Ecco “Impegno Civico”, il nuovo partito di Luigi Di Maio

Ecco “Impegno Civico”, il nuovo partito di Luigi Di Maio
Fonte immagine: Getty Images

di Donatello D’Andrea

Questa mattina il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha lanciato la sua nuova formazione politica. Si chiamerà “Impegno Civico” e si collocherà nell’alveo della coalizione di centrosinistra.

Non è stato necessario raccogliere le firme necessarie grazie a lui, Bruno Tabacci, storico leader di centro, il quale ha messo a disposizione il simbolo di Centro Democratico. Lo stesso Tabacci aveva già offerto un tetto sicuro a coloro che hanno lasciato il Movimento lo scorso giugno. Non è la prima volta che l’ex sindaco di Milano compie un’operazione del genere, lo fece anche con +Europa qualche anno fa.

Nel logo del partito, oltre al nome del suo leader, c’è anche un’ape. In molti sosterranno che tale coincidenza abbia a che fare con l’assonanza esistente tra “l’Ape Maia” e “l’Ape Maio”, ma lui afferma che è per mettere un punto sulla “coscienza ecologica” del suo nuovo partito.

Il simbolo del nuovo partito di Luigi Di Maio. Come si nota, in alto, compare anche il simbolo di Centro Democratico. Al centro l’ape “ecologica” e in basso il nome del leader.

Relativamente al lato ideologico, Di Maio si propone come un leader responsabile, rimarcando la sua differenza con gli estremismi. Non mancano frecciatine al M5S (“Conte ha trasformato il Movimento in un partito padronale”) e ai veti di Calenda: “Lasciamo a loro lo ironie e i veti, la nostra risposta è unità”.

Tabacci e Di Maio hanno anche delineato, in attesa di poterli approfondire, i valori programmatici di Impegno Civico: “sarà una forza politica riformatrice con una grande attenzione a transizione ecologica e digitale, con candidati che provengono dal mondo del terzo settore, dello sport e dell’ecologia”.

Nello specifico, Di Maio ha già lanciato le sue proposte: la prima riguarda un’agevolazione per la sottoscrizione di mutui, mentre la seconda concerne la sottoscrizione di una lettera, assieme a tutti i leader di partito, alla Commissione UE in cui si sostiene il governo Draghi in carica per ottenere un “tetto al prezzo del gas“.

Prenderanno parte alla nuova formazione, numerosi fuoriusciti dal M5S come Azzolina, Castelli e Spadafora e alcuni sindaci – si vocifera l’ex grillino Pizzarotti – mentre Beppe Sala ha deciso di restarne fuori e di rinunciare ad un’eventuale candidatura.

Ed è così che la metamorfosi di Luigi Di Maio si completa definitivamente. Una svolta centrista che si concretizza con il sodalizio con Bruno Tabacci che ha fatto del “prestito dei simboli” il suo documento di identità.

Alcuni sondaggi collocano la formazione di Di Maio già all’1-2%, mentre diventa evidente l’affanosa calca al centro, simbolo di una corsa alla soluzione moderata che non sempre trova realizzazione. Inoltre, ci sarebbero altri elementi da considerare: dall’adesione alla coalizione di centrosinistra – condizione che creerebbe qualche problema con Calenda, anche se un punto di incontro sarebbe la candidatura in un collegio plurinominale e non uninominale – alla fine di ogni tentativo di dialogo e di alleanza (anche futura) con Giuseppe Conte – che più di 261 militanti e dirigenti di Articolo 1 chiedono a Letta. Di Maio ha, poi, smentito la sua candidatura a Modena, anche se le rimostranze del PD locale fanno pensare più a un tentativo andato male.

Redazione Radici

Donatello D'Andrea

Classe 1997, lucano doc (non di Lucca), ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e frequenta la magistrale in Sistemi di Governo alla Sapienza di Roma. Appassionato di storia, politica e attualità, scrive articoli e cura rubriche per alcune testate italiane e internazionali.

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