La Settimana della Lingua Italiana nel Mondo premia la traduzione poetica
M’illumino d’immenso. Premio Internazionale italo-svizzero di Traduzione di Poesia dall’italiano”
Venerdì 21 ottobre, alle ore 19:00, nell’ambito della XXII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (SLIM), presso l’Istituto Italiano di Cultura Città del Messico (Francisco Sosa 77, Coyoacán, Ciudad de México) si terrà la cerimonia di premiazione della V edizione di “M’illumino d’immenso. Premio internazionale di Traduzione di poesia dall’italiano in spagnolo” (https://iicmessico.esteri.it/iic_messico/it/gli_eventi/calendario/2022/10/cerimonia-di-premiazione-della.html).
La cerimonia di premiazione sarà preceduta da un dialogo tra i poeti e traduttori Fabio Morábito, Elisa Díaz Castelo e Paula Abramo.
La cerimonia di premiazione per la III edizione di M’illumino d’immenso. Premio internazionale di Traduzione di poesia dall’italiano in arabo” si terrà presso l’Istituto Italiano di Cultura Il Cairo (3 ElSheikh ElMarsafi street, Zamalek – Cairo) domenica 23 ottobre alle ore 19:00: https://iiccairo.esteri.it/iic_ilcairo/resource/doc/2022/10/programma_settimana_della_lingua_italiana_2022.pdf
Questo premio italo-svizzero, il cui titolo è il testo di “Mattina”, la celebre poesia di Giuseppe Ungaretti (1888-1970), creato in Messico nel 2018 con l’obiettivo di promuovere la traduzione e la diffusione della poesia italiana e svizzero-italiana nei paesi ispanofoni, ha subito iniziato ad attirare concorrenti da quasi tutti i paesi di lingua spagnola e si è poi ampliato ad altre lingue (arabo e tedesco). È organizzato dai poeti Fabio Morábito (Messico) e Vanni Bianconi (Svizzera), e dalla traduttrice Barbara Bertoni (Italia), con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura Città del Messico e Il Cairo, delle Ambasciate di Svizzera in Messico e in Egitto, del Toledo Programm – Deutscher Übersetzerfonds, e il patrocinio di Biblioteche di Roma.
Viene premiata la migliore traduzione di due poesie in lingua italiana, una di un poeta italiano e una di un poeta svizzero. Per questa edizione del premio, le poesie erano: “Ci fosse stato il tempo” di Franco Marcoaldi (Italia) e “Di notte, nel bosco” di Donata Berra (Svizzera).
V EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – SPAGNOLO”
La giuria internazionale, composta da due degli organizzatori, Barbara Bertoni (Italia) e Fabio Morábito (Messico), e da Juan Carlos Reche (Spagna), poeta e traduttore, direttore dell’Instituto Cervantes di Palermo, ha deliberato di concedere il Premio della V edizione di “M’illumino d’immenso–spagnolo” a Isabel Teresa García Casalta de Puglisi (Venezuela). Per consultare il verbale della giuria: http://iicmessico.esteri.it/iic_messico/resource/doc/2022/10/fallo_del_jurado_2022.pdf
A questa edizione hanno partecipato 149 traduttori residenti in 17 paesi diversi: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Francia, Guatemala, Italia, Messico, Nicaragua, Perù, Spagna, Svizzera, Uruguay, USA e Venezuela.
La vincitrice si aggiudica 500 euro, una settimana di alloggio presso La Casa delle Traduzioni offerta da Biblioteche di Roma, un abbonamento annuale a Ametli (Associazione Messicana dei Traduttori Letterari) e la pubblicazione delle sue traduzioni su riviste letterarie italiane, messicane, svizzere e spagnole.
III EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – ARABO”
La giuria per la lingua araba, composta da tre traduttori e poeti, Aldo Nicosia (Italia), Amarji (Siria) e Zineb Saaid (Marocco), ha esaminato traduzioni di concorrenti residenti in 8 paesi diversi (Egitto, Giordania, Italia, Iraq, Marocco, Siria, Svezia, Tunisia).
Il vincitore di “M’illumino d’immenso-arabo” è Reddad Cherrati (Marocco) (https://iiccairo.esteri.it/iic_ilcairo/resource/doc/2022/10/verbale_arabo_2022.pdf).
