La leggenda di Saladino

La leggenda di Saladino

Alle volte indagando sui testi di una biblioteca virtuale ci si imbatte in mancati premi nobel che hanno legato il loro nome alla ricerca su temi vari o periodi, come il medioevo che ha affascinato romanzieri anche epici.

Stavolta il personaggio del libro è Saladino, che ha rappresentato con la sua leggenda, un pezzo della nostra storia. Quella che ci lega al Medio Oriente.

Vediamo intanto chi è l’autore di oggi

Bruno Paulin Gaston Paris (1839-1903) è stato un filologo e medievista francese, allievo di Friedrich Diez, e considerato uno dei fondatori della moderna ricerca storico-filologica. Figlio di Paulin Paris, medievalista e paleografo, studiò a Bonn, inizialmente orientandosi verso la filologia germanica, per poi dedicarsi a quella romanza.

Nel 1872 succede al padre come professore al Collège de France e ne diventa direttore nel 1895. Nel 1896 entra nell’Académie française, prendendo il posto di Louis Pasteur. Fondò riviste prestigiose come Revue critique e Romania, e promosse la Société des Anciens Textes Français.

Gaston Paris curò edizioni critiche di testi medievali, come La vie de saint Alexis (1872), e scrisse numerosi studi di linguistica e letteratura, raccolti nell’opera postuma Mélanges. Tra i suoi lavori più importanti ci sono Histoire poétique de Charlemagne (1865) e Les Contes orientaux dans la littérature française du moyen âge (1895).

Fu candidato al Premio Nobel per la letteratura nel 1901, 1902 e 1903.

Saladino (1138-1193) è stato un famoso sovrano e condottiero curdo, sultano di Egitto, Siria, Yemen e Hijaz dal 1174 alla sua morte. Fondatore della dinastia ayyubide, è noto per le sue vittorie contro i crociati nel Levante. Iniziò la sua carriera come visir dei Fatimidi in Egitto e, dopo aver consolidato il suo potere, si oppose ai crociati e riconquistò territori come la Siria e la Palestina. La sua vittoria nella battaglia di Hattin nel 1187 segnò una decisiva sconfitta per i crociati, riaprendo la strada per il controllo musulmano sulla regione. Morì a Damasco nel 1193, lasciando gran parte della sua ricchezza ai suoi sudditi.

Proprio in questi nostri tempi di grande trasformazione mondiale pensare alla Palestina di oggi cui è negata la storia, la figura di Saladino assume un altra dimensione culturale.

Saladino nacque a Tikrīt, in Mesopotamia (odierno Iraq), nel 1138. Il suo vero nome era Yūsuf, mentre “Ṣalāḥ al-Dīn” è un epiteto che significa “Integrità della religione”. La sua famiglia era curda e originaria della città di Dvīn, in Armenia, ed era legata al clan dei Rawwādī.

Nel 1132, suo padre, Najm al-Dīn Ayyūb, aiutò l’esercito di ʿImād al-Dīn Zengī durante una ritirata a Tikrīt, fornendo traghetti per il passaggio delle truppe. Dopo un conflitto familiare, nel 1137 Ayyūb fu esiliato da Tikrīt, e nel 1139 si trasferì a Mossul dove il governatore Zengī lo nominò comandante della fortezza di Baalbek.

Saladino studiò con successo le scienze giuridiche, letterarie e religiose, dimostrando una grande preparazione culturale. Nonostante fosse inizialmente più attratto dallo studio che dalla carriera militare, sotto la guida dello zio Shīrkūh acquisì anche abilità militari. Conosceva a fondo storia, genealogie arabe e poesie, ed era in grado di rispondere a domande su Euclide, il Corano e altre scienze religiose.

 

Scarica il libro da qui

Roberto De Giorgi

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