Il muro di Berlino e lo sviluppo della Germania
di Allena Sofia
Il 13 agosto del 1961 iniziò la costruzione di quello che sarebbe diventato il Muro di Berlino. Il 9 ottobre del 1989, dopo anni di divisione e di lotta, quel muro crollò. Sotto gli occhi del mondo intero, la Guerra Fredda finiva, la Germania tornava a essere unita e le famiglie potevano ricongiungersi.
Sono ormai passati 34 anni da quel giorno. La Germania si è riunificata, è diventata una potenza economica europea e mondiale ed è fonte d’ispirazione per numerosi Paesi. Nonostante questo, non è oro tutto ciò che luccica. La divisione tra Germania Ovest e Germania Est ancora si può notare sotto diversi aspetti.
La situazione economica
La principale differenza economica che può far notare una diversità tra la Germania orientale e occidentale è la disuguaglianza del PIL pro capite tra le due parti della Germania nel 2023 ammonta a quasi 12.469 €. Se nel 2023 gli Stati che appartenevano al blocco statunitense hanno visto il loro PIL pro capite raggiungere la cifra di 51.689 €, gli ex Stati del blocco sovietico hanno invece visto in media il loro PIL pro capite fermarsi a 39.188 €. Questo dato è influenzato in gran parte dal Land di Berlino, il cui PIL pro capite ammonta a 51.209 €. La differenza del PIL pro capite deriva anche dalla disparità nel numero di abitanti nelle due zone tedesche: la popolazione che vive nella parte occidentale della Germania, nel 2023, ammontava a 72 milioni, mentre nella parte orientale la popolazione si aggirava intorno ai 12,6 milioni. Una disparità elevata ed evidente che influenza l’economia locale e che spinge, infatti, le grandi aziende tedesche a spostarsi verso occidente per reperire più facilmente la manodopera di cui hanno bisogno. Inoltre, la popolazione che si trova in quelle zone ha un’età media maggiore rispetto a quella della zona opposta. Il dato dimostra che a est l’età media è di 47,3 anni: se fosse un Paese a sé, si troverebbe al quinto posto per popolazione con la media d’età più alta del mondo.
Un altro dato che aiuta a capire la divisione economica tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest è il tasso di disoccupazione nel 2023. Nella parte ovest il tasso ammontava al 5,3%, un dato rilevante considerando che si trova a tre anni dallo scoppio della pandemia da coronavirus e a 15 dalla crisi economica del 2008. Nel 2019, in Italia non si era ancora tornati alle condizioni di occupazione del 2006, mentre invece in questa parte della Germania la situazione era già migliorata con addirittura un calo del 3%. Nella parte est, invece, il tasso di disoccupazione si aggirava al 7,15% l’anno scorso. Sebbene la differenza tra le due parti sia di 1,85%, analizzando i dati degli anni precedenti si può evidenziare una problematica ancora più grave: se nel 2021, anno in cui la crisi economica dovuta alla pandemia era ancora in atto, nella parte occidentale della Germania il tasso di disoccupazione era di pochi decimi più alto rispetto al 2019 (nel 2021 il tasso era del 4,9% contro il 4,67% del 2019), tra il 2020 e il 2021 il dato è sceso di 0,4%. Dall’altra parte della Germania la situazione lavorativa era molto diversa: tra il 2019 e il 2021 si è visto un incremento dei disoccupati dello 0,72% (nel 2019 il dato era del 6,4%, mentre nel 2021 risulta essere del 7,12%) e tra il 2020 e il 2021 una riduzione del numero dello 0,18%. Paragonando la situazione ad altri Paesi dell’Unione Europea, i dati sono comunque contenuti, ma evidenziano una differenza tra le due parti, soprattutto nella risoluzione delle crisi economiche. La lentezza della parte orientale a livellarsi può essere compresa attraverso la storia: al momento della riunificazione, la parte appartenente al blocco sovietico aveva un’economia chiusa e il passaggio al capitalismo ha richiesto tempo. Le scelte politiche ed economiche tedesche hanno però funzionato: infatti, nel 2014 si vide per la prima volta scendere il tasso di disoccupazione sotto la soglia del 10%.
Un dato invece che evidenzia la differenza tra le due parti, ma a favore della parte orientale, è il tasso di povertà, che si attesta al 17,01% contro il 17,22% della parte ovest. Sebbene il tasso sia più basso, bisogna rammentare che il Pil pro capite essendo minore rispetto alla Germania dell’ovest rende la parte orientale della Germania più povera.
La situazione migratoria
Dalla riunificazione, la Germania dell’Est ha visto una perdita di abitanti, dovuta soprattutto all’emigrazione verso la parte più ricca e con più opportunità di lavoro. Si stima infatti che, dalla caduta del muro, siano emigrate 1,2 milioni di persone in più rispetto alla tratta opposta, sebbene la maggior parte delle migrazioni sia avvenuta nel primo decennio della riunificazione. Dopo il 2010 il dato sull’emigrazione è diminuito, fino ad arrivare nel 2017 a invertire la rotta per la prima volta.
La situazione politica
Un’altra differenza tra le zone tedesche si può notare nella posizione politica dei cittadini. L’opinione politica tra i cittadini è nettamente differente in base alla posizione geografica: se i cittadini occidentali della Germania sono favorevoli al 72% all’Unione Europea, i cittadini orientali sono favorevoli al 59%. In un sondaggio sulle opinioni negative delle minoranze etniche e religiose si è potuta evidenziare la diversità tra la popolazione: se da una parte il 22% dei cittadini della Germania dell’Ovest ha un pensiero negativo sui musulmani, dall’altra parte la percentuale sale al 36%; la situazione non cambia neanche riguardo al parere sui rom, visti negativamente dal 48% della popolazione orientale contro il 38% della popolazione occidentale.
In conclusione, la Germania, proprio come altri Paesi, presenta una differenza economica e sociale al suo interno. Queste dinamiche derivano dal passato del popolo e dalla storia geopolitica che ha vissuto quella determinata zona. Il fenomeno che si verifica in Germania, dalla caduta del Muro di Berlino, è lo stesso che affligge l’Italia dalla spedizione dei Mille di Garibaldi, ovvero la differenza sociale e politica tra nord e sud o est e ovest. Indubbiamente, la situazione che affligge l’Italia è decisamente più grave di quella che affligge la Germania, ma con decisioni politiche dettagliate, specifiche e mirate, le differenze possono essere appianate, migliorando l’intero Paese e aumentando la qualità della vita. Bisogna sempre ricordare che tutte le situazioni politiche, indipendentemente dalla categoria, derivano da processi e circostanze passate che però influiscono ancora oggi. Questi processi dovrebbero ricordare a tutti che tutte le azioni politiche attuali avranno un impatto sulla vita delle persone future e che i politici che oggi prendono decisioni non ne vedranno molto probabilmente le conseguenze.
Tutte le fonti usate per la stesura dell’articolo:
dati sul Pil pro capite
dati sul numero di abitanti
dati sull’etá media
dati sul tasso di disoccupazione https://www.destatis.de/DE/Service/OpenData/Konjunkturindikatoren/arbeitslosenquote.html
dati sul tasso di povertá
dati sull’emigrazione
dati sulle ideologie politiche