Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Cappadocia

Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Cappadocia

ISTANBUL – Il poeta, scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, uno dei più influenti intellettuali d’Italia del dopoguerra, verrà commemorato al centenario dalla sua nascita con una mostra intitolata “Parlami, Terra! Medea in Cappadocia con Pasolini e Maria Callas”. La mostra è stata organizzata dall’Istituto Italiano di Istanbul e dalla Missione Italiana dell’Università della Tuscia, presente con le sue attività  in Cappadocia dal 2016 ad oggi.

La mostra al Castello di Uçhisar e al Museo all’aperto di Göreme in Cappadocia rimarrà aperta dal 10 settembre al 10 novembre 2022.  All’inaugurazione saranno presenti Il Vice Ministro della Cultura e del Turismo Nadir Alpaslan, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia Giorgio Marrapodi, il Direttore del Centro Italiano di Cultura Salvatore Schirmo e la Dottoressa Maria Andaloro, Responsabile del Gruppo di Ricerca Italiano della Cappadocia, che si terrà il 10 Settembre 2022 al Castello di  Uçhisar.

La mostra è curata dal Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Salvatore Schirmo e Gaetano Alfano,  insieme alla Dottoressa Andaloro che riporta le location del film Medea di Pasolini, dove il regista ha girato una parte significativa del film nel 1969. Pier Paolo Pasolini, è stato uno degli intellettuali più controversi d’Italia del XX secolo, non solo come regista, ma anche come drammaturgo, attore, artista visivo e giornalista. Fece interpretare alla diva più grande dell’Opera di tutti i tempi, Maria Callas, il ruolo di Medea.  La vasta diffusione del film all’estero attirò un turismo globale in Cappadocia.

CAPPADOCIA, PATRIA DI MEDEA 

Influenzato dalla geografia unica della Cappadocia, che non è cambiata da migliaia di anni, mentre cercava un posto dove girare il film Medea, Pasolini ha preferito questa regione invece della vera patria di Medea, che si estende dal Mar Nero fino alla Georgia oggi. Medea, di cui il regista ha girato la prima parte a Göreme, Ürgüp, Çavuşin in Cappadocia, è una profonda reinterpretazione della leggenda classica con un approccio ideologico-antropologico. Il film, prodotto da Franco Rossellini e Marina Cicogna, è il più costoso tra i film di Pasolini.

La mostra “Parlami, Terra, Medea in Cappadocia” si compone di quattro sezioni; “Medea e Pasolini e la Cappadocia”, la prima parte girata in Cappadocia, contiene dei fotogrammi considerati ognuna un’opera d’arte. Questa sezione rivela il rapporto fatto di empatia e creatività di Pasolini con la Cappadocia. “Medea e Cappadocia con il fotografo Mario Tursi” invece, ci dirige nella storia di Medea, accompagnata dalle fotografie del famoso fotografo di scena Mario Tursi. La terza parte, intitolata “Cappadocia dopo Medea”, documenta come è cambiato il paesaggio in Cappadocia nei 5 decenni dopo che è stato girato il film. In questa sezione vengono utilizzati archivi e fotografie dell’Università della Tuscia, che ha restaurato le pitture rupestri dal 2016 in poi. Tra questi cambiamenti, il più importante senza dubbio è il Museo all’aperto, che è stato inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1985. Inoltre, le località “Kızıl Cukur”(la Valle Rossa) e “Güllüdere” (la Valle delle Rose), ha vinto “il premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2020-2021” promosso da Fondazione Benetton. Nella quarta e ultima sezione “La Cappadocia nelle fotografie di Rodolfo Fiorenza e Murat Gülyaz”, due amici fotografi appassionati della Cappadocia, si confronteranno da due prospettive diverse sul luogo.

Il film di Pasolini è tratto dalla tragedia di Euripide, in cui la regina Medea di Colchide viene abbandonata da Giasone. Infuriata dalla gelosia, Medea ricorre alla magia per uccidere i suoi due figli e la sua rivale, Glauce. Pasolini propone così l’idea del conflitto tra il mondo moderno dominato dalla razionalità e il mondo antico dominato dalle emozioni.

Redazione

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