Omicidio art 575 CP sostituire uomo/persona

Omicidio art 575 CP sostituire uomo/persona

di Giovanni Di Stefano, Studio Legale Internazionale Riguardo l’Articolo 575 del Codice penale – Omicidio

Chiunque cagiona la morte di un uomo (una persona!) e’ punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno.

ROMA/MONACO:13.01.2025

 

È con forte preoccupazione e determinazione che, a quindici anni dalla mia petizione al Parlamento italiano ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione, rinnovo la richiesta di un intervento legislativo per modificare l’articolo 575 del Codice penale, sostituendo il termine “uomo” con “persona.”

Tale modifica è necessaria per eliminare un’ambiguità linguistica e giuridica che potrebbe generare conseguenze inaccettabili nel contesto odierno.

L’articolo 575 attualmente recita: “Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno.” L’uso esclusivo del termine “uomo” riflette una concezione anacronistica del reato di omicidio, introdotta durante il regime fascista con il Codice Rocco del 1930.

In quell’epoca, la presenza e il riconoscimento delle donne nella vita pubblica erano notevolmente limitati, e il linguaggio legislativo dell’epoca ne è una testimonianza.

Una lacuna pericolosa nel diritto. In termini strettamente giuridici, l’uso del termine “uomo” potrebbe teoricamente creare un vuoto normativo.

Potrebbe essere sostenuto, de jure, che l’omicidio di una donna non sia pienamente coperto dall’articolo, dato che il testo si riferisce esplicitamente solo a “uomo.”

Questa interpretazione, per quanto possa apparire assurda, mette in luce la necessità di un aggiornamento del testo per riflettere l’evoluzione del linguaggio giuridico e della società.

L’assenza di una correzione legislativa lascia aperta la porta a potenziali argomenti difensivi in tribunale, soprattutto in casi di omicidio in cui la vittima è una donna.

Questo rischio è inaccettabile in una società che si impegna a garantire giustizia e protezione per tutti, indipendentemente dal genere.

La proposta di modifica

Nel 2010 ho presentato una petizione ufficiale al Parlamento italiano, chiedendo la sostituzione del termine “uomo” con “persona” in articoli chiave del Codice Penale, incluso l’articolo 575.

Tale modifica, apparentemente semplice, è stata discussa più volte ma non è mai stata approvata.

Un dossier della Camera dei deputati del 2015 (A.C. 1565) ha riconosciuto l’importanza di questa modifica, sottolineando come il termine “persona” sia già utilizzato in altre disposizioni penali per indicare il soggetto passivo del reato.

Nonostante ciò, il legislatore non ha ancora adottato un provvedimento definitivo. Questa inerzia è un segnale preoccupante della mancata priorità data a un tema di equità giuridica e protezione contro ogni forma di violenza.

Un appello alle associazioni femminili e alla società civile

Oggi rinnovo il mio appello a tutte le associazioni femminili, alle organizzazioni per i diritti umani e alla società civile: esercitiamo pressione sul Parlamento affinché intervenga con urgenza per colmare questa lacuna legislativa.

Non si tratta solo di una questione di linguaggio, ma di garantire che la legge italiana protegga effettivamente ogni vita umana, senza distinzione di genere.

L’Italia deve dimostrare che è possibile superare le eredità del passato fascista e adattare il proprio sistema giuridico ai valori contemporanei di uguaglianza e inclusività.

Le donne, oggi più che mai, meritano una protezione esplicita e inequivocabile contro ogni forma di violenza.

Conclusione

L’omicidio è il crimine più grave contro la dignità umana, e la legge deve essere chiara e comprensibile per tutti.

Modificare l’articolo 575 non è solo un atto simbolico, ma un passo necessario per garantire giustizia e uguaglianza.

Esorto il Parlamento a non ritardare ulteriormente e a procedere con questa importante riforma legislativa.

Giovanni Di Stefano Studio Legale Internazionale

www.studiolegaleinternazionale.online

Foto di Sammy-Sander da Pixabay

Redazione Radici

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