Pedagogia fronte mare
di Francesca Girardi
“La conoscenza è un’avventura dello spirito che può essere vissuta da chi è ben disposto a cercarla soprattutto tra i libri o in un museo… il mare è la più antica fonte di vita, è un orizzonte esteso sul mistero, è una porta aperta sui sogni che si concretizzano sull’ acqua…”.
Queste sono alcune delle parole che si incontrano nella home page della Fondazione Thetys-Museo del Mare di Napoli; in poche righe è racchiusa tutta l’energia del mare, elemento della natura capace di meravigliare, di stupire per l’inatteso, di regalare apprendimento e, in egual misura, in grado di impartire insegnamenti.
A Napoli, così come in tutti i territori che si affacciano direttamente sul perpetuo orizzonte d’acqua, il mare è parte imprescindibile e costante della storia, della crescita, dell’educazione degli abitanti.
E il mare è il focus di percorsi di apprendimento e di insegnamento anche all’Istituto Nautico “Duca degli Abruzzi”, nato come Scuola Marinara che, nel tempo, ha affermato il legame con l’elemento acqua diventando luogo di percorsi didattici che accompagnano a conoscere tutte le opportunità e possibilità di crescita, impiego, sapienza che il mare offre.
“Cantieri pedagogici sul mare” è stato l’emblematico titolo del convegno nazionale tenutosi lo scorso 13 dicembre proprio presso l’Istituto nautico.
In uno story telling educativo, i diversi relatori hanno condiviso e portato l’attenzione su vari aspetti educativi e i loro conseguenti punti di vista. La pedagogia, infatti, da sempre è manifestazione di un cammino che si sviluppa tra esplorazione, sperimentazione e insegnamento.
Tra i tanti interventi, la professoressa Maria Antonietta Selvaggio, Vicepresidente della Fondazione Thetys-Museo del Mare di Napoli, ha presentato e ricordato l’operosità e la sensibilità di Julie Salis Schwabe (Brema 1819-Napoli 1896), intellettuale a cui si deve la nascita nel 1873 del primo Kindergarten (Giardino d’infanzia) della città di Napoli. Sensibile e operosa nell’educazione dell’infanzia disagiata della città, si deve a Julie Salis Schwabe il primo seminario di formazione delle maestre giardiniere (1877). Queste sono solo due delle tante azioni portatrici di un fondamentale valore nell’essere contributo ai processi educativi volti a migliorare la condizione del popolo napoletano. Si deve sempre a Julie Salis Schwabe la creazione nel cuore della città di un’opera educativa straordinaria verso cui Napoli è in obbligo infinito, come affermava al tempo lo storico Pasquale Villari.
“Terre viste dal mare” è stato invece il titolo che Iaia de Marco, Consigliera alla cultura LNI (Lega Navale Italiana) Pozzuoli, ha dato alla narrazione delle uscite paesaggistiche organizzate dalla stessa sezione LNI di Pozzuoli. Finalità comune a tali esperienze è stata la conoscenza intenzionale dei luoghi attraverso tre specifiche particolarità: il cambio di prospettiva della parola “navigazione”, che ha rappresentato una relazione diretta, e non virtuale, con il mare; la conoscenza del codice marittimo, ovvero l’alfabeto del mare; la vista del paesaggio come risultato di eventi naturali e interventi umani (concrezione di geo-storia e storia).
Attraverso ulteriori testimonianze, esperienze, ricerche il convegno ha rappresentato un invito a conoscere e approfondire le diverse relazioni educative con il proprio ambiente, che si rivela capace anche di cura. E proprio la relazione tra ambiente e cura è stata la prospettiva pedagogica presentata dalla pedagogista Debora Di Jorio, Direttrice scientifica OIDA. Fulcro dell’intervento è stata la narrazione di come la storia di ogni individuo sia la storia dei processi di apprendimento e delle sue relazioni. A partire dal momento della nascita, per ognuno di noi ha inizio un bombardamento di stimoli diversi che il cervello collegherà a qualcosa o a qualcuno, dando poi significato affinché si possa interagire in maniera coerente con gli stimoli per propria utilità e gratificazione. L’esperienza data dal fatto che ad ogni richiamo seguirà una reazione atta a soddisfare ogni esigenza, contribuirà a strutturare nel corso del tempo la fiducia nell’ambiente e in ciò che è altro da sé, ma avrà anche un peso determinante nel gettare le basi dell’autostima.
Ecco quindi come l’ambiente giochi un ruolo educativo importantissimo nella crescita di un individuo.
Il convegno nazionale “Cantieri pedagogici sul mare” ha visto lo stesso mare essere sia protagonista attivo sia perpetuo spettatore di processi educativi dal valore locale e universale.
I relatori e le relatrici che hanno partecipato al convegno:
Antonietta Prudente, Dirigente scolastica Istituto Nautico “Duca degli Abruzzi”
Antonio Troiano, Vicedirettore Museo del Mare
Maria Antonietta Selvaggio, Vicepresidente Fondazione Thetys-Museo del Mare, già ricercatrice Università degli Studi di Salerno
La filantropia pedagogica di Julie Salis Schwabe
Alberto Oliverio, professore emerito di Psicobiologia, Università La Sapienza di Roma
Che impatto hanno le neuroscienze sulla pedagogia?
Debora Di Jorio, Direttrice scientifica OIDA, Presidente Accademia di neuropedagogia
L’ambiente che cura. Prospettive neuropedagogiche nella relazione educativa
Iaia de Marco, Consigliera alla Cultura – Lega Navale Italiana di Pozzuoli
Terre viste dal mare
Agostino Basile, Pedagogista specialista in Pedagogia clinica e Neuropedagogia, Membro Comitato tecnico-scientifico Centro OIDA
Pedagogia genitoriale. Quali risorse per una educazione responsabile
Tavola rotonda con:
Esther Basile e M. Rosaria Rubulotta (Associazione Eleonora Pimentel – Istituto Italiano per gli Studi Filosofici); Fabio Cocifoglia (Progetto Mare Mater); Giuseppe Farace (Marevivo); Stefano Lanfranco (Associazione Life-Scugnizzi a vela); Salvatore Rivieccio (Docente-PCTO Istituto Duca degli Abruzzi).