La diga contro l’Afd cede

di Raffaele Gaggioli
Fino a pochi giorni fa l’esito delle elezioni federali tedesche del prossimo febbraio sembrava quasi scontato. Gran parte dei vari sondaggi politici prevedevano infatti una vittoria schiacciante dei partiti di centro-destra ed estrema destra (l’Unione Cristiano-Democratica e Alternative für Deutschland), mentre i partiti di centro-sinistra attualmente al governo (Partito Socialdemocratico, Partito Liberale Democratico e Verdi) avrebbero perso la maggior parte dei loro seggi nel Bundestag, il parlamento tedesco.
L’unica questione era quindi con chi l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), oramai il primo partito in Germania, si sarebbe alleata per avere il numero di seggi nel Bundestag necessari per formare un governo. Molti analisti si aspettavano comunque che la CDU avrebbe formato una coalizione governativa con gli altri partiti centristi, dato che l’unica altra opzione era l’estrema destra dell’Alternative für Deutschland (AfD).
L’AfD è infatti ben nota per le sue posizioni estremiste (i suoi membri hanno in passato lodato le SS naziste ed affermato che Hitler era in realtà un comunista) e filo-russe (in particolar modo l’opposizione al sostegno militare per Kiev e alle sanzioni contro Mosca), al punto che più di un politico tedesco ha proposto di bandire il partito in quanto contrario ai principi della costituzione tedesca.
Gli eventi dell’ultima settimana potrebbero però aver completamente cambiato la situazione, indebolendo la posizione dei cristiano democratici e al contempo energizzando la base elettorale degli altri partiti. Negli ultimi giorni, il leader cristiano-democratico Friedrich Merz ha infatti spezzato il cordone sanitario (ossia la promessa dei vari partiti tedeschi di non collaborare in alcun modo con l’estrema destra) e tentato di allearsi proprio con l’AfD.
Merz avrebbe violato questa regola non scritta, esistente sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel tentativo di far approvare la sua proposta di legge sulla stretta ai migranti. Questa campagna elettorale è stata infatti dominata dalla questione dell’arrivo e della permanenza di migranti e rifugiati in Germania, specialmente a causa dei numerosi attentati islamisti degli ultimi anni.
Secondo i sondaggi, la maggioranza degli elettori tedeschi favorisce maggiori controlli e restrizioni sull’arrivo di immigrati stranieri e questo avrebbe favorito in parte la crescita elettorale dell’AfD, al punto che potrebbe ora diventare il secondo partito più grande in Germania.
Per questo motivo, la maggior parte dei partiti tedeschi ha promesso di adottare politiche migratorie più severe. La CDU di Merz in particolar modo ha denunciato l’accoglienza quasi senza controlli di rifugiati mediorientali iniziata da parte di Angela Merkel, ex Cancelliera tedesca e capopartito.
Nel tentativo di distanziarsi ulteriormente dalle controverse scelte di Merkel, Merz avrebbe quindi proposto una serie di leggi anti-migratorie considerate incostituzionali e accettato il supporto dell’AfD nel tentativo di farle approvare. Nello specifico, il leader CDU aveva proposto di concedere più poteri alla polizia, bloccare i ricongiungimenti familiari per i richiedenti asilo e stabilire che gli immigrati illegali che varcano i confini tedeschi non hanno diritto a chiedere asilo politico.
La mossa mirava soprattutto a rafforzare le chance della CDU in vista delle elezioni di febbraio. Merz ha cercato di presentarsi come l’unico candidato in grado di soddisfare le esigenze tedesche di maggiore sicurezza e denunciare le forze di centro-sinistra come incapaci di fare ciò che è necessario.
Sorprendentemente, la maggiore opposizione alla proposta di legge è però venuta dalla stessa CDU. Merkel è infatti intervenuta personalmente per denunciare la decisione di Merz, mentre parte del suo stesso partito e degli alleati del Partito Liberale Democratico hanno votato contro la sua iniziativa.
Alla fine, la proposta di Merz ha avuto un esito per nulla prevedibile: 338 voti a favore, 349 contrari (secondo il riconteggio del Bundestag fatto in serata) e 5 astensioni hanno portato al fallimento dell’iniziativa del politico tedesco.
Il fallimento della proposta di legge non ha solo umiliato Merz, ma ha anche indebolito la sua posizione all’interno della CDU e tra gli elettori. Merz è stato spesso accusato dai suoi rivali di non saper agire sotto pressione e di valutare l’opportunismo politico più dei principi democratici della Germania, e quanto successo sembra dimostrare la veridicità di queste accuse.
Inoltre, la sua decisione di accettare il sostegno dell’AfD potrebbe aver alienato gli elettori di destra più moderati come dimostrato dalle recenti proteste di fronte alla sede della CDU a Berlino. Per questo motivo, alcuni commentatori politici hanno ipotizzato che la sua posizione come capopartito sia ora a rischio, specialmente se la CDU otterrà meno voti del previsto alle prossime elezioni federali.
Allo stesso tempo, c’è però il timore che l’iniziativa di Merz abbia rafforzato l’estrema destra nel Paese. Non solo Alice Weidel, leader dell’AfD, ha dichiarato che quanto fatto da Merz legittima le posizioni del suo partito, ma anche che una vera svolta sul tema dell’immigrazione a questo punto è possibile solo con lei come cancelliere tedesco.
Anziché favorire il centro-sinistra, il possibile calo di popolarità di Merz e della CDU potrebbe quindi far ottenere all’Afd ancora più voti e rendere impossibile formare una coalizione governativa senza il supporto del partito di Weidel.
Raffaele Gaggioli