Santa Rosa e la semina diretta

E’ una testimonianza completamente diversa dalle altre quella che mi giunse da Santa Rosa (provincia di La Pampa) dove viveva Marcello Fagioli, nato a Monte Giberto nel 1929 e laureato in Agraria all’Università di Pisa (è mancato qualche anno fa).
Dopo aver insegnato negli istituti tecnici di Camerino e Fabriano e lavorato presso la Edison di Genova, Fagioli partì per l’Argentina e vi arrivò dopo una traversata che ricordava per la noia, i libri letti ed i pacchetti di Nazionali Esportazioni fumati.
Quando gli chiesi perché scelse proprio l’Argentina, mi rispose scherzando ma non troppo, che ‘è il Paese che ha scelto me’.
In effetti,
‘l’Argentina era molto diversa da come si presenta oggi, con una popolazione immatura ed una classe politica corrotta. Molte erano le chances che offriva allora ai giovani ricercatori. La Estación experimental agropecuaria di Pergamino, nella pampa húmeda, mi offrì di realizzare una rete di campi sperimentali col mais. Mi diedero un laboratorio, mi dotarono di personale e di mezzi finanziari adeguati, dandomi libertà di azione in ogni campo. Così era l’Argentina quando la classe media predominava, prima della dittatura militare e del ritorno alla democrazia che ha indebitato il Paese sino a limiti insostenibili ed alla fine ha svalutato la moneta e sequestrato tutti i depositi bancari’.
Il lavoro nella Estación, istituto di ricerca appartenente all’I.N.T.A. (Instituto Nacional de Tecnologia agropecuaria) divenne intenso:
‘assieme alla fertilizzazione, iniziai studi sopra la dinamica dell’acqua nel suolo, sotto le coltivazioni, fin quando un giorno, spargendo del mais nel suolo non arato, constatai con gran sorpresa mia e di tutti