Cheikh Tidiane Gaye poeta del Senegal

Cheikh Tidiane Gaye poeta del Senegal

Cheikh Tidiane Gaye è nato a Thiès, in Senegal, nel 1971 ed è perfettamente naturalizzato italiano.

Dopo la laurea ha scelto la strada dell’emigrazione, trasferendosi prima in Costa d’Avorio, dove vivrà per due anni, e poi in Italia nel 1997, suo paese d’adozione.

Vive e lavora ad Arcore nell’interland milanese.

Lo abbiamo incontrato in diverse occasioni a Taranto, o negli incontri sulla poesia, o per la presentazione del suo libro Prendi quello che vuoi, ma lasciami la mia pelle nera

Un testo avvicente in cui narra anche del suo breve ritorno nel suo villaggio a ritrovare il Boabab questo gigante della natura che sovrasta il paesaggio senegalese.

Il libro, in una sorta di racconto epistolare, un cittadino italo-senegalese con impiego in banca a Milano (Cheikh) vuole trasmettere il disagio che prova nello stare in quella che potremmo chiamare la società sviluppata.

All’amico Silmakha, che riceve le lettere, lui cerca di non trasmettere il rifiuto, perché in questo mondo lui vuole vivere. Però questa città, di cui l’autore parla perfettamente la lingua, lo vorrebbe diverso. In fondo si dovrebbe spogliare della sua pelle nera, dei suoi legami culturali, di ciò che per lui è il valer la pena, e la gioia, del vivere.

Ecco lui invita invece i suoi amici a non spogliarsi della loro pelle e di rimanere se stessi.

Un libro che è un antesignano del nostro impegno di Radici

Cheikh mi parlava, in una chiaccherata prima della presentazione del suo libro, della diaspora senegale che ha rappresentato il primo gruppo di extracomunitari arrivati in Italia. Siamo agli anni ’70 dello scorso secolo, quando una sciagurata riforma scolastica creava migliaia di insegnanti disoccupati. Immginate, per chi si ricorda, i primi vu cumprà accampati sui marciapiedi erano maestri e professori. E lui insiste nel dire che oggi non è più necessario e opportuno lasciare il Senegal e sbagliano i giovani che vogliono emigrare nonostante il governo di Dakar faccia campagne di sensibilizzazione in tal senso.

 Cheikh Tidiane Gaye ha partecipato a numerosi incontri e attività culturali riguardanti la letteratura africana e la letteratura d’immigrazione. È una figura nota nella letteratura migrante in lingua italiana, ha pubblicato diversi libri di racconti e alcune delle sue opere poetiche sono bilingue.

È conosciuto come un seguace dei cantori dell’oralità africana ed è il primo africano a tradurre in italiano il poeta della Negritudine, primo presidente della repubblica del Senegal: Léopold Sédar Senghor

Nel 2010 ha partecipato al Festivaletteratura di Mantova indicando Alda Merini e Davide Rondoni tra i suoi poeti italiani preferiti.

Nel 2024 viene nominato membro ordinario dell’Accademia europea delle scienze e delle arti e cavaliere dell’Ordre des Arts et des Lettres.

Scrive sul social  “Per costruire un mondo di pace, è necessario superare gli egoismi che dividono le nazioni. Solo mettendo da parte gli interessi personali e aprendo il cuore al dialogo possiamo raggiungere una vera cooperazione globale. La pace non è un sogno irraggiungibile, ma una scelta da fare ogni giorno. Promuovere la solidarietà e la comprensione reciproca è il primo passo verso un futuro migliore. È il momento di unire le forze per il bene di tutti.”

Qui sotto un video di presentazione del premio letterario premio internazionale Léopold Sédar Senghor alla sua nona edizione. Nella diaspora senegalese abbiamo certamente un amico. (rdg)

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Redazione Radici

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