Sulle strade di Pasqua con padre Zanotelli

Sulle strade di Pasqua con padre Zanotelli

Il libro di oggi è di Alex Zanotelli, un padre comboniano, una sorta di prete scomodo, come Don Ciotti, immerso nel sociale, tra i poveri, contro la tracotanza dell’homo faber che distrugge talvolta l’habitat in cui vive.

Il libro da spazio alla “Voce dei poveri, voce di Dio” racconta la testimonianza profetica di Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano che ha vissuto tra i poveri di Korogocho, una delle baraccopoli di Nairobi. Il profetismo di cui si parla non è la previsione del futuro, ma il coraggio di dare voce ai poveri e denunciare le ingiustizie in nome di Dio.

Padre Zanotelli, tornando in Italia per un periodo, ha osservato la società con gli occhi dei poveri, denunciando il Sistema basato sul denaro e l’indifferenza. Ha invitato tutti – credenti e non – a uscire da questo sistema ingiusto, ribadendo che i poveri sono Cristo e che chi rimane passivo è complice.

La sua denuncia non è sterile protesta, ma un appello alla resistenza spirituale contro l’Impero del denaro. Esorta monaci e comunità di preghiera a diventare cenacoli di resistenza, e chiama alla globalizzazione della solidarietà per contrastare la globalizzazione dell’economia.

Il messaggio centrale è che la speranza esiste ancora tra gli ultimi della Terra, nelle periferie e nelle situazioni di disperazione. Riconoscere Cristo nei poveri significa annunciare la speranza, perché Cristo è risorto ed è vivo.

Sono trenta pagine da leggere d’un fiato, immersi nelle storie di miseria dove emerge il povero Cristo. Ecco un brano

“Korogocho è un luogo privilegiato dove posso osservare la sofferenza dei poveri, frutto di un sistema che schiaccia inesorabilmente la gente.

Da qui posso osservare e sentire la lunga via crucis di tanti popoli crocifissi d’Africa. È il dramma del Sudan che seguo molto da vicino e che è diventato un rebus quasi insolubile. È il dramma del Rwanda, con quell’immenso lago di sangue che sembra prolungarsi nel Burundi, nel quale pare riprodursi la stessa spirale di violenza.

È il dramma dello Zaire, dove la gente tenta semplicemente di sopravvivere (la Nigeria è un caso analogo). È il dramma della Liberia, dell’Angola, dell’Algeria

Un continente “svenato”, come diceva Eduardo Galeano dell’America Latina.

Qui a Korogocho percepisco ancora di più la sofferenza immane di questo continente e dei suoi
popoli. Eppure l’Africa nera è un continente che vuole vivere. Qui si sente una voglia immensa di vivere: voglia di vivere e di danzare, nonostante la lenta morte economica che strozza il continente.
L’Africa diventa sempre più emarginata, dimenticata, marginale. Soffro perché questo dramma immenso sembra rimosso dall’opinione pubblica mondiale”

Un libro che ci richiama al nostro impegno, come redazione, sulla diaspora africana, che parte proprio da quel continente che vuole ‘vivere’.

Il pdf qui 

Roberto De Giorgi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.