La chiesa oggi: un soprano senza voce

La chiesa oggi: un soprano senza voce

di Pietro Bianchini

In un contesto sociale così complesso come quello attuale, rimangono ormai veramente poche certezze, poiché quelle istituzioni che sembravano poter rappresentare un “porto sicuro”, durante gli scorsi decenni si sono periodicamente smentite, e con il passare del tempo, proprio per questo motivo, si sono ritrovate al centro del mondo mediatico e della critica popolare.

Conosciamo la chiesa: l’unica istituzione universale, un complesso storico e unico, umano, sempre più moderato e con un impatto riguardo le grandi questioni politiche sempre minore. Il tracollo della chiesa, iniziato con gli scandali che l’hanno coinvolta, ha coinciso con tutte quelle mutazioni e trasformazioni sociali caratteristiche del secondo Novecento. Per questo, negli ultimi decenni, la chiesa si è trovata costretta a rivedere la sua identità, modificando i suoi parametri, chiudendosi, aggrappandosi nell’unicità della sua dottrina e dei suoi insegnamenti.

Giovanni Paolo II, l’ultimo papa ad aver avuto un impatto realmente significativo in ambito mondiale e nelle questioni internazionali, ha rappresentato l’inizio del declino istituzionale della Chiesa. Ed è proprio con Wojtyla, o meglio, dopo la sua morte e l’immediata “santificazione” che la Chiesa ha iniziato a subire numerosi attacchi da parte dei suoi stessi fedeli. Quelli che prima erano in gran parte praticanti ed alimentavano la “macchina” della Chiesa, nell’arco di pochissimi anni (soprattutto se confrontati alla storia della chiesa) si sono trovati costretti a chiedere spiegazioni, a sapere ed esigere (giustamente) la verità riguardo i numerosi scandali che hanno visto protagonista proprio quell’istituzione che avrebbe dovuto avere il ruolo di “intermediario” tra realtà terrena e realtà celeste nel mondo cristiano.

Con l’elezione ed il pontificato di Benedetto XVI, gli animi non si calmarono per nulla: durante questo periodo il Papa cercò di “cullarsi” nella dottrina, non riuscendo a placare però le voci delle persone, che nel frattempo (soprattutto a causa della chiusura e delle risposte mai arrivate da parte del Vaticano riguardo gli scandali) hanno adottato una visione sempre più ostile alla Chiesa. Questo portò inevitabilmente ai risultati che vediamo oggi. Un libro preziosissimo (che Benedetto XVI ha voluto fosse pubblicato dopo la sua scomparsa) che vede per la prima volta un pontefice mettere per iscritto, in un capitolo dedicato, quello che probabilmente è stato ed è il lato più oscuro e perverso dell’istituzione ecclesiastica: la pedofilia, si chiama “Che cos’è il Cristianesimo”. Questo libro (con particolare riferimento al capitolo specifico) ci può far capire molte cose: innanzitutto l’espansione del fenomeno della pedofilia all’interno della struttura ecclesiastica mondiale, ma soprattutto, se letto con un occhio critico, ci può far intuire le reali motivazioni del declino istituzionale del Vaticano.

Francesco invece, l’attuale pontefice, propone tutt’altro: l’apertura totale alla fede ed il progresso della dottrina. Con Bergoglio la Chiesa ha scommesso in una nuova idea di totale libertà, tralasciando per la prima volta il concetto reale di radicalità, pur mantenendo lo stampo cattolico. Nonostante questo, ad oggi restano ancora più ombre che luci e la Chiesa rischia di essere sempre di più un soprano senza voce.

Pietro Bianchini

 

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.