Virgilio – L’Eneide
Di questo vate che fu caro a Dante Alighieri, tanto da farsi condurre e seguirlo nell’Inferno, si potrebbe celebrare ogni anno la sua commemorazione come patrono laico del mondo agricolo.
Anzi gli agricoltori lo dovrebbero celebrare con un busto, con una scultura nell’androne delle masserie. I suoi primi poemi furono le Bucoliche, una idealizzazione della vita pastorale, e le Georgiche un poema didascalico sulla vita contadina in quattro libri, dedicati rispettivamente alla coltivazione dei campi, alla coltura degli alberi e della vite, all’allevamento del bestiame e all’apicoltura.
Si può dire di questi libri che rappresentarono per quel mondo antico, siamo tra il 70 e il 19 a.C, in una famiglia contadina benestante, un punto di riferimento.
Non divenne un comunicatore, come si chiamavano all’epoca gli eloquenti, praticò lo studio riservato della filosofia, che rappresentava allora una disciplina somma, dove si parlava di psicologia, di scienze matematiche e soprannaturale.
E’ un conterraneo di Orazio che conobbe, Ottaviano Augusto il futuro imperatore fu un suo amico di infanzia.
Publio Virgilio Marone, nacque nei pressi di Mantova, un lumbard che però mori a Brindisi e fu sepolto a Napoli. Un vate nazionale.
L’Eneide fu l’opera che occupò il resto della sua vita. Mori a 49 anni, quindi un opera che non ebbe neanche il tempo di revisionare.
Lui fece un viaggio nella Grecia, dove si svolse l’assedio di Troia e nell’Asia Minore per osservare i luoghi dove si svolgeva la parte iniziale del poema.
Forse il poema avrebbe avuto qualche sprazzo di novità, ma per un rientro fortuito, Augusto lo incontrò ad Atene e gli chiese di tornare a Roma con lui. Il futuro primo imperatore voleva una amico poeta con sé, ma una febbre durante il viaggio di ritorno spense la più bella voce dell’antichità.
Enea questo eroe minore tratto dai poemi omerici, Virgilio lo immaginò come fondatore di Roma, del resto i transfughi dalla Grecia avevano fondato tante città.
Enea, che non c’entra nulla con l’energia, (nostrane contemporanee mediocrità!) è una figura mitologica, che venne valorizzata da Virgilio, ebbe una vita caratterizzate da lunghe peregrinazioni e da numerose perdite, favorite dall’ira di Giunone, si concluderanno con il suo approdo nel Lazio e col suo matrimonio con la principessa Lavinia, figlia del re locale Latino.
Ancora una volta siamo di fronte ad una migrazione per necessità, oggi parleremmo di un rifugiato.
Che abbia o meno fondato Roma come si pensa, sarebbe irrilevante, come dire di Falanto (altro rifugiato da Sparta) che fondò la città di Taranto, perché non sono personaggi della storia, anche se alcuni affermano la loro esistenza, ma del mito e come tali li amiamo follemente.
L’armi e l’uom canto che dal suol di Troia / primo in Italia profugo per fato / alle lavinie prode venne, molto / e per terre sbattuto e in mar da forza / ei de’ Celesti per la memore ira / de la crudel Giunone, e molto ancora / provato in guerra, fin ch’ebbe fondata / la città e gli Dei posti nel Lazio, / onde il Latino genere e gli Albani / padri e le mura de l’eccelsa Roma… Eneide
La rete
(53) ENEIDE – prologo – regia di Franco Rossi, Rai 1971 – YouTube
La Saga del Grande Eroe Enea – L’Eneide
Redazione Corriere di Puglia e Lucania