La santità non è da supereroi, ma frutto di una comunità che ama
«I santi sono come fari che ricordano alla Chiesa intera la rotta da tenere. Prezioso il ruolo dei laici nel mondo servizio nella Chiesa” – lo sostiene il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei Santi.
Diventare santi non è mai solo il risultato dell’impegno individuale, ma è apertura a un dono e poi frutto di un’intera comunità che accoglie Dio e diventa volto concreto del suo amore in ogni ambito della vita. È in quest’orizzonte che si pongono i lavori del Convegno sul tema «Dimensione comunitaria della santità» promosso dal Dicastero delle cause dei santi.
L’appuntamento si terrà da lunedì 13 novembre a giovedì 16 al Pontificio Istituto Patristico Augustinianum a Roma. «Con questo Convegno proseguiamo nell’iniziativa, già avviata lo scorso anno, di avere un momento in cui il Dicastero pone a un’attenzione più ampia, rispetto a quella degli “addetti ai lavori”, tematiche proprie del suo servizio nella Chiesa – spiega il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi –.
Quella scelta per questo anno s’ispira a una frase pronunciata da papa Francesco nella catechesi del 19 novembre 2014: “Il cammino verso la santità non si percorre da soli, ognuno per conto proprio, ma si percorre insieme, in quell’unico corpo che è la Chiesa, amata e resa santa dal Signore Gesù Cristo”. Anche al numero 141 di Gaudete et exsultate il Papa ha scritto che «la santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due». In tale contesto, uno spazio privilegiato è senz’altro la famiglia e la vita di coppia: pensiamo ai santi Louis e Zélie Martin, i genitori di Teresa di Lisieux o alla famiglia Ulma, martiri beatificati in Polonia a settembre. Fa da sfondo l’insegnamento conciliare sulla vocazione universale alla santità del popolo di Dio.
La santità, infatti, è essenzialmente comunitaria ed è un aspetto di quella comunione dei santi, che professiamo nel simbolo apostolico. Questo tema il nostro Convegno intende svilupparlo sotto il profilo biblico, teologico, spirituale e anche sociologico».
Marcario Giacomo
Editorialista de Il Corriere Nazionale