Borgo: tradizione o cambiamento?

Borgo: tradizione o cambiamento?

Lungo tutta la penisola italiana, sono presenti numerosi borghi o comuni, con differenti caratteristiche legate all’aspetto, il luogo in cui si trovano, la storia, le tradizioni, i dialetti e la popolazione. Nel tempo questi fattori subiscono netti

cambiamenti che per un borgo, possono avere effetti positivi, come l’estensione dell’abitato, la crescita economica o effetti negativi come l’abbandono con conseguente rovina degli edifici, dei monumenti, delle strade e in generale della forma. Di quest’ultimo aspetto se n’è interesso lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, dove nel documentario “La forma della città” (1974), partendo dall’esempio della piccola città di Orte, situata nell’alto Lazio, analizzò come la forma dell’abitato era cambiata. Le vie e le case erano deteriorati e accanto al centro storico c’erano palazzi di costruzione moderna che secondo Pasolini, erano elementi di disturbo e non di armonia con il resto del borgo. Il poeta mette in evidenza l’importanza di proteggere la storia di un luogo, nel curare gli elementi della città quali monumenti storici, chiese, case che rappresentano lo spirito della popolazione che ci abita.

L’idea del proteggere l’identità di un borgo, cara a Pasolini, fu presa in considerazione soltanto anni dopo, con la nascita di associazioni di tutela dei piccoli centri, esempio è l’associazione “Il Borghi più belli d’Italia” nata nel 2001 e che promuove appunto la valorizzazione dei borghi italiani. Le varie associazioni e le Regioni hanno fatto progetti per incrementare il turismo, la ripopolazione attraverso incentivi economici. Uno dei tanti esempi positivi è il caratteristico paese, Santo

Stefano di Sessanio in Provincia dell’Aquila in Abruzzo, immerso nel Parco Nazionale del Gran Sassonia e dei Monti della Laga e inserito nel “Club dei Borghi più belli d’Italia”, duramente colpito dal terribile terremoto che colpì l’Abruzzo nel 2009. La politica locale è riuscita attraverso investimenti a rilanciare il paese, incentivando il turismo attraverso gli alberghi diffusi già presenti dagli anni novanta, ricostruendo gli edifici crollati e il simbolo del Comune, la Torre Medicea totalmente distrutta a seguito del terremoto e ricostruita con un investimento da un milione di euro.

Dunque è importante ripartire dalla rivalutazione dei piccolo centri dei monumenti storici. Tornando da un viaggio appena fatto ad Atene ho capito quanto è significativa l’importanza del preservare il passato, gli antichi resti degli edifici un tempo culle della civiltà e della cultura. Gli antichi greci avevano a cuore gli spazi e i luoghi della città fatti per la cittadinanza dove tutto aveva un criterio senza distruggere o modificare, stessa idea che molti secoli dopo verrà ripresa da Pasolini, il ritorno ad una realtà semplice.

Antonio Simondi

Redazione

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