Nicaragua, prelevate suore da tre monasteri

Nicaragua, prelevate suore da tre monasteri
Nel Paese dell’America Latina prosegue la repressione del dissenso. Ancora incerta la sorte di oltre 30 suore clarisse prelevate dai monasteri di Managua, Matagalpa e Chinandega. Nel maggio 2023 le autorità di Managua avevano sciolto l’Associazione delle suore clarisse francescane. E negli ultimi anni diverse congregazioni religiose di suore sono state parzialmente o totalmente espulse.

Vatican News

Oltre 30 suore dell’ordine di Santa Clara, conosciuto come clarisse, sono state prelevate dai tre monasteri nicaraguensi di Managua, Matagalpa e Chinandega, nella notte tra il 28 ed il 29 gennaio.

Suore espulse dal Paese

Nel maggio 2023 le autorità di Managua avevano proceduto allo scioglimento dell’Associazione suore clarisse francescane e di altre nove realtà e organizzazioni. Diverse congregazioni religiose di suore sono state parzialmente o totalmente espulse dal Nicaragua negli ultimi anni, in particolare dopo le controverse consultazioni del novembre 2021, in cui Daniel Ortega è stato rieletto per un quinto mandato, il quarto consecutivo.

La repressione contro le ong

Provvedimenti analoghi sono stati adottati anche nelle ultime ore. Il governo nicaraguense ha infatti cancellato lo status giuridico di altre 10 associazioni che operavano come organizzazioni no profit, portando il numero totale di ong vietate dal dicembre 2018 nel Paese centroamericano a più di 5.600.

La parabola di un dittatore

Il Nicaragua è ormai sotto il controllo totale del dittatore Daniel Ortega, rieletto per la quarta volta in elezioni considerate una farsa (come Maduro nel Venezuela). I numeri ufficiali parlano di un’affluenza del 65,3% e una vittoria con il 75,92% dei voti, ma fonti indipendenti denunciano un’astensione oltre l’81% e intimidazioni ai seggi. Negli ultimi anni, Ortega ha eliminato ogni opposizione con arresti, esili e violenze, culminate nella repressione della rivolta studentesca del 2018.

Ex rivoluzionario sandinista, Ortega ha trasformato il Nicaragua in una dittatura familiare con la moglie Rosario Murillo. Dopo la sua prima presidenza negli anni ‘80, perse il potere per poi riconquistarlo nel 2007 e mantenerlo modificando la Costituzione. Il regime ha messo a tacere stampa e oppositori, tra cui Cristiana Chamorro, arrestata nel 2021.

Le elezioni sono state duramente condannate da USA, UE e vari Paesi, mentre Ortega ha definito i suoi avversari “terroristi” e accusato l’Occidente di ingerenze.  D’altra parte solo Cuba, Venezuela e Russia hanno riconosciuto il voto. Il Nicaragua, tra i Paesi più poveri dell’America Latina, continua a soffrire fame e repressione, con migliaia di persone in fuga dal regime.

Redazione Radici

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