Lo sciopero è sempre politico
La politica del governo è all’attacco del sindacato. Del resto le bordate del ministro Salvini sul diritto di sciopero con le precettazioni lo hanno dimostrato.
Ma dopo la manifestazione di ieri pomeriggio di Cgil e Uil si evidenzia che, alle dichiarazioni sulle percentuali di adesione allo sciopero – al quale non ha partecipato la Cisl-, chi dichiara la scarsa adesione non è la questura, non sono gli enti e le imprese, è il ministro Valditara che parla scarsa adesione e Fratelli d’Italia e Lega parlano di un 5 per cento di adesione nelle scuole e il ministro Tajani che parla di sciopero politico.
Questo modo di fare punta ad una deleggitimazione del ruolo del sindacato. Lo scrivente ricorda il clima rovente degli autunni caldi, come solevasi dire ostentando le difficoltà della ripresa economica, dopo le ferie estive. E questo come normale dialettica tra potere politico e coscienza sindacale del mondo del lavoro. Confronto e non contrapposizione. Dialettica tra sapere politico e sapere critico.
E invece sulla stampa in generale e sulle esternazioni politiche di pezzi del gioverno Meloni, quello che emerge in foto e in agenzie sono i tafferugli con la polizia con giovani dei centri sociali che con le ragioni dello sciopero e con le manifestazioni dei lavoratori, non c’entrano affatto, anche perchè hanno avuto un altro percorso e altri obiettivi.
Ritornando al rapporto tra politica e sindacato, va detto che negli ultimi ventanni è profondamente cambiato il ruolo del sindacato, la Cgil non è più cinghia di trasmissione del partito comunista, come la Uil non è più legata al partito socialista.
Come vedete siamo alla preistoria della politica italiana. Verò è che in Gran Bretagna esiste ancora un partito laburista, ma siamo forse più alla rappresentazione del nome e non del fatto.
Tornando invece ai fatti di questi giorni, dire che lo sciopero è politico, per esaltare la dialettica di scontro tra maggioranza e opposizione, a nostro avviso, è fuor di luogo.
Lo sciopero è sempre politico perchè risponde all’esigenza di buone leggi per il lavoro, per le famiglie, per il welfare, insomma per l’economia del Paese. E questa è politica.