Le principesse di Bisanzio

Le principesse di Bisanzio

Di Apostolos Apostolou

 

Zoe Sofia Paleologa, che in seguito cambiò il suo nome in Sofia Paleologa in greco: (1472 – 1503), fu Gran Duchessa e principessa di Mosca, era una nipote dell’ultimo imperatore bizantino Costantino XI Paleologo nonché seconda moglie di Ivan III di Russia Dopo la morte di padre di Sofia Paleologo Tommaso Paleologo la principessa Sofia è stata adottata dal Papa.

La principessa Sofia Paleologa vive dopo la caduta di Costantinopolo e dell’ Impero Bizantino che avvenne nel 1453. L’educazione della Sofia Paleologa fu assegnata a un famoso scienziato, il cardinale greco Basilio Bessarione. Il suo fratello di Sofia Paleologa il maggiore Andrea divenne l’imperatore de jure bizantino, ma vendette i suoi diritti a diversi monarchi europei e alla fine morì in povertà. Nel 1466 la Repubblica di Venezia invitò il re Giacomo II di Cipro a chiedere la mano di Sofia in matrimonio, ma lui rifiutò. Intorno al 1467, Papa Paolo II offrì la mano di Sofia a un principe Caracciolo. Erano solennemente fidanzati, ma il matrimonio non ebbe mai luogo. E quando Maria di Tver’ la prima moglie del Gran Principe Ivan III di Mosca , morì nel 1467 e siccome esisteva sempre una diplomazia matrimoniale.

E come scrivono i storici Papa Paolo iI nel 1469 , probabilmente con la speranza di rafforzare l’influenza della Chiesa cattolica in Russia , o l’unificazione degli ortodossi e dei cattolici come era stato stabilito nel Concilio di Firenze fu l’iniziatore del matrimonio tra Sofia Paleologa e principe Ivan III.

La nipote dell’ultimo Paleologo – la prima zarina, fondò lo stato russo sul pensiero di Ortodossia e della tradizione bizantina. Dal 1472, quando Sofia andò in Russia, inizia la storia dello stato moderno – zarista. I russi poi, a causa del clima, non coltivavano, erano solo cacciatori. Sophia li convinse a coltivare i campi che avevano, contribuendo così alla formazione dell’economia agricola, durante tutto il dominio zarista.Sophia fu la prima a stabilire in Russia, sul modello di Costantinopoli, un servizio segreto, precursore della zarista Okhrana (era la polizia segreta della Russia zarista, posta alle dirette dipendenze del Ministero degli affari interni) e del KGB, il Comitato per la Sicurezza dello Stato.

Principessa Teofano ( 960 991) è stata imperatrice del Sacro Romano Impero per sette anni dopo la morte di suo marito Ottone II. Fu tra le donne più influenti del Medioevo. Tramite l’intermediazione dell’Arcivescovo di Colonia Gerone il 14 aprile 972 divenne moglie di Ottone II. Scortata dall’ Arcivescovo Gerone e da due vescovi ed un vasto seguito di nobili sbarcò in Puglia e poi giunse a Roma il 14 aprile 972, dove l’attendeva il diciassettenne Ottone II. Come scrivono molti storici, la sua dote consistette in diverse centinaia di carri di madreperla, ebano, pietre preziose, oro, argento, bronzo che ne fecero probabilmente la donna più ricca dell’epoca, ma soprattutto nei territori bizantini dell’Italia meridionale: i temi di Puglia e di Calabria. Un matrimonio era un prodotto politico.

Principessa Teano portò in Europa occidentale le arti e le lettere di Bisanzio, creando questo “ibrido” culturale che caratterizza oggi il Vecchio Continente. Portò i costumi della corte bizantina, anche portò esperti di tessuti e abbigliamento per cucire abiti come a Costantinopoli, anche calzolai che rispondevano alle esigenze della corte bizantina.

Prese anche musicisti dai cantori reali che trasmisero la musica bizantina agli occidentali e vi eseguirono le feste come si faceva a Bisanzio, secondo l’Ordine Basiliano, che descrive le tipiche cerimonie e feste bizantine.

Dalla principessa Teofano, i tedeschi e altri occidentali conobbero il ritmo a tre note, perché avevano ritmi a due note e quattro note. Gli occidentali non riuscivano a capire i ritmi “singoli” come terzine, pentagrammi, ecc. Così con la musica di queste “efimnie” e giambiche fu trasferita e divenne l’idea acustica per il cosiddetto “valzer” della musica dell’Europa occidentale.

Grandi compositori, come Strauss, composto sulla base di questo ritmo che oggi è addirittura considerato una delle danze europee più brillanti.
Ci sono matrimoni nella storia per unire le loro forza. Nel 1004 l figlio del Doge Pietro Orseolo, Giovanni Orseolo coreggente del dogeveneziano. sposò la nipote Maria Argyropoulina e nipote di Romano Porfirogenito. Secondo la storia nel giugno 1004 partì per Costantinopoli dove sposò Maria, figlia del principe bizantino Argiro e nipote dell’imperatore Basilio II Bulgaroctono e nipote dell’ imperatore Romanos II, e anche nipote dell’ imperatore Costantino VIII.

Il matrimonio servì a rinvigorire l’alleanza tra Venezia e i Bizantini, già fortificata dall’abilità politica del doge e questo perché Venezia era una potenza nascente. Così il matrimonio tra Giovani Orseolo e Maria Argyropoulou riporterebbe una normalità nei rapporti tra Venezia e Bisanzio. I progetti strategici di Basilio II Bulgaroctono si rivolgevano alla penisola balcanica, e non in Italia. la principessa Maria Argyropoulina portò con sé le nuove abitudini alimentari di Bisanzio.

La forchetta diventa conosciuta con la principessa Maria Argyripoulina a Venezia. Si mormora che la forchetta sia stata di origine bizantina, e che quando intorno all’anno mille fu importata in Europa su iniziativa della principessa Maria Argyropoulina, la chiesa valutò brevemente la possibilità di bandirla, a causa della sua ovvia forma demoniaca. San Pier Damiani grande moralizzatore e latinista ultimo servo dei monaci ha scritto un libello contro Maria Argyropoulou.

Nella cerimonia del matrimonio ha usato forchette d’oro, ma la forchetta nell’XI secolo era una specie di controversia. La sposa portò al marito una grande dote come un palazzo a Costantinopoli dove vissero dopo il suo matrimonio, Giovanni di conseguenza diede alla moglie il titolo di patrizia.Giovanni Orseolo e Maria Argyropoulou e il figlioletto morirono vittime di una pestilenza. I loro corpi furono tumulati nella chiesa di San Zaccaria.

Apostolos Apostolou. Scrittore e Professore di filosofia.

Redazione Radici

 

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