Il vincitore si aggiudica una settimana di alloggio presso La Casa delle Traduzioni offerta da Biblioteche di Roma, 200 euro come contributo per le spese di viaggio e la pubblicazione delle sue traduzioni.
I EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – TEDESCO”
La giuria per la lingua tedesca, composta da tre traduttori di grande prestigio (Luis Ruby, Michelle Steinbeck e Annette Kopetzki), ha ricevuto proposte di traduzione da concorrenti di cinque paesi (Austria, Brasile, Germania, Italia, Svizzera).
La vincitrice di “M’illumino d’immenso-tedesco” è Ruth Gantert (Svizzera) (https://www.toledo-programm.de/projekte/4760/wettbewerb-m-illumino-d-immenso/).
Sarà premiata alla Literaturhaus di Basilea il 15 novembre: https://www.literaturhaus-basel.ch/de/programm/programm/
La vincitrice si aggiudica 1000 euro, una settimana di alloggio presso La Casa delle Traduzioni offerta da Biblioteche di Roma, e la pubblicazione delle sue traduzioni.
I POETI DELLA TAVOLA ROTONDA che precederà la cerimonia di premiazione a Città del Messico:
Fabio Morábito (Alessandria, Egitto)
Ha trascorso l’infanzia a Milano e all’età di quindici anni si è trasferito in Messico, dove vive. Nonostante la sua lingua materna sia l’italiano, scrive in spagnolo. È autore di diversi libri di poesia, racconti, saggi e di due romanzi. Ha tradotto Opere complete di Eugenio Montale e Aminta di Torquato Tasso. Ha vissuto a lungo all’estero e molti dei suoi libri sono stati tradotti in tedesco, inglese, francese, portoghese e italiano.
Elisa Díaz Castelo (Città del Messico)
Ha vinto il Premio Bellas Artes dd Poesia Aguascalientes 2020 per El reino de lo no lineal, il Premio Nazionale di Poesia Alonso Vidal 2017 per Principia e il Premio Bellas Artes di Traduzione Letteraria 2019 per Cielo nocturno con heridas de fuego di Ocean Vuong. Il suo ultimo libro, Proyecto Manhattan, è stato pubblicato nel 2021 da Ediciones Antílope. Principia è appena stato ripubblicato da Ediciones Elefanta.
Paula Abramo (Città del Messico)
Poetessa e traduttrice, è autrice della raccolta di poesie Fiat Lux (FETA, 2012). Ha tradotto più di mezzo centinaio di libri di poesia, narrativa, saggistica e letteratura infantile dal portoghese allo spagnolo tra cui Cuentos completos di Clarice Lispector (FCE 2020) e i racconti di Machado de Assis. Ha vinto il Premio Bellas Artes di Traduzione Letteraria Margarita Michelena ed è membro del Sistema Nazionale di Creatori d’Arte.
GLI ORGANIZZATORI
Barbara Bertoni (Genova, Italia)
Ha tradotto oltre cinquanta volumi di narrativa dallo spagnolo, dal francese, dal catalano, dal portoghese e dall’inglese. Tra gli autori tradotti: Roberto Bolaño, Augusto Monterroso, Carmen Laforet, Alejo Carpentier, Georges Simenon, ecc. Nel 2015 ha creato il Laboratorio Trādūxit, un laboratorio di traduzione letteraria collettiva,che si propone di formare traduttori letterari e diffondere la letteratura in lingua italiana.
Vanni Bianconi (Locarno, Svizzera)
È poeta e traduttore dall’inglese (Denton Welch, W.H. Auden, Somerset Maugham, William Faulkner). Ha pubblicato Ora prima. Sei poesie lunghe (Casagrande, 2008), Il passo dell’uomo (Casagrande, 2012), London as a Second Language (Humboldt Books, 2016) e Sono due le parole che rimano in ore (Casagrande, 2017). È il direttore artistico di Babel, festival di letteratura e traduzione.
Fabio Morábito (Alessandria, Egitto)
Ha trascorso l’infanzia a Milano e all’età di quindici anni si è trasferito in Messico, dove vive. Nonostante la sua lingua materna sia l’italiano, scrive in spagnolo. È autore di diversi libri di poesia, racconti, saggi e di due romanzi. Ha tradotto Opere complete di Eugenio Montale e Aminta di Torquato Tasso. Ha vissuto a lungo all’estero e molti dei suoi libri sono stati tradotti in tedesco, inglese, francese, portoghese e italiano.
