Oscar Wilde De Profundis
Questa recensione è realizzata facendo un sunto della prefazione dell’editore.
Questo per rendere un omaggio a un autore che nella soffitta dei libri lo troviamo con due capolavori.
Oscar Wilde Il ritratto di Dorian Gray
Oscar Wilde Il delitto di lord Arturo Savile
Questo libro deve essere letto con l’attenzione che merita un’opera d’arte purissima e grande.
Ogni pagina, ogni riga, ogni parola contengono briciole d’anima. Questo grande scrittore inglese, lo scrive in carcere, dove stette due anni.
Nel 1895 non solo perdette il processo di diffamazione ch’egli aveva intentato al marchese di Queensbury, ma fu arrestato sotto un’imputazione più grave. Ebbe la libertà provvisoria perché i giudici non erano concordi nel giudizio.
Gli amici speravano ch’egli fuggisse dall’Inghilterra. Invece rimase, subì il processo e fu condannato a due anni di prigione per perversione sessuale. Entrò nel carcere di Reading il 25 maggio 1895.
L’uomo di genio diventò agli occhi di tutti un uomo esecrando. L’artista meraviglioso del ritratto di Dorian Gray fu dimenticato. Il suo nome fu sinonimo di obbrobrio.
La sua ricchissima raccolta di mobili e di oggetti d’arte andò dispersa all’asta. Molti suoi libri furono bruciati. Le rappresentazioni dei suoi drammi furono proibite.
Verso la fine della prigionia scrisse la lettera da dove fu poi tratto il «Profundis», pubblicato nel 1905.
Uscì dal carcere il 19 Maggio 1897. Non potè riprendere mai più l’attività letteraria di prima. L’artista era stato ucciso nell’uomo condannato in nome della morale comune.
Dopo la liberazione abitò a Berneval sur Mer vicino a Dieppe, dove cominciò «La Ballata del carcere di Rea-ding » che continuò a Napoli.
Tornò a Parigi, dove nel febbraio 1898 apparve in volume la ballata che aveva dapprima offerto a varii giornali senza poterla vendere
Oramai scriveva sotto lo pseudonimo di Sebastiano Melmoth. Due sue lettere sui maltrattamenti nelle prigioni furono pubblicate dal Daily Chronicle.
Nella primavera del 1900 andò a Roma dove fu attratto dalla bellezza e dalla ricchezza delle cerimonie religiose del Vaticano. Era tale il suo piacere nell’assistere alle meravigliose funzioni, che si presentò per sette volte alle udienze papali.
In maggio tornò a Parigi. Pochi amici lo aiutarono. Passava il suo tempo nei caffè a bere, ridotto ormai a una larva.
La sua volontà si estinse completamente e tornò fanciullo. Abitava all’Albergo di Alsazia al n. 13 della Rue des Beaux-Arts.
Si ammalò di meningite, presa in seguito a un attacco di sifilide terziaria. Aveva continuamente l’emicrania. Il 10 ottobre subì un’operazione e parve ristabilirsi. Ma nel mese Novembre peggiorò. Il 29 Novembre fu battezzato. Nel pomeriggio del 30 morì. Fu sepolto il 3 Dicembre al cimitero di Bagneux. Il 20 luglio 1909 i suoi resti furono trasportati al Père Lachaise.