Storia filosofica dei secoli futuri di Ippolito Nievo
In questo giorno di Natale ci dilettiamo con questo libro del nostro Ippolito Nievo, che conosciamo per tre libri nella soffitta dei libri che compaiono col suo pseudomino
Italo Svevo – Il buon vecchio e la bella fanciulla
Italo Svevo – L’assassinio di via Belpoggio
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
Lo incontriamo oggi con questo esilarante libro sul futuro, scritto nel 1860 e che riesce a parlare di fatti alcuni poi realmente accaduti.
Abbiamo già visto un autore, Salgari, scrivere un libro sulle meraviglie del 2000,
Con questo libro si sostiene oramai in tutti gli ambienti letterari che Nievo abbia anticipato la fantascienza.
Ecco come si articola il libro ci sono dei capitoli che riquardano periodi storici per precisi. Noi staremmo nella federazione di Varsavia e staremmo andando verso la rivoluzione dei contadini. Mica male come storia, non credete?
I contadini che si riprendono lo scettro dell’economia. Ecco i periodi
• Dalla Pace di Zurigo alla Pace di Lubiana
• Dalla Pace di Lubiana alla federazione di Varsavia (1960)
• Dalla federazione di Varsavia alla rivoluzione dei contadini (2030)
• Creazione e moltiplicazione degli omuncoli (2066-2140)
• Dal 2180 al 2222, o il periodo dell’apatia
I periodi corrispondono ai capitoli, e vengono chiusi da un Epilogo.
Un racconto di 29 pagine da leggere con gusto, troverete anche due Papi. Beh questo è pure storicamente avvevuto, anche se nel libro la figura del pontefice è legata al potere.
Ecco l’incipit
“La scienza delle analogie ha donato alla terra l’America ed al cielo i pianeti di Leverrier. Essa somiglia a quelle donne, nate per regnare nei balli e nei teatri, di cui ognuno contesta la bellezza, salvo poi a cadérne innamorati alla prima occasione.
Eterna e sempre giovane erede di Paltone, essa batte colle ali dipinte di iride gli ultimi confini dello scibile umano, mentre la scienza sperimentale, tabaccona contemporanea di Galileo, incespica ad onta de’ suoi occhiali nei ciottoli della strada postale. Onore a chi se lo merita.
Io ho osservato che i giardinieri, procurando alle piante una vicenda artificiale e prematura di stagioni, ottengono delle fioriture anticipate. Le rose sbocciate nel calor della serra a mezzo l’inverno raccontano coi loro profumi alle sorelline, addormentate ancora, la storia d’un anno che per queste è ancor da venire. Non è poca pazienza la mia l’aver osservato codesto. Chi si cura ormai delle rose nell’anno di Palestra e di Solferino?
Ma è ben più maraviglioso che ne ricavassi le deduzioni che ne ricavai.
Su per su gli uomini somigliano alle piante, e le piante agli uomini. Tutti siamo parenti nell’atto creativo universale e nella materia del lavoro. Perché non si potranno ottenere anche nel processo del pensiero umano delle fioriture anticipate?
Che la filosofia e la chimica siano venute al mondo proprio per nulla? Io non ho mai creduto una tale bestialità. Mi consultai con Liebig, con Schelling, con Cagliostro e col professor Gorini: indi intrapresi quel fortunato esperimento che m’accingo a descrivervi”.
Il libro si pouò leggere online
La rete
un influenzer letterario