“Musk aiuta Zuckerberg”
Piattaforme Meta down, WhatsApp deve comunicare su X. Social scatenati: “Musk aiuta Zuckerberg”
Per aggiornare gli iscritti sui disservizi, il colosso americano ha dovuto chiedere soccorso – ironia della sorte – al network dell’eterno rivale
Autore: Piero Bonito Oliva
ROMA – Milioni di utenti senza accesso ai servizi. Una serata da dimenticare per le piattaforme della multinazionale Meta, che dalle 19 (ora italiana) ha dovuto fronteggiare il malfunzionamento simultaneo di WhatsApp, Instagram e Facebook.
Un’interruzione globale che ha coinvolto Europa, Stati Uniti, Asia, Australia e Sud America.
Mentre WhatsApp non consentiva di inviare e ricevere messaggi, foto e video, su Instagram non era possibile il caricamento del feed, delle storie e la pubblicazione di nuovi post. Stesso dicasi per Facebook. Anche altre applicazioni di Meta, come Threads e Messenger, hanno riscontrato disservizi.
Per comunicare con i propri iscritti, la multinazionale americana ha quindi dovuto ricorrere – ironia della sorte – a X: “Siamo a conoscenza di alcuni problemi di accesso a WhatsApp – si legge nel tweet pubblicato intorno alle 20 dal profilo ufficiale Whatsapp – . Stiamo lavorando attivamente a una soluzione e stiamo iniziando a vedere un ritorno alla normalità per la maggior parte delle persone. Ci aspettiamo che le cose tornino alla normalità a breve”.
Tra i commenti, tanti i riferimenti al rapporto turbolento tra Elon Musk e Mark Zuckerberg. I due sono stati spesso protagonisti di schermaglie pubbliche, culminate con l’ironica “sfida in gabbia” proposta mesi fa.
Un nuovo capitolo della saga tra i due magnate della comunicazione mondiale che, stavolta, ha il sapore di una beffa del destino per Zuckerberg.
La rete lo sa e anche in questa occasione, non perdona. Mentre le piattaforme di Meta vacillavano, X è infatti diventato lo strumento di riferimento per aggiornare gli utenti, rafforzando la narrativa di una “rivalità forzata” che, almeno in questa occasione, ha visto il primo fornire involontariamente supporto al secondo.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it