Utopismo e irrealta’      

Utopismo e irrealta’      

di Roberto Chiavarini

Mi rifaccio all’art. 21 della Costituzione che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” … ed io lo faccio.  

Raccolgo da Internet i pensieri di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, espressi nel corso del loro Pontificato sull’annoso problema dell’Immigrazione, per come è stato affrontato da un Esperto in materia in una sua recente pubblicazione su Internet.

Le posizioni e le affermazioni di Papa Francesco sull’immigrazione, imbarazzano per il livello di utopismo e di irrealtà e per la rottura radicale che questo pontefice sta facendo con gli insegnamenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, per i quali il “Diritto ad emigrare” (sancito peraltro già da Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra), è sempre stato preceduto da un diritto superiore: il “Diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria” (Giovanni Paolo II).

 

O per il fatto che il principio immigrazionista di Bergoglio non tiene minimamente conto che il dovere all’accoglienza “va sempre conciliato con le esigenze delle società che accolgono gli immigrati” (Giovanni Paolo II) e che “ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune” (Benedetto XVI).

Certamente, come accade di solito in Italia, nel parlare del cosiddetto “vissuto quotidiano”, molte autorevoli (si fa per dire) voci, fanno una autentica azione di distrazione di massa.

Mi spiego meglio. I commentatori di professione, fanno intendere che il problema stia tutto nell’accesso degli immigrati in Italia, e la diatriba politica verta tutto su “se farli entrare sul nostro territorio o meno”.

Così, non è.

Come molti di voi già sanno, io sono figlio di un dipendente della Prefettura di Brindisi degli anni 60’. Ebbene, io ho vissuto la mia adolescenza sentendo parlare mio padre di argomenti sempre attuali: Criminalità, Corruzione, Mafia, Legalità, Illegalità, Immigrazione, Burocrazia, Inefficienza della Pubblica Amministrazione.

Ecco, cito solo il sostantivo “Immigrazione”, anche se gli altri termini sono sempre riconducibili a questo problema.

Ho avuto tanti compagni di scuola e amici di “colore” perché, Brindisi, è una città di frontiera e li, si ci sono sempre stati immigrati provenienti da ogni dove.

Ma…c’è un ma. All’epoca alla quale faccio riferimento, sono stati sempre in numero percentuale tollerabile. Anzi tutti ben integrati nel tessuto cittadino. Per Legge.

Oggi, è diverso (come diversi per qualità sono i Politici di oggi rispetto a quelli d’un tempo, anche a causa di una ristrutturazione della Politica in Italia, sfociato infine col taglio dei Parlamentari, così come ebbi a evidenziare in una mia Opinione pubblicata su Stampa Parlamento diversi mesi fa).

Questo esodo biblico (che non ha nulla a che vedere con la Bibbia) oramai sta invadendo tutta l’Italia in particolare il Sud.

Ma è proprio questo l’argomento. Si ha la sensazione che una volta che gli immigrati mettano piede  sul nostro territorio, l’attenzione di alcune Autorità religiose e Politiche svanisca nel nulla e, questi poveretti, restano o abbandonati a se stessi, come se, a quelle Autorità, interessasse solo il pallottoliere della “conta”.

Salvo tesi contrarie, questa è la percezione che se ne ricava.

Ed è così che i poveri immigrati, diventano facili prede della mafia, della criminalità e degli Imprenditori senza scrupoli.

E questa la chiamate integrazione? Quale politica di integrazione è stata messa in campo negli ultimi 20 anni?

Apparentemente nessuna.

E non si tratta di politica di destra e/o di sinistra. Il problema c’è e resta invariato nel suo contenuto, attraversato da una retta trasversale che ne trafigge i principi cardine.

Per nostro conto non perdiamo di vista e cerchiamo di restare ancorati agli insegnamenti di due grandi Papi, che trattarono l’argomento con infinita passione e con grande amore per la vita:

il “Diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria” (Giovanni Paolo II). 

“ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune” Benedetto XVI.      

Ogni parola in più sull’argomento, sarebbe assolutamente inutile                                                                   

Roberto Chiavarini                                                                                                                                                                      Opinionista di Arte e Politica

Redazione

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