“L’ultima notte” di Giustino Ferri

Giustino Ferri, sotto lo pseudonimo di Leandro, scrisse la trilogia Roma Gialla, una feroce satira anticlericale.
Nei romanzi, come Gli orecchini di Stefania e L’ultima notte, il libro di oggi attacca la gerarchia ecclesiastica, rappresentata dal corrotto cardinale Marescaldi.
L’opera riflette il conflitto tra Stato e Chiesa dopo il 1870 e critica la nobiltà decadente e la borghesia parassitaria, entrambe legate agli intrighi clericali.
Nel romanzo L’ultima notte ritornano personaggi del libro precedente, come Ada, costretta a un matrimonio infelice e coinvolta in un adulterio senza amore con il Principe Nogoroff. Il romanzo include anche elementi horror, come la figura di Vera, una donna sadica e demoniaca, che richiama il decadentismo e influenzò persino Mario Praz nel suo saggio La carne, la morte e il diavolo.
L’opera di Ferri, sebbene a tratti immatura, offre un’importante testimonianza del contesto letterario e politico tra il 1880 e la Prima Guerra Mondiale. Tuttavia, dopo il 1929, la satira anticlericale venne attenuata nelle riedizioni, dimostrando il cambiamento del clima culturale.
Giustino Lorenzo Ferri (1856-1913) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Laureato in Giurisprudenza a Napoli nel 1878, si trasferì a Roma nel 1880, dove iniziò a collaborare con varie testate, tra cui Capitan Fracassa, Cronaca Bizantina, Domenica Letteraria e Fanfulla. Fu critico teatrale e collaborò con giornali come La Rivista d’Italia e Nuova Antologia.
Figura di spicco dell’ambiente letterario romano, frequentò autori come Gabriele D’Annunzio, Luigi Capuana e Luigi Pirandello.
La sua produzione comprende sedici romanzi, un centinaio di racconti e numerosi articoli. Pur influenzato dalla Scapigliatura, dal Verismo e dallo stile di D’Annunzio, Ferri fu un autore eclettico, non legato a una scuola letteraria specifica.
Il libro di oggi si inserisce, tuttavia, sulla scia del nostro risorgimento e nella critica del Papato che frenava sull’unificazione del Paese. Una pagina di storia da non dimenticare.
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