Jean-Jacques Rousseau il contratto sociale

Cimentarsi a fare sintesi di una biografia di questo personaggio (1712 – 1778) della letteratura mondiale è come scalare il K2.
Perché questo svizzero del XVIII secolo è stato anche protagonista di una stagione politica nostrana, quando, nel 2005 nasceva il movimento di Beppe Grillo e si affacciava alla notorietà Gianroberto Casaleggio.
Perché la piattaforma Rousseau fu la prima novità nel rapporto tra cittadini iscritti e una forza politica.
Ma chi era Jean-Jacques Rousseau? Un filosofo che occupa 64 anni di un secolo, il ‘700 che fu vetrina di sommovimenti culturali, quali l’Illuminismo e rivoluzionari, quali la Rivoluzione francese. E anche oltre oceano, Rousseau ispirò cent’anni dopo la Costituzione americana.
Origini umili, il padre Isaac, un modesto orologiaio, inculcò nel piccolo l’amore verso la letteratura e il sentimento patriottico. Un seme che germogliò davvero e occuperà tutta sua vita. Anche la fede del padre, calvinista, portò il giovane ad oscillare fra un afflato religioso e l’altro.
Una giovinezza difficile ed errabonda che lo portò a fare il copiatore di testi musicali e istitutore. Trascorse alcuni anni di tranquillità presso la nobildonna Françoise-Louise de Warens, di tredici anni più grande che fu amante e benefattrice, portandolo a vagabondare tra Svizzera e Francia, trasferendosi a Parigi dove incontra gli enciclopedisti. Qui incontra una cameriera, Marie-Thérèse Levasseur con la quale visse a lungo.
Matura l’intellettuale in carcere. Perché spiriti inquieti che parlano di democrazia in epoche di assolutismo spesso conoscono le patrie galere. Qui il giovane letterato legge, su un giornale che l’Accademia di Digione faceva un concorso letterario. Qui scrive il suo primo testo filosofico importante, il Discorso sulle scienze e le arti, vinse il premio dell’Accademia, Siamo nel 1750 e questo segnò l’inizio della sua fortuna. Aveva 38 anni.
Qui emergono i primi tratti salienti della filosofia rousseauiana: un’aspra critica della civiltà come causa di tutti i mali e tutte le infelicità della vita dell’uomo, con il corrispondente elogio della natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone.
Questi temi sarebbero stati ulteriormente sviluppati dal Discorso sull’origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini che scrive quattro anni dopo, nel 1754; un altro testo, ed è il libro di oggi, il Contratto sociale, del 1762, conteneva la proposta politica di Rousseau per la rifondazione della società sulla base di un patto equo – costitutivo del popolo come corpo sovrano, solo detentore del potere legislativo e suddito di sé stesso. Questi e altri suoi scritti) furono condannati e contribuirono a isolare Rousseau rispetto all’ambiente culturale del suo tempo. Le sue relazioni con tutti gli intellettuali illuministi suoi contemporanei, oltre che con le istituzioni della Repubblica di Ginevra, finirono per deteriorarsi a causa di incomprensioni, sospetti e litigi, e Rousseau morì in isolamento quasi completo. Noto è il duro conflitto personale e filosofico con l’amico di gioventù Denis Diderot e con Voltaire. Definirlo illuminista è fuorviante, per alcuni momenti o per taluni tratti lo fu, ma a noi piace ricordarlo come un preromantico.
Quindi il contratto sociale diventa lo schema che ci portà alla politica attuale, lo abbiamo già accennato prima, ma quali sarebbero i punti salienti di questo contratto?
E’ l’opera più matura di Rousseau, a tema politico-sociale, delinea, con sorprendente anticipo sui tempi, l’idea di Stato democratico, e perciò verrà ripresa, una trentina d’anni dopo, come riferimento durante la Rivoluzione francese.
Il contratto Sociale è suddiviso in 4 libri, contenenti 48 capitoli in totale, preceduti da una “Avvertenza” ed una breve introduzione.
Scopo dell’opera
«L’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene.»
Ecco che per Rousseau, con il secondo Contratto sociale (quello vero e proprio, che dà il titolo all’opera), gli uomini trovano una legittimazione giuridica delle proprietà, sostituendo alla forza il diritto, e producendo così lo Stato e la società civile, entrambi costituiti esclusivamente dai Cittadini e dalle genti.
Il contratto sociale
«Trovare una forma di associazione che difenda e protegga, mediante tutta la forza comune, la persona e i beni di ciascun associato e per mezzo della quale ognuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che a se stesso e rimanga libero come prima.»
L’unica forma di associazione che risponde a ciò è lo Stato democratico, che consente da un lato di riunirsi in una sola entità, ma dall’altro di conservare la propria libertà e uguaglianza: nel nuovo Stato, il popolo è il Sovrano (Wikipedia)
Dobbiamo davvero molto a questo filosofo, ricordato come pedagogista e persino musicista. Oggi siamo quello che siamo perchè abbiamo un mondo dentro di noi, come diceva Umberto Eco, abbiamo cinquemila anni e questo grazie a chi ci ha preceduto creando i presupposti che ci consentano di stare al mondo con gli altri. In pace soprattutto.
Per scaricare il libro clicca qui.
La rete
