempo libero in modo costruttivo per recuperare energia o per prepararsi a nuove sfide.

Il testo denuncia anche la mancanza di attenzione all’utilizzo del tempo di riposo, che dovrebbe essere un modo per ricaricare le forze, ma spesso non lo è. Inoltre, si sottolinea come ogni tipo di lavoro richieda diverse modalità di riposo, in base alla natura dell’attività svolta. L’idea delle otto ore di lavoro giornaliere, pur essendo una convenzione utile, non tiene conto di come vengano impiegate le restanti sedici ore del giorno.

Sicuramente un testo che ha valore oggi periodo storico in cui lo stress sociale si aggiunge a quello personale e i consigli per un buon riposo risultano essere essenziali.

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Foto di Mate Holdosi da Pixabay

Roberto De Giorgi

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