Alphonse Daudet Tartarino di Tarascona

Questo autore parigino lo ricordiamo per il personaggio inventato, Tartarino di Tarascona, diventata maschera teatrale e cinematografica grazie alla Rai degli anni 60’.
La sua vita occupa 57 anni del secolo XIX (1840 –1897). Nasce a Nimes, ma visse i primi anni della sua infanzia nel quartiere operaio di Marais; assai legato alle vicissitudini del padre, artigiano e commerciante che alternando varie crisi si sposta di continuo.
Alphonse è costretto a lasciare gli studi per fare il sorvegliante in un collegio. Poi raggiunge il fratello a Parigi e qui tenta la scalata letteraria scrivendo poesie. Raggiunse un suo pubblico e grazie al fratello Ernst giornalista si apre la strada di riviste e giornali, finendo al prestigioso Figaro.
Fa amicizia con il premio Nobel Frédéric Mistral nel 1859, a soli 19 anni, ed è la svolta nella sua vita. A vent’anni va a lavorare come segretario del duca di Morny, presidente del Corpo legislativo e trova una tranquillità economica. Per cinque anni, poi il duca muore e Daudet deve trovare impiego nei giornali. Diventa nel tempo il cantore della Provenza, le sue lettere da Parigi e dai villaggi, diventa la narrazione di mondi che si incontrano, la provincia e la città come rapporto tra tradizione e modernità.
Il 29 gennaio del 1867 Daudet sposa Julia Allard, figlia di un ricco industriale parigino. Poetessa a sua volta (autrice, sotto lo pseudonimo di Marguerite Tournay, di alcuni poemi pubblicati sulla rivista L’Art), Julia diviene la collaboratrice devota, discreta e infaticabile del marito, contribuendo direttamente all’elaborazione di numerose opere. A partire dal 1874 si dedicherà essenzialmente ai romanzi ed alle opere teatrali.
Il libro di oggi nasce dal Midi, dalla Provenza, il suo core business letterario, Tartarino un grazioso mitomane che si immedesima nelle avventure degli esploratori che legge e le racconta come fossero suo vissuto.
Dal libro
“Alfonso Daudet è per la maggior parte degli italiani il più geniale e il più affascinante dei moderni romanzieri francesi.
Il suo naturalismo non gela nell’analisi troppo minuta e insistente; non dà nel convenzionale per una eccessiva preoccupazione di tèsi; non è brutale per cocciuta e quasi scientifica dissecazione di nudità malate; é un naturalismo vero, umano, che palpita avvivato dall’alito di un’anima sensibile, appassionata, meridionale, affine alla nostra; è un naturalismo che riproduce con vaga ingenuità di entusiasmo d’indignazione, gli uomini, le cose, gli ambienti, quali sono in natura, nella loro armoniosa e infinita varietà di bene e di male, di bello e di brutto, di pianto e di riso, di luce e d’ombra.”
E’ particolarmente affascinante l’incontro con gli scrittori, ci rendiamo conto che la passione verso la scrittura viene quasi naturale in tenerissima età ed è destinata a crescere fino a noi.
Ecco il libro di Tartarino e i suoi leoni
La Rete
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