“La guerra è una pazzia” ma continua e i potenti che fanno?

“La guerra è una pazzia” ma continua e i potenti che fanno?

Dario Patruno

“È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo.

Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il fuoco.

Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a

soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili.”

Penso che le Parole di Papa Francesco con l’Appello personale accorato ai due contendenti nella consapevolezza che pace non si fa con gli amici.

 “ Il mio appello si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo. Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia!”

La mia piccola voce è la voce delle persone che non hanno potere decisionale ma raccolgono il grido di dolore non solo di due popoli che non vogliono la guerra, ma tutti i popoli del mondo che possono e vogliono solo sperare, pregare, gridare, protestare e chiedere con insistenza di cambiare atteggiamento.

Ma chi può deve agire, non può rimanere su posizioni statiche o peggio di lucida follia che ci portano alla guerra atomica e le persone che sudano ogni giorno per assicurare il pane a figli e nipoti, che sono stanchi, si chiedono perché non prevale il buon senso. Tutti gli interessi verrebbero vanificati dall’uso di armi atomiche anche “limitate” nel loro potere distruttivo. Trattasi sempre di un’atomica.  Dopo Hiroshima e Nagasaki (6 agosto – 9 agosto 1945) l’umanità non ha imparato la lezione.

I servizi segreti delle maggiori potenze devono pianificare una strategia di pace attraverso negoziati seri e se hanno bisogno di autorevoli mediatori il Vaticano metterà a disposizione tutto il suo staff di internazionalisti. Ma il tempo sta per scadere e l’uso dell’atomica è alle porte. Fate presto e ricordate la frase di Yitzhak Rabin, presidente dello Stato d’Israele e premio Nobel per la pace. Pagò con la vita nel novembre 1995 e divenne un simbolo del lungo e laborioso processo di pace israelo-palestinese.  “La pace non si fa con gli amici”.

Redazione

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