Il grande problema degli audio di Berlusconi

Il grande problema degli audio di Berlusconi
Fonte immagine: Getty Images/La Presse

di Donatello D’Andrea

Tra ieri e oggi diversi giornali e programmi televisivi hanno diffuso degli audio registrati da un parlamentare di FI ad una riunione organizzata dal partito e contenenti le “opinioni” di Berlusconi su Putin, Zelenskyy e la guerra in Ucraina.

Come si può facilmente intuire, il solo fatto che ci sia un parlamentare che, nonostante la richiesta di riservatezza avanzata dal Cavaliere alla fine del suo sproloquio, abbia comunque diffuso la registrazione è indicativo dello stato di salute del partito, che si sta inesorabilmente logorando dall’interno. L’implosione, nonostante un accordo a quanto pare debolissimo e quasi inesistente con FdI per i ministeri, è solamente rimandato. Resta da capire il motivo per cui un parlamentare si sia preso la briga di “sabotare” il proprio leader. Ci sono tante ipotesi in merito, tra cui quella di forzisti vicini a FdI – quelli che minacciavano la scissione qualche giorno fa – che avrebbero volontariamente fatto un “favore” a Meloni, così da indebolire ancora di più la posizione di Forza Italia nelle trattative, ridimensionando la posta in gioco per il Cavaliere.

Le dichiarazioni di Berlusconi sono comunque molto gravi e deleterie per la linea atlantista di Giorgia Meloni e per la stessa storia del partito del Cavaliere, da sempre legato agli americani. Nonostante l’amicizia personale che lo lega a Putin, Berlusconi si è sempre dichiarato amico degli Stati Uniti (“a universal message of freedom and democracy”, in molti ricorderanno il discorso di Berlusconi a Camp David con Bush).

Nell’audio, poi, quando Berlusconi cita Zelenskyy (“Zelenskyy, secondo me… lasciamo perdere, non posso dirlo…”) con evidente intento accusatorio, riceve un applauso dai presenti. Ciò significa che Berlusconi non è l’unico a pensarla in quel modo.

Qui un piccolo estratto dell’audio diffuso oggi da La Presse:

Lui [Putin] è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia. E allora si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica, Zelensky eccetera, e mettere un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro. È entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente. E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti anni. Quindi, questa è la situazione della guerra in Ucraina

Queste parole portano con sè una serie di gravi conseguenze sia sulla politica interna che sullo scenario internazionale.

Innanzitutto queste dichiarazioni condizioneranno la posizione del PPE sulla guerra in Ucraina. Manfred Weber, leader della formazione continentale, dovrà prendere una decisione, se difendere ancora FI o condannare l’alleato (ed espellerlo?). Poi, le dichiarazioni minano la posizione internazionale del nascente esecutivo nei confronti dell’Europa e degli Stati Uniti, Infatti Berlusconi ne ha anche, indirettamente, per Biden quando dice che in Occidente non ci sono leader” e, soprattutto, quando nella nota ufficiale “di difesa” dove sottolinea che “il governo degli Stati Uniti  ha disatteso le premesse multilaterali date da Donald Trump

Ma se possibile, esiste un problema ancora più grande, connesso a queste dichiarazioni e alla miriade di conseguenze qui brevemente riportate: il papabile ministro degli Esteri sarà Antonio Tajani, di Forza Italia e uomo politico molto vicino al Cavaliere. Alla luce delle posizioni del suo capo partito, è ancora possibile dare questo dicastero ad una figura proveniente o vicina al partito di Silvio Berlusconi?

Redazione Radici

Donatello D'Andrea

Classe 1997, lucano doc (non di Lucca), ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e frequenta la magistrale in Sistemi di Governo alla Sapienza di Roma. Appassionato di storia, politica e attualità, scrive articoli e cura rubriche per alcune testate italiane e internazionali.

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