Hesiodus (Esiodo) – Poemi
Ottocento anni prima dell’avvento cristiano – che stiamo celebrando in queste festività -, nasceva il primo poeta greco dell’antichità.
O almeno è l’autore di cui, proprio per le sue opere, abbiamo contezza. Perchè esce allo scoperto parlando di sè.
Veniamo a conoscenza – per esempio – che aveva un fratello, Perse, perchè raccontò della lotta per l’eredità paterna.
Sappiamo da Erodoto che era contemporaneo di Omero e sappiamo collocarlo nel tempo attraverso la narrazione delle feste in onore del principe Anfidamante nell’isola di Eubea, dove partecipò a un agone in cui ottenne la vittoria ed un tripode in premio.
È, quindi, riconosciuta dai critici moderni la collocazione di Esiodo intorno al principio del VII secolo a.C..
Esiodo richiama lo studio del greco antico nel liceo classico. Stiamo parlando di un contadino e pastore, uniche attività che potevano sottrarre dall’estrema povertà. Eppure la potenza del pensiero e della scrittura, con i pochi strumenti dell’epoca hanno portato fino a noi la sua poesia. Da lui abbiamo una prima descrizione del mito delle divinità greche, sul quale si è sviluppata la narrazione universale, attraverso il libro della Teogonia.
Qui l’autore tenta di dare ordine all’inestricabile sistema di racconti e dei personaggi divini della mitologia greca, partendo da un preciso punto “storico” di origine del cosmo, proseguendo fino alla vittoria dei dodici Olimpi contro i Titani nella titanomachia.
Da Wikipedia ricaviamo anche la narrazione della sua morte rocambolesca attraverso Plutarco, lo storico greco: ”
Sembra che Esiodo condividesse ospitalità con un uomo di Mileto quando erano a Locri. Quando l’altro, che stava segretamente seducendo la figlia del loro ospite, fu scoperto, avendo il sospetto che Esiodo lo sapesse fin dall’inizio cospirò per nascondere l’offesa – anche se quello non era responsabile di nulla, incontrò erroneamente rabbia e calunnia immeritate. Infatti, i fratelli della ragazza lo uccisero dopo avergli teso un’imboscata vicino al Nemeion a Locri e uccisero anche il suo servitore, di nome Troilo.
Dopo che i corpi furono gettati nel fiume Dafno, Troilo fu trasportato su una roccia bagnata dalle onde, posizionata un po’ fuori nel mare. E fino ad oggi il masso si chiama Troilo. Un gruppo di delfini prese subito il corpo di Esiodo e lo trasportò prima a Rhion e Molykria. (…) Quando il corpo fu scoperto, rimasero stupiti dal rinvenimento e corsero giù e, quando riconobbero il cadavere, poiché era ancora piuttosto fresco, considerarono tutto ciò che era secondario alle indagini sull’omicidio, tutto a causa della fama di Esiodo.
Riuscirono rapidamente a scoprire gli assassini. Li spinsero vivi in mare e distrussero le loro case. Esiodo fu, quindi, sepolto vicino a Nemea. Molti forestieri non sanno dove sia la tomba, che è nascosta perché, come sostengono, venne cercato dal popolo di Orcomeno che voleva trasferire i resti nelle loro vicinanze secondo un oracolo.»
Immergetevi nella narrazione del mito, di dei e uomini, di Eracle, della poesia agreste, di un paesaggio tavolta aspro, era nato; “vicino all’Elicona in un miserevole borgo, Ascra, mala d’inverno, afosa in estate e buona in nessun momento”.
Libro da scaricare opera omnia