Il giorno della Memoria. Una riflessione e una preghiera

Il giorno della Memoria. Una riflessione e una preghiera

di Antonino Giannone

Il giorno della Memoria e’ stato fissato ogni 27 gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto
È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria. Perché il 27 gennaio?

Perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, dove furono assassinati e bruciati vivi decine di migliaia di ebrei. La quasi totalità degli ebrei deportati dall’Italia, fu destinata ad Auschwitz. Solo una piccola minoranza viene destinata ad altri campi: Belsen e Buchenwald.

L’Italia ha fissato le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria nella legge 20 luglio 2000 n. 211 con gli articoli 1 e 2 che recitano come segue: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”

Ad Auschwitz la specie umana toccò la punta più feroce del suo abominio.

Noi Cristiani, oggi, insieme alle generazioni dei più giovani: figli e nipoti, fermiamoci un momento a rivolgere la nostra preghiera a Dio perché l’uomo non ripiombi mai più nell’oscurità senza valori etici, senza più rispetto della Persona e della sua dignità qualunque sia la sua etnia.

Ricerchiamo una condivisione su alcuni Valori universali condivisi e sosteniamo i giovani a costruire una nuova Civilta dell’Amore.

Redazione

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