C’è un giudice in Sicilia
L’espressione del titolo è dell’altro vicepremier Tajani di Forza Italia che così commenta l’assoluzione piena di Matteo Salvini per il caso Open Arms.
All’epoca dei fatti Salvini ministro dell’Interno, era accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito per giorni lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola nell’agosto del 2019.
L’altro Matteo, il fiorentino Renzi, è stato prosciolto, ieri, dal Gip per l’altro caso Open dove tre milioni e mezzo di euro raccolti per l’attività politica della Leopolda, quel hub culturale che ha sbalzato l’ex sindaco in alto nelle primarie di partito finendo dritto a Palazzo Chigi, non si configura come finanziamento illecito ai partiti.
In punta di Diritto la politica esce finalmente pulita, vivaddio, viva la giustizia. Lo dobbiamo ribadire per sconfessare tutte le cattiverie sui giudici rossi, l’unico colore che dobbiamo difendere sono quelli della bandiera della Repubblica, non ci sono altri colori.
Va comunque detto, sensa e senza ma, che le scelte politiche devono passare sempre, a nostro avviso, attraverso la critica politica e non nelle graticole giudiziarie.
E dal punto di vista politico andrà giudicato il pugno di ferro contro i poveri sventurati dell’emisfero sud e l’altro caso di tutt’altra natura che dimostra com’è allegra la politica quando ballano diversi milioni di euro.
Lo scrivente racconta di aver visto un’altra politica. Quando sui manifesti elettorali sotto la parola ‘Vota’ c’erano lo scudo crociato della DC, il tricolore dei Liberali, il carciofo, i garofani, la falce e martello. Non c’erano i volti delle persone. Perchè si votava quel sistema concettuale e interpretativo che costituiva la base politica di un movimento, di un partito o di uno Stato. Dopo sono arrivati i personalismi, le scalate dei singoli, la politica da valore è diventato strumento, mestiere.
La disaffezione alla politica nasce da questa trasformazione, troppi soldi che girano o troppe scelte impulsive vengono prese per governare le sofferenze dei popoli. Dalle idee alle ideologie. E la gente si allontana
La poltica è la capacità di cernita, di analisi.
Come nel caso di Putin e la sua sporca guerra, la politica che giudizio potrà avere? Ecco, lui diceva che l’Ucraina non esiste, invece dopo tre anni si è dimostrato il contrario, anzi l’anima popolare, identitaria degli ucraini è più forte che mai; lo scopo del Cremlino era di scongiurare la presenza della Nato, la guerra ha ampliato la Nato, altri paesi sono entrati. Altro pericolo era l’adesione all’Europa, ora l’effetto che ha avuto è che, comunque vengano disegnati i confini. l’Ucraina futura si sente sempre più europea, l’Europa stessa arriva fino ai confini russi. Si può dire allora che Putin ha perso la guerra? Si.
Questo crediamo debba essere sempre il giudizio nostro, dal punto di vista dell’analisi politica. Non una semplice elencazione dei fatti, il giornalista non si schiera, ma critica gli eventi per fare crescere la coscienza critica generale.
Le due vicende Open, la guerra di Putin, se le agitiamo in giudizi frettolosi, tutti hanno vinto, se usiamo la lente dell’approfondimento, il giudizio è tutt’altro, magari ci sono sconfitti sul piano morale, però vince la democrazia.
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