Normativa da aggiornare
Sul voto dei Connazionali all’estero, torniamo a scrivere. Intanto, il loro meccanismo elettorale non è stato mai “aggiornato”. Ogni Ripartizione Geografica ha diritto, almeno per ora, a eleggere un Deputato e un Senatore; indipendentemente dalle schede votate. Gli altri seggi (per un totale di 8 Deputati e 2 Senatori) sono distribuiti tra le Ripartizioni Geografiche in proporzione al numero dei Connazionali ivi residenti. Con l’attuale legge elettorale, vige il principio che candidati italiani in Patria possono essere eletti dall’estero. Ma non viceversa. Il numero maggiore di parlamentari spetta alle Americhe e all’Europa. La nostra opinione l’abbiamo manifestata: il voto politico dall’estero dovrebbe essere messo in relazione solo alla cittadinanza e non dovrebbe tener conto delle ripartizioni geografiche di residenza.
L’attuale legge elettorale non ha modificato ciò che abbiamo esposto. Non riconoscendo la possibilità di un voto indipendente dalle consuete cordate votabili dall’estero, l’incoerenza appare manifesta. Il cambiamento non solo sarebbe possibile, ma anche auspicabile. L’iniziativa, però, dovrebbe partire da un disegno di legge che il potere legislativo non ha neppure ipotizzato. I milioni di Connazionali nel mondo, del resto, hanno dovuto accettare il dettato dell’attuale Legge sul loro diritto voto, varata senza neppure conoscere, in anticipo, come avrebbe funzionato dall’estero. Per loro hanno deciso altri.
Ora c’è da assodare se il voto degli italiani nel mondo avrà, per il futuro, l’importanza che merita. Certo è che il buon senso non ha vinto. Specialmente sul fronte della nostra rappresentatività politica “altrove”. Quando ci si renderà conto che gli italiani nel mondo non sono una realtà disgiunta dai destini del Bel Paese? Un interrogativo che dovrebbe stimolare la “revisione” di una norma che ha fatto il suo tempo.
Giorgio Brignola