L’istruzione rende potente il popolo e impotente lo Stato Democratico?

L’istruzione rende potente il popolo e impotente lo Stato Democratico?
Non sono attrezzato a garantirvi la scientificità di questa mia opinione; ma credo che in Italia la politica abbia ritenuto giusto obbligare all’istruzione l’intero Popolo, per renderlo più civile, onesto, produttivo, solidale e facilmente governabile.
Ma in tre quarti di secolo è venuto giù tutto come la torre di Babele; perché un popolo reso sempre più intelligente e autonomo dalla cultura, tende a farsi rappresentare da una classe politica sempre più debole, sempre meno potente, per condizionarla, guidarla, corromperla, abusarla.
Questo è il problema attuale dell’Italia; abbiamo burocrazia, politica e giustizia che sono malate incurabili, perché i sindacati, gli ordini professionali e le corporazioni sono sempre stati strapotenti e hanno sempre condizionato chi al governo pensava che governare un popolo istruito e libero fosse una passeggiata.
Ultima in ordine di tempo, (dopo la promessa riforma del fisco) e la fallita riforma della Giustizia targata Berlusconi, quella del bravo e coraggioso ministro Nordio sembra dispersa, non si hanno più notizie.
Ora in Italia non basta nemmeno un governo armato di atomica e con minaccia di usarla, a rendere governabile il popolo italiano.
Grazie “all’evoluzione” culturale a ritroso, ora i bambini di 6 anni figli di italiani abbondantemente alfabetizzati mancano di rispetto ai professori, mentre i loro nonni e bisnonni contadini avevano un innato e sacro rispetto delle tre intoccabili figure istituzionali: prete, professore e maresciallo.
Forse non si può avere tutto dalla vita. Se hai la fortuna di vivere in uno stato governato da soggetti istruiti e potenti come era una volta la Prima Repubblica italiana ti ritrovi in un popolo impotente sfruttabile o schiavizzabile.
E se a colpi di istruzione e informazione rendi il popolo capace di agire autonomamente, metti “I PIÙ RAPACI” nella condizione privilegiata di assaltare la diligenza Stato e di abusare da “PRENDITORI” di tutto e di tutti con la complicità dei governanti deboli o corruttibili.
Ora abbiamo il popolo italiano straripante di professori e professionisti attrezzati per mangiarsi vivo lo Stato a danno dei sottoccupati che sono 4 milioni e mezzo; e disoccupati e poveri una marea incalcolabile. Per non parlare delle condizioni pietose degli immigrati e dei piccoli imprenditori sfruttati e macellati come animali da soma.
E a questo livello di degrado non ci sono istituzioni pubbliche capaci di evitare gli abusi o di assicurare giustizia alle vittime. E sulla sicurezza stendiamo pure un velo pietoso.
Per uscire dalle sabbie mobili, le cosiddette parti sociali: corporazioni, sindacati e ordini professionali, prima o poi dovranno assumersi una qualche responsabilità collegiale, depurando dalle mele marce il mondo culturale, alimentare, sanitario, della sicurezza e della giustizia.
Lo Stato, con le sue istituzioni e i suoi milioni di addetti, può avere il potere di governare un popolo di lavoratori schiavo della propria ignoranza; ma uno di professori e dottori liberi è ingovernabile.
E se abusano impunemente della propria capacità, (i poveri col reddito di cittadinanza) e (i ricchi grazie al bonus 110 rivestono di “cappotto termico” i loro grattacieli a spese dei morti di fame); predispongono il sistema Italia al fallimento economico, alla guerra civile o peggio ad una feroce dittatura.
Franco Luceri

Redazione Radici

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