Crlm: “La Basilicata delle opportunità”

Crlm: “La Basilicata delle opportunità”

A Villa Nitti l’Assemblea annuale dei Lucani nel mondo per discutere di prospettive per le comunità lucane nel mondo tra PNRR e Fondi europei: opportunità per i giovani, per le imprese e per il territorio 

“La Basilicata delle opportunità. Nuove prospettive per le comunità lucane nel mondo”.

Questo il tema della prima sessione della Assemblea annuale dei Lucani nel mondo riuniti a Villa Nitti ad Acquafredda di Maratea.

Si è parlato di crisi geopolitica, scarsità di risorse energetiche e conseguente aumento dei prezzi, pericoli di crisi alimentari e di dissesti ambientali, tutti fenomeni che sembrerebbero posizionare la Basilicata in una situazione migliore rispetto ad altre realtà nazionali, a patto che sappia sfruttare al meglio le sue potenzialità, recuperare visione programmatica e dimostrare un’efficiente capacità di spesa. I relatori hanno parlato anche di acqua, boschi, risorse energetiche, agricoltura e agroalimentare, bellezze naturali e architettoniche, industria del turismo: come mettere a sistema i punti di forza della Regione per un reale vantaggio competitivo. In discussione anche la riduzione dei divari territoriali, politiche di sviluppo e coesione sociale, rigenerazione delle aree interne: a quali condizioni i finanziamenti legati al Pnrr, e più in generale ai fondi europei, possono rappresentare una soluzione efficace e duratura ai ritardi strutturali della Basilicata.

Numerosi i relatori tra i quali Stefano Rolando, presidente della Fondazione Nitti, consiglieri regionali, parlamentari lucani e componenti della Commissione regionale dei Lucani nel Mondo.

“La nostra mission – ha detto Rolando parlando di Nitti – è valorizzare il pensiero e l’azione politica e di governo di un lucano di statura internazionale. Ma è anche quella di mettere a disposizione dei territori e del Paese lungimiranza, progettualità, cultura economica e sociale di chi voleva non solo un’Italia libera e indipendente ma anche un’Italia moderna, competitiva, sviluppata riducendo disuguaglianze sociali e geografiche, con uno sbalorditivo primo libro (aveva 20 anni) con cui ci consegna alcuni parametri di giudizio sulla grande storia che questa assemblea di oggi evoca. L’emigrazione italiana. Il mio compito introduttivo è di connettere il contesto storico che generò le grandi migrazioni tra la fine dell’800 e il primo ventennio del ‘900 e il contesto attuale di incomparabile cambiamento in cui i lucani in Basilicata e i lucani nel mondo possono parlarsi di cosa fare gli uni per gli altri e tutti per la propria terra con le forme del nostro tempo: la negozialità e la mobilità. Nitti fu a capo della Sottocommissione per Basilicata e Calabria e nel triennio 1907-1909 e batté palmo a palmo campagne e paesi di quattro province (Potenza, Cosenza, Catanzaro, Reggio) interrogando migliaia di contadini, amministratori locali, funzionari statali ed esperti. Riscontrò povertà, paura, disboscamento, malaria, scempio del territorio. Propose risanamento idrogeologico, demanio forestale, consapevolezza del ruolo combinato di emigrazione, innovazione tecnologica e imprenditoriale”.

Tornando ai giorni nostri Rolando ha poi parlato della “nuova Basilicata attrattiva, in cui la sfida del PNRR può tentare di dire qualcosa, se si riuscirà ad intervenire tempestivamente con iniziative come il Piano per l’attrattività dei Borghi, che ha visto vincitore per la Basilicata il progetto pilota su Monticchio Bagni, in cui Fondazione Nitti è parte, simbolo per altre esperienze, basato su un borgo di fine ‘800, da rigenerare oggi come luogo di ricerca e sperimentazione in relazione con la vicina area industriale di Melfi. O con le iniziative di potenziamento della rete ferroviaria e di sostegno alla mobilità alternativa ed ecosostenibile (si pensi all’idrogeno), che possono avere in Basilicata impatto notevole, per il favorevole rapporto investimento/abitanti. O, ancora, con gli investimenti delegati ai Comuni per il sostegno a famiglia e qualità della vita, come il piano per gli asili nido. O, infine, il pacchetto di risorse che i fondi europei 2021-2027 mettono in campo nella formazione e nelle competenze: dalle academy aziendali, agli ITS, al coworking, agli assegni di ricerca. In definitiva, per una Regione piccola la sfida possibile è una tenuta a sistema, organica, di tutti questi fattori: asset tradizionali, eccellenze tecnologiche della storia recente, investimenti sulle competenze e traiettorie di sviluppo evocate da strategie di intervento delineate dai programmi comunitari per i prossimi anni. In tutto questo, la vecchia e la nuova generazione di ‘Lucani nel mondo’ – ha concluso – possono giocare un ruolo di primo piano, se la logica del ‘turismo delle radici’ verrà letta anche come un grande e crescente bacino di riferimento, per una lucanità futura tendenzialmente nomade”.

“La Basilicata – ha detto Annalisa Percoco della Fondazione Eni Enrico Mattei – è regione del capitale latente, in cui le politiche di sviluppo sono chiamate a essere innanzitutto politiche di attivazione di questo capitale. Che è fatto di capitale naturale, culturale e cognitivo, dell’energia sociale della popolazione locale e dei potenziali residenti. La presenza sul territorio regionale di soggetti imprenditoriali altamente innovativi possono sicuramente stimolare e attivare questo processo. Un processo di sviluppo che trova i principali asset nella tutela del territorio nella dimensione della sostenibilità, nella valorizzazione del capitale culturale, nel potenziamento delle filiere agro-alimentari e nell’attivazione della filiera delle energie rinnovabili”.

“C’è un mondo nel mondo – ha detto il vice presidente della Provincia di Potenza, Rocco Pappalardo – che spesso si immagina come effetto nostalgico da difendere solo per tenere viva una fiammella. La vostra presenza ed il vostro interesse, mi fa dire che non è più così da tempo.
Nei prossimi mesi, non meno di 100 mila italiani faranno rientro dai loro Paesi, e tra di loro molti saranno in difficoltà reali di sostentamento e di rientro a una condizione di vita soddisfacente.
Penso, ad esempio, ai numerosi argentini, che nei mesi scorsi, si sono in svariati comuni alla ricerca della propria identità di origine per trasformare il permesso in un passaporto stabile.
I lucani sono già tra questi e nel contesto generale rappresentano più che una emergenza una reale opportunità. Ora bisogna accelerare proprio perché siamo difronte ad una prima svolta nelle azioni del Governo Italiano che coinvolge gli enti locali che dovranno fare la loro parte.
Partendo dal principio che i primi flussi turistici sono stati quelli relativi al turismo di prossimità e che si prevedono flussi di rientro di italiani e di lucani, dall’estero; appare opportuno evidenziare l’esigenza di talune misure aggiuntive, sulle quali dobbiamo essere pronti ad affrontare il tema seguendo lo schema e le indicazioni emerse su input del Ministero degli Affari Esteri e di Cooperazione Internazionale. In particolare il rilancio e il sostegno di progetti del turismo di ritorno e delle radici e l’accoglienza di giovani italiani nel mondo nei periodi estivi”.

“Momento importante di confronto – ha detto il Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese – attraverso la storia che ognuno dei lucani nel mondo vive. Con il lavoro delle associazioni siamo riusciti a creare grandi opportunità anche nella nostra regione per poter guardare al futuro e contribuire ad arginare il fenomeno dello spopolamento che tanto affligge la Basilicata e soprattutto le sue aree interne. Si deve spingere sempre più per continuare a sostenere le nostre aggregazioni e dare supporto ai giovani e alle famiglie che vogliono restare. Anche con Matera 2019 abbiamo lavorato per aggregare e tenere uniti anche tutti i lucani che vivono fuori dalla regione.  E’ importante fare politica concreta che guardi al turismo delle radici. Lavorare d’intesa con la Consiglio generale degli italiani all’estero per dare risorse adeguate alle consulte e intercettare finanziamenti per attrarre i nostri giovani emigrati all’estero affinchè dopo aver sviluppato una formazione importante possano tornare”.

Sono intervenuti anche Donato Caivano, presidente dell’associazione dei lucani in Canada e Michele Pacella presidente associazione lucana West Australia.

Redazione

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