GLI AUTORI DELLE POESIE
Franco Marcoaldi (Italia)
È autore di testi teatrali (Benjaminowo e Sconcerto, messi in scena da Toni Servillo, e Quinta stagione da Marco Baliani) ed è lui stesso performer teatrale. La sua produzione è molto ampia e spazia tra i generi letterari più diversi: romanzi, saggi, libri di viaggio. Ma la sua vera vocazione è la poesia. I suoi libri, alcuni dei quali veri e propri best seller, hanno vinto i più importanti premi letterari e sono tradotti in diverse lingue. Ricordiamo: A mosca cieca, Celibi al limbo, L’isola celeste, Animali in versi, Il tempo ormai breve, La trappola, Tutto qui, Il mondo sia lodato, Amore non amore.
Donata Berra (Svizzera)
È nata a Milano nel 1947, dove ha studiato letteratura italiana e musicologia, e vive a Berna. È autrice di poesia e traduttrice dal tedesco (tra gli altri Dürrenmatt, Merz, Zweig). Ha pubblicato quattro raccolte di poesia, qui si ricordano A memoria di mare (Casagrande, Bellinzona 2010) e Vedute bernesi (alla chiara fonte, Viganello 2017). Nel 2019, per i tipi del Limmat Verlag di Zurigo, è uscita la raccolta Antologica Maddalena (traduzioni di Christoph Ferber), una selezione delle quattro raccolte precedenti con l’aggiunta di alcuni inediti.
I TRADUTTORI PREMIATI
V EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – SPAGNOLO”
Isabel Teresa García de Puglisi (Caracas, Venezuela)
Ha studiato filologia italiana e inglese presso l’Universidad Central de Venezuela e ha conseguito un diploma post-laurea in Traduzione inglese-spagnolo di letteratura contemporanea presso l’Universidad Pompeu Fabra. Ha lavorato come insegnante di lingue e traduttrice ed è membro di ACE Traductores (Spagna) come pre-socia. Inoltre ha vinto diversi concorsi di poesia in Venezuela e Colombia e ha collaborato con El Papel Literario del quotidiano El Nacional (Caracas). Tra le sue pubblicazioni si annovera la traduzione in spagnolo di Terre des hommes, di Antoine de Saint-Exupéry, per la casa editrice Lugar Común (Caracas).
III EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – ARABO”
Reddad Cherrati (Casablanca, Marocco)
Traduttore ed insegnante d’italiano e membro della Casa della poesia in Marocco. Ha ottenuto la laurea in Lingua e Letteratura spagnola e ha realizzato parte dei suoi studi presso l’università di Siena e di Perugia. Ha tradotto dall’italiano e dallo spagnolo all’arabo vari autori, tra cui: Alda Merini, Giuseppe Conte, José Angel Valente, Izet Sarajlic, Mario Luzi, Donatella Bisutti, Giacomo Trinci, Giuseppe Ungaretti, Andrea Zanzotto. Ha curato traduzioni pubblicate dal Consiglio Nazionale per la Cultura, le Arti e le Lettere, specialmente per la collana Ebdaat Alamya/creazioni universali.
I EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – TEDESCO
Ruth Gantert (Zurigo, Svizzera) ha studiato romanistica a Zurigo, Parigi e Pisa. È direttrice artistica del Service de Presse Suisse, coordinatrice del progetto «Viceversa» e responsabile dell’edizione tedesca della rivista nonché del sito trilingue viceversaletteratura.ch. È direttrice della Fondazione culturale Casa Atelier di Bedigliora (fcab.ch), mediatrice culturale e traduttrice. Ha tradotto dal francese i primi sei volumi del Manifeste incertain di Frédéric Pajak (Ungewisses Manifest, edition clandestin), dall’italiano dei racconti di Anna Felder (Circolare, Limmat Verlag) e dal romancio delle poesie di Flurina Badel (Tropischer Tinnitus, Edition Howeg).
LE GIURIE
V EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – SPAGNOLO”
Barbara Bertoni (Genova, Italia)
Ha tradotto oltre cinquanta volumi di narrativa dallo spagnolo, dal francese, dal catalano, dal portoghese e dall’inglese. Tra gli autori tradotti: Roberto Bolaño, Augusto Monterroso, Carmen Laforet, Alejo Carpentier, Georges Simenon, ecc. Nel 2015 ha creato il Laboratorio Trādūxit, un laboratorio di traduzione letteraria collettiva,che si propone di formare traduttori letterari e diffondere la letteratura in lingua italiana.
Fabio Morábito (Alessandria, Egitto)
Ha trascorso l’infanzia a Milano e all’età di quindici anni si è trasferito in Messico, dove vive. Nonostante la sua lingua materna sia l’italiano, scrive in spagnolo. È autore di diversi libri di poesia, racconti, saggi e di due romanzi. Ha tradotto Opere complete di Eugenio Montale e Aminta di Torquato Tasso. Ha vissuto a lungo all’estero e molti dei suoi libri sono stati tradotti in tedesco, inglese, francese, portoghese e italiano.
Juan Carlos Reche (Córdoba, Spagna)
Ha pubblicato le raccolte di poesie Carrera del fruto e Los nuestros (Pre-Textos). Nel 2013 ha vinto il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero della Cultura italiano per la sua attività come traduttore della poesia italiana del Secondo Novecento (Caproni, Raboni, Cucchi, ecc.). È stato direttore dell’Instituto Cervantes di Roma (2017-2022) e attualmente dirige quello di Palermo.
III EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – ARABO”
Aldo Nicosia (Italia)
Ricercatore all’Università di Bari, è autore de Il cinema arabo (2007) e Il romanzo arabo al cinema (2014). Ha pubblicato svariati articoli anche su letteratura contemporanea, sociolinguistica e dialettologia. Si è occupato dell’analisi delle traduzioni in arabo magrebino de Le petit prince e nella variante standard di opere di Andrea Camilleri. Di recente ha tradotto il romanzo egiziano Il concorso di Salwa Bakr, e parte della raccolta Kòshari. Racconti arabi e maltesi, di cui è stato anche curatore.
Amarji, pseudonimo di Rami Youness, (Siria)
Poeta e traduttore siriano, nato nel 1980. Ha pubblicato 7 libri di poesia tra cui: Con la bocca piena di lampi (2019); La filologia dei fiori (2020); La forma del silenzio (Edity 2020, Palermo). Ha tradotto in arabo opere di Leopardi, Campana, D’Annunzio, Pirandello, Pasolini, Bufalino, e di molti altri poeti. Primo premio di poesia del Concorso Internazionale indetto da (M.A.R.I.C.), Salerno 2018. Premio letterario internazionale Magna Graecia, sezione “aforismi”, Genova 2018. Premio Ibn Battuta per la traduzione in arabo del libro Verso la Cuna del Mondo di Guido Gozzano, Abu Dhabi 2020.
Zineb Saaid (Marocco)
Ha conseguito laurea specialistica in Lingua e civiltà dell’Asia e dell’Africa mediterranea a Ca Foscari, Venezia. Ha Insegnato lingua araba alla SSML di Vicenza. Ha pubblicato due raccolte di racconti (Un matrimonio rosso per il risveglio, Marocco, 2006 e I frammenti della patria, Roma, 2020), e una raccolta di poesie (Il viaggio dell’anima, Torino, 2008). Ha tradotto in arabo, insieme a Rabi Ouannich, il saggio Contro l’islamofobia di Basso e Perocco (Giordania, 2020) e diversi articoli e poesie.
I EDIZIONE DI “M’ILLUMINO D’IMMENSO – TEDESCO
Luis Ruby, nato a Monaco nel 1970 da madre spagnola e padre tedesco, traduce dall’italiano, dal portoghese e dall’inglese, tra gli altri autori come Niccolò Ammaniti, Clarice Lispector ed Eduardo Halfon. Per il suo lavoro è stato insignito del Premio bavarese per la promozione dell’arte e della Borsa di studio per la letteratura di Monaco.
Michelle Steinbeck, nata nel 1990 a Lenzburg, ha studiato scrittura letteraria a Bienne e vive a Basilea. È redattrice della Fabrikzeitung, organizzatrice e membro del Babelsprech, giovane poesia in lingua tedesca. Ha pubblicato prosa, poesia in antologie e libretti, ha scritto per la radio e per il teatro. Mein Vater war ein Mann an Land und im Wasser ein Walfisch è il suo primo romanzo.
Annette Kopetzki, nata ad Amburgo, è stata lettrice di letteratura tedesca in Italia e ha conseguito un dottorato sulla traduzione letteraria. Oltre alle traduzioni di letteratura e poesia italiana, si dedica alla teoria della traduzione con articoli e seminari. Ha tradotto in tedesco Pier Paolo Pasolini, Norberto Bobbio, Erri de Luca, Laura Pariani, Giuseppe Bonaviri, Antonella Anedda, Alessandro Baricco e Ugo Riccarelli, tra gli altri.
Le poesie da tradurre:
Ci fosse stato il tempo
di trattenerla nella macchia
la giovane cerbiatta sarebbe ancora lì,
tranquilla, a brucare il dragoncello.
Se fosse stato bello la signorina al banco
ora sarebbe felicemente piena di rimorsi.
Fossero stati intarsi e non ferite
l’occhio s’atteggerebbe a stupore, non dolore.
Fossero state ore io non t’avrei
aspettato, ma è stato un secolo,
e di piogge, e dalle logge vedevo solo nebbia.
Nel dubbio son restato. La radio
gracchiava di guerre e terremoti e soli
azzurrati per colpa di ignote malattie.
Bui s’erano fatti intanto i corridoi
e dalla centralina tardavano a venire.
Tu mi conosci, non m’azzardavo
a uscire senza lume.
Finché un gran correre nel cielo
di greggi bianche e scure e lune con le piume
mi hanno indicato che c’è forma ma non traccia
per l’intero rompicapo. È allora che ho accettato
la ferita la cerbiatta morta
la malinconica barista sulla porta.
Il modo indicativo dello stare al mondo.
Quando non hai quello che ami
ama il reale che trascina a fondo
Franco Marcoaldi, A mosca cieca, Einaudi, 1992.
Di notte, nel bosco
Sei venuto di notte, a mostrare
la faccia splendente dell’amore.
Tu parli, e nel bosco
si fanno velluto le ombre
sotto gli occhi attenti delle civette.
Io guardo altrove, ma nel buio
si accende il ricordo ai filari d’uva
dove nel corso del lungo pomeriggio
i grappoli si sono inzuccherati al sole.
Tu ridi, e i tassi nel folto del bosco
si attestano in posizioni più sicure.
Al sole del caldo pomeriggio
le pigne crocchiando si sono spaccate,
io ho raccolto i pinoli
li ho ordinati in fila ad uno ad uno.
Tu guardi, e mille occhi si accendono,
sguardi inquieti posano su di te.
Io cerco una scusa, un’attenuante,
ma dalla memoria dilatata e scomposta
mi risponde un brusio indecifrabile.
Tu chiedi, e la tiepida notte
si strappa in nastri di lutto, ali
di grandi uccelli in fuga
sfrangiano l’aria, mentre
inesorabile mi possiede
il corpo vischioso del diniego.
Donata Berra, poesia inedita.
Le traduzioni di Isabel Teresa García de Puglisi (Venezuela):
Si hubiese habido tiempo
de retenerla en la espesura,
la joven cervatilla estaría aún allí,
tranquila, pastando en el estragón.
Si hubiese sido bonito la señorita del mostrador
ahora estaría felizmente llena de remordimientos.
Si hubiesen sido incrustaciones y no heridas
el ojo expresaría estupor, no dolor.
Si hubiesen sido horas yo no te habría
esperado, pero ha pasado un siglo,
y de lluvias, y desde las logias veía solo la niebla.
En la duda me quedé. La radio
graznaba guerras y terremotos y soles
azulados por enfermedades desconocidas.
Oscuros se habían puesto entretanto los pasillos
y desde la centralita tardaban en llegar.
Ya me conoces, no me atrevía
a salir sin luz.
Hasta que un gran alboroto en el cielo
de rebaños blancos y oscuros y lunas emplumadas
me indicaron que hay forma pero no rastro
para todo el rompecabezas. Fue entonces cuando acepté
la herida la cervatilla muerta
la melancólica camarera en la puerta.
El modo indicativo de estar en el mundo.
Cuando no tienes lo que amas
ama lo real que te arrastra hasta el fondo
Franco Marcoaldi, A mosca cieca, Einaudi, 1992.
De noche, en el bosque
Has venido de noche, a mostrar
la cara esplendente del amor.
Tú hablas, y en el bosque
se vuelven terciopelo las sombras
bajo los ojos vigilantes de las lechuzas.
Yo miro hacia otro lado, pero en la oscuridad
se enciende el recuerdo en las hileras de uvas
donde en el curso de la larga tarde
los racimos se han azucarado al sol.
Tú ríes, y los tejones en la espesura del bosque
se colocan en posiciones más seguras.
En el sol caliente de la tarde,
las piñas crujiendo se han partido,
yo he recogido los piñones
los he puesto en fila uno a uno.
Tú miras, y mil ojos se encienden,
miradas inquietas se posan sobre ti.
Yo busco una excusa, un atenuante,
pero desde mi memoria dilatada y descompuesta
me responde un murmullo indescifrable.
Tú preguntas, y la tibia noche
se rasga en cintas de luto, alas
de grandes pájaros en fuga
deshilachan el aire, mientras
inexorable me posee
el cuerpo viscoso de la negación.
Donata Berra, poema inédito.
Le traduzioni di Reddad Cherrati (Marocco) :
لَوْ أَنّ هُناكَ وَقْتٌ
لِلاحْتِفاظِ بِهَا في بُقْعَةِ الدّغَلِ
لَكانت أُنْثى الْخَشْفِ لا تزال هُناكَ
لِتَرْعَى هَادِئَةً على نَبَاتِ الطَّرْخونِ.
لَوْ كَان بَهِياّ، لَاجْتَاحَ النّدَمُ الآنَ
الْفَتاةَ التي تَجْلسُ سَعيدةً عَلى الْمَقْعَدِ
لَوْ كَانَتْ زَخَارِف مَحْفورَةً لانُدوبَ
لاقْتَفَتِ الْعَيْنُ أَثَرَ الدّهْشَةِ لا الأَلَم
لَوْ مَرّتْ ساعاتٌ
لَمْ يَكُن بِوُسْعِي اِنْتِظارُكِ لكن نَفَدَ قَرْنٌ
مِنَ الْمَطَرِ، لَسْتُ أَرَى عَبْرَالْمَقْصُورَاتِ إِلاّ ضَبَابًا
في الاِرْتِيّابِ رَاوَحْتُ مَكَانِي. بِصَوْتٍ يُشْبِهُ النّعِيبَ
يَبُتُّ الْمِذْيَاعُ أَخْبَارَ حُروبٍ وزَلازِلَ و شموسٍ
اِزْرَقَّتْ بِأَمْراضٍ مَجْهُولَةٍ
في الْوَقْتِ ذَاتِهِ صارت الرَدَهات مظلمة
و من وَحْدَةِ التّحَكُّمِ تَأَخّروا فِي الْمَجِيءِ
تَعْرِفِينَنِي، لَمْ أَتَجَرّأْ
عَلَى الْخُرُوجِ بِلِاَ ضَوْءٍ
طَالَمَا فِي السَّمَاءِ رَكْضٌ عَظيمٌ
لِقُطْعانٍ بَيْضَاءَ غَامِقَة ٍوَأَقْمَارٍ يَلُفُّهَا الرِّيشُ
دَلّتْنِي عَلَى شَكْلٍ ، لاَ عَلَى أَثَرٍ
لِلْقَلَقِ الْعَارِمِ، رَضيتُ
بالْجُرْحِ، بأُنْثَى الْخَشْفِ الْمَيِّتَةِ
وَ بِإِطْلاَلَةِ النّاذِلةِ الْحَزِينَةِ عَلَى الْبَابِ
الصيغة الدلالية تَكْشِفُ وُجُوَدَنا في العالمِ
إنْ أَعْوَزَكَ مَا تُحِبُّ
اِعْشَقِ الْحَقِيقَةَ التي تَسْحَبُ نَحْوَ الْعُمْقِ.
فرانكو ماركوالدي، من ديوان ، لعبة الذبابة العمياء ، ايناودي، 1992
في الغابة ، لَيْلاً
لَيْلاً، أُتَيْتَ لِتكْشِفَ
وَجْهَ الْعِشْقِ الْمُتَوهِّجِ.
تَتَكَلّمُ، بينما في الغابة
تَغْدو الظّلال مَخْمَلِيّةً
تحت عيونِ الْبُومِ الْحَذِرَةِ.
أشيحُ بنظري بعيداَ، لكن في العتْمَةِ
تَتّقِدُ الذّكرى على صُفوفِ الكُرُومِ
حيثُ تَحَلّتِ الْعَناقِيدُ تحت أشِعّة الشّمسِ
خلالَ الزّوالِ الْمُمْتَدِّ .
تَضْحَكُ، فَتَصْطَفُّ بَناتُ عَرْسٍ
في مَواقِعَ آمِنَةٍ مِلْءَ الغابةِ الْكَثيفَةِ.
تَحْتَ شَمْسِ الزَّوالِ الْحارِّ
اِنْشَقَّتْ ثِمارُ الصّنَوْبَرِ بَعْدَما خَشْخَشَتْ
جَمَعْتُ حَبّاتِها
وَوَضَعْتُها في صَفٍّ واحدة تِلْوَ الأُخْرَى.
تَنْظُرُ وَأَلْفُ عَيْنٍ تَتَأَجّجُ،
نَظَراتٌ قَلِقِةٌ تَتَفَرَّسُك.َ
أَبْحَثُ عَن ذَريعَةٍ، عَن ظَرْفٍ مُخَفِّفٍ
لَكِنْ عَبْرَ الذّاكِرَةِ الْمُمْتَدّةِ الْمُضْطَرِبَةِ
تُجِيبُني غَمْغَمَةٌ مُشَفّرَةٌ
تَسْأَلُ، فَيَنْشَطِرُ اللّيْلُ الدَّافِئُ
إلى أَشْرِطَةِ حِدَادٍ
وتُزَيِّن أَجْنِحَةُ طُيُورٍ كَبيرةٍ هاربةٍ
حَوَاشِيَ الْهَواءِ
فِيمَا تَتَمَلَّكُنِي ذَاتُ الرّفْضِ
الْعَنِيدِ التّخِينِ.
دوناتا بيرا، قصيدة غير منشورة
Le traduzioni di Ruth Gantert (Svizzera):
Blindekuh
Hätte die Zeit gereicht
es im Dickicht zu behalten,
wäre das Rehkitz noch da
und äste ruhig im Estragon.
Wäre er schön gewesen, plagte die junge Frau
am Tresen nun glücklich die Reue.
Wären es Intarsien und nicht Wunden,
weitete Erstaunen das Auge statt Schmerz.
Handelte es sich um Stunden
so wartete ich nicht auf dich,
doch es war ein Jahrhundert
voll Regen, und von den Lauben aus sah ich nur Nebel.
Im Zweifel bin ich geblieben. Das Radio
krächzte von Krieg, Erdbeben und aufgrund
unbekannter Krankheiten bläulichen Sonnen.
Dunkel wurden unterdessen die Flure
und von der Zentrale war niemand gekommen.
Du kennst mich, ohne Licht
traute ich mich nicht hinaus.
Ein grosses Geschiebe im Himmel
weisse und dunkle Herden Federmonde in Sicht
bedeuteten mir zuletzt, es gebe im ganzen Gewimmel
eine Form, doch kein Konzept. Da akzeptierte ich
die Wunde das tote Tier
die betrübte Barfrau an der Tür.
Das Dasein im Indikativ.
Kannst du nicht haben, was du liebst,
so liebe das Reale, das hinunterzieht.
Franco Marcoaldi, A mosca cieca, Einaudi, 1992.
Nachts, im Wald
Nachts bist du gekommen, zu zeigen
das helle Gesicht der Liebe.
Du sprichst, und im Wald
werden die Schatten zu Samt
unter den wachsamen Augen der Eulen.
Ich schaue weg, doch im Dunkeln
entflammt Erinnerung an den Reben,
deren Trauben sich am langen Nachmittag
in der Sonne mit Zucker vollsogen.
Du lachst, und die Dachse im dichten Wald
ducken sich in sicherere Deckung.
In der heissen Nachmittagssonne
zersprangen knackend die Zapfen,
ich sammelte die Pinienkerne
und legte sie in Reih und Glied.
Du schaust, und tausend Augen glimmen,
flackernde Blicke tasten dich ab.
Ich suche Ausflucht und Schulderlass,
doch das geweitete, verwirrte Gedächtnis
antwortet mit unverständlichem Rauschen.
Du fragst, und die laue Nacht
reisst auf in Trauerflor, Flügel
grosser Vögel auf der Flucht
zerfransen die Luft, und mich
erfasst mit unerbittlichem Griff
der klebrige Körper des Nein.
Donata Berra, unveröffentlicht