Privatizzazione poste, Enzo Amich (Fdi): “bene mantenimento controllo dello stato ma poste italiane “
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che regola l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal MEF in Poste Italiane: lo Stato manterrà una quota di partecipazione al capitale di Poste superiore al 50%, anche attraverso società direttamente o indirettamente controllate dal MEF stesso”, dichiara l’on. Enzo Amich.
“Questo testo recepisce il parere del Parlamento, espresso anche attraverso i lavori che abbiamo svolto nella IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), garantendo così che una delle principali aziende del paese non finisca totalmente o quasi in mani private”, aggiunge l’on. Amich.
“È un bene cedere una parte delle quote a dipendenti e piccoli risparmiatori, anche al fine di reperire risorse per lo Stato, ma senza procedere a “privatizzazioni selvagge”, come nello spirito dei precedenti governi di sinistra”, precisa l’on. Amich.
“Con i suoi 140 mila dipendenti, 13 mila sportelli aperti sul territorio, 500 miliardi degli italiani raccolti a vario titolo come risparmio e la sua presenza capillare sul territorio, Poste italiane deve continuare a rappresentare un presidio dello Stato. L’auspicio è che Poste Italiane, anche recependo le istanze che vengono incessantemente dal territorio, rafforzi la propria presenza anche in quegli ambiti definiti periferici, continuando ad operare come un fattore determinante nella lotta contro lo spopolamento dei nostri borghi, garantendo il pieno accesso ai servizi essenziali” – Conclude l’On. Amich, membro della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni).