Il patto fiscaleĀ  tra Lavoratori e Consumatori

Il patto fiscaleĀ  tra Lavoratori e Consumatori

Editoriale

di Ignazio ConteĀ 

Questa campagna elettorale non sembra proporsi diversa dalle precedenti.

Ancora una volta gli elettori sentono la mancanza di una soluzione valida e credibile al problema fiscale.

Da essa dipende la creazione delle risorse finanziarie capaci di dare adeguata soluzione ai problemiĀ  nei piĆ¹ svariati campi dei servizi pubblici: dalla SanitĆ  alla Scuola, dalla Giustizia all’Ordine Pubblico e cosƬ via.

Anche il settore privato ĆØ strettamente interconnesso con il sistema tributario poichĆ© quest’ultimo puĆ² svolgere nei suoi confronti una funzione altamente propulsiva invece di una funziona ostativa allo sviluppo economico e sociale come purtroppo accade da memoria di … contribuente.

La finanza pubblica ĆØ il piĆ¹ importante punto di riferimento della politica di ogni Paese moderno,Ā  ma purtroppo la politica sembra interessarsi soltanto al suo essere problema con la capacitĆ  di attirare consensi elettorali, piuttosto che di richiamare solidalmente tutti all’impegno concreto di trovare le soluzioni dei problemi.

Ignavia, paura, ignoranza ed interessi di bottega? Sono forse queste le cause che hanno determinato l’insano scenario economico, finanziario e sociale nel quale viviamo?

Nel convincimento che ognuno possa e debba portare il proprio contributo rischiando rifiuto e derisione la redazione economica del Corriere Nazionale.netĀ  si propone come punto di riferimento culturale e scientifico, a beneficio di tutti i candidati ed indipendentemente dalla loro schieramento, per un approfondimento dell’ipotesi di una riforma fiscale del lavoro che si caratterizzi con il totale trasferimento di ogni forma di imposizione e contribuzione dal lavoro al consumo.

Un trasferimento nel tempo, senza variazione dei valori di calcolo, cosƬ da lasciare indenne il processo produttivo dai costi fiscali del lavoro per trasferirli totalmente ed in eguale misura dalle varie fasi della produzione all’unico momento del godimento dei beni e dei sevizi acquistati dal consumatore.

Quest’ultimo ĆØ cosƬ chiamato a coprire totalmente ed in unica soluzione il prezzo finale attraverso il pagamento dell’intero carico fiscale trasferito dalle singole fasi del processo produttivo.

Una dinamica questa definibile a costo zero nel senso che non provoca diminuzioni nel gettito fiscale e neppure variazioni sui prezzi al consumo. Anzi in prospettiva puĆ² generare un aumento delle entrate senza riflessi negativi sulla pressione fiscale ed anche un aumento dei redditi per effetto di una maggiore ricchezza da redistribuire.

La nostra proposta non ĆØ piĆ¹ un sistema fiscale che intralciĀ  la produzione di ricchezza penalizzando i lavoratori con la politica delĀ Ā “minimo rendimento con il massimo sforzo”Ā ma che al contrario sappia dare compimento al principio fondante dell’economiaĀ  costituito dal conseguimento delĀ “massimo rendimento con il minimo sforzo”.

La nostra proposta perĀ il lavoro senza tasseĀ vuole fare coincidere il sacrificio fiscale con il beneficio derivante dalla soddisfazione dei bisogni al momento dell’acquisto finale dei beni e dei servizi.

CiĆ² evita al sistema produttivo l’inutile e controproducente disagio delle imposte e dei contributi prelevati direttamente sui redditi prodotti dai lavoratori, siano essi subordinati o autonomi, in forma singola o comunque associata.

Ecco allora che ai candidati che volessero riferirsi nella propria campagna elettorale al progettoĀ il lavoro senza tasseĀ  viene offerta la possibilitĆ  di frequentare un corso a distanza di formazione/informazione finanziato direttamente dai nostri lettori (crowd funding? ndr) e che li metta nella condizione di potersi proporre a tutti i cittadini nella piena consapevolezza dei vantaggi derivanti dall’attuazione della presente proposta di riforma fiscale del lavoro.

Una riforma vera caratterizzata da un obiettivo trasversale rispetto ai partiti ma qualificante delle reali intenzione dei candidati che vogliano perseguire realmente ed efficacemente l’interesse dei cittadini, di tutti i cittadini.

Un impegno profuso con responsabilitĆ  individuale ed in un clima di condivisione dei risultati affatto generati da qualsivoglia forma di conflittualitĆ  ma da una inedita azione solidale ispirata dalla corretta ed unanime interpretazione della nostra Costituzione repubblicana.

Un obiettivo cosƬ importante e difficile da realizzare non puĆ² avere spazi conflittuali generati dalla logica del “partito preso” ma deve fondarsi sulla partecipazione di tutti, senza preclusioni ideologiche e con la totale condivisione del principio che l’Italia ĆØ una repubblica democratica fondata sul lavoro non sia una visione “poetica” ma bensƬ una precisa scelta di carattere economico, finanziario e sociale.

Picconare queste fondamenta attraverso l’uso insano della tassazione del lavoro utilizzandoĀ  in modo improprio il principio della capacitĆ  contributiva ĆØ l’errore compiuto dal fisco dal 1948 ad oggi!

Un errore che ha danneggiato i lavoratori ed anche il fisco stesso che, comportandosi in modo ostativo nei confronti del sistema economico-produttivo ha rinunciato ad essere invece quell’elemento propulsivo che oggi assolutamente deve conquistare.

E questo puĆ² essere fatto con l’aiuto degli elettori che avranno il compito di saperĀ  preferire quei candidatiĀ  che all’interno dei propri partiti avranno dimostrato di volere questa riforma.

Tutti liberi di distinguersi su tutti i temi della politica ma tutti impegnati solidalmente e consapevolmente su un obiettivo condiviso dove indirizzare il proprio impegno e sul quale costruire il proprio successo elettorale.

Il dialogo tra elettori e candidati potrĆ  essere ospitato dal blog appositamente costituito intitolato “Patto fiscale tra lavoratori e consumatori” e la cui animazione dipenderĆ  dall’impegno interattivo di elettori e candidati.

Un patto costruito sulla consapevolezza che l’onere fiscale debba gravare esclusivamente sui consumatori, come peraltro giĆ  accade, e che non debba gravare anche sui lavoratori, subordinati ed autonomi, come stupidamente ĆØ accaduto fino ad oggi, generando confusione e sacrifici del tutto inutili, anzi addirittura dannosi nei confronti dello sviluppo economico italiano e di conseguenze anche delle sue entrate fiscali.

Infatti la loro misura ĆØ strettamente correlata con la ricchezza prodotta ed ogni ostacolo al processo produttivo lo danneggia riducendone le potenzialitĆ  che si traduce inevitabilmente in un minor gettito fiscale.

Oltre a ciĆ², l’ingiustificato aumento della pressione fiscale derivante dalla contrazione nella produzione della ricchezza, produce una spintaĀ  nell’evasione tributaria sempre piĆ¹ marcata mano a mano che aumenta la pressione fiscale per effetto di una minore capacitĆ  produttiva del sistema economico.

Non uno solo ma ben due cani che si mangiano la propria coda!

Questa tornata elettorale cade in un momento assai difficile per l’Italia ma poichĆ© le crisi possono portare alla soluzione dei problemi che le hanno generate, cerchiamo di verificare se questa puĆ² essere l’occasione buona per finalmente avviare un confronto risolutivo dell’annoso problema della riforma fiscale introducendo l’inedita ipotesi delĀ lavoro senza tasse!

Redazione

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