In Siria si forma il governo ad interim
Francia e Germania: “Pronti a collaborare” Mohammed Al-Bashir è premier, è stato già alla guida del Governo di Salvezza che deteneva il controllo del governatorato di Idlib
Autore: Alessandra Fabbretti
ROMA – In Siria, dopo il rovesciamento del governo retto per 54 anni dalla famiglia Assad, si apre la strada a un esecutivo di transizione: Mohammed Al-Bashir, ingegnere e figura politica del Hayat Tahrir Al-Sham (Hts) è stato nominato primo ministro ad interim, una decisione che è stata “accettata” dal deposto primo ministro Mohammed Ghazi al-Jalali.
Quest’ultimo, dopo la presa di Damasco dalle forze ribelli guidate dall’Hts, è stato arrestato in un hotel e portato via dai combattenti.
Dopodiché il gruppo in un discorso alla nazione, ha assicurato che lavorerà al benessere del popolo siriano e preserverà le sue risorse economiche e finanziarie.
IL SOSTENO DI FRANCIA E GERMANIA
Bashir è una figura di rilievo sul palcoscenico politico siriano, avendo guidato il Governo di Salvezza che deteneva il controllo del governatorato di Idlib e di altre aree nel nord-ovest della Siria. L’annuncio della formazione di un governo di transizione guidato dal gruppo armato è stata accolta con favore da Francia e Germania: stamani, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale si sono detti “pronti a lavorare insieme ai nuovi governanti (in Siria, ndr) sulla base dei diritti umani fondamentali e della protezione delle minoranze etniche e religiose”.
Quindi hanno condannato le “terribili sofferenze” causate dal precedente esecutivo retto dal presidente Bashar Al-Assad “al popolo siriano”, e gli “ingenti danni al Paese”.
Il loro sostegno al nuovo governo di transizione si accompagnerà “all’impegno dell’Unione europea per la Siria”, un tema di cui discuteranno “in stretto coordinamento con i partner in Medio Oriente”.
Entrambi i paesi hanno già sospeso le procedure di richiesta d’asilo per i rifugiati siriani, decisione assunta anche dall’Italia.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it