Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

Il libro di oggi ci cala in pieno regime fascista. Il romanzo è di Carlo Emilio Gadda che è stato anche autore Rai.

Ma l’aria del regime è di contorno e magari sta in una battuta degli investigatori che vanno in tram nella zona del delitto, mentre quelli della politica hanno le auto e sono impegnati giorno e notte e pure la domenica.

Dal romanzo fu tratta una mini serie televisiva andata in onda nel 1983.

Nel 1927, a Roma, nel lussuoso palazzo di via Merulana 219 avvengono due crimini ravvicinati: prima il furto di gioielli a casa della contessa Menegazzi, poi l’omicidio della vicina Liliana Balducci, sgozzata brutalmente. Il commissario Ingravallo conduce le indagini, scoprendo collegamenti tra gli abitanti del palazzo e vari sospettati.

E’ un vero intreccio di legami, fatti e persone che il commissario deve dipanare anche con particolare professionalità. Il gergo è popolare, romanesco e lo si arguisce anche dal titolo. Una visione davvero interessante della miniserie dove troviamo il brillante Flavio Bucci e l’avvenente Scilla Gabel,

Carlo Emilio Gadda (1893-1973) è stato uno scrittore e poeta italiano, noto per il suo stile linguistico innovativo e sperimentale. Ingegnere di professione, ha lavorato in vari paesi prima di dedicarsi alla letteratura. La sua narrativa è caratterizzata dall’uso di dialetti, gergo tecnico e neologismi, oltre che da una visione caotica e grottesca della realtà.

Partecipò alla Prima guerra mondiale e fu fatto prigioniero, esperienza che influenzò profondamente la sua opera. Dopo la guerra, lavorò come ingegnere, ma nel 1940 abbandonò la professione per dedicarsi alla scrittura. Collaborò con la rivista Solaria e successivamente con la Rai.

Tra le sue opere più celebri:

  • Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1957), un romanzo giallo sperimentale ambientato nell’epoca fascista
  • La cognizione del dolore (1963), ispirato alla sua vita familiare
  • Eros e Priapo (1967), un feroce pamphlet contro il fascismo

Morì a Roma nel 1973 e venne sepolto nel cimitero acattolico della città.

La Rete

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Roberto De Giorgi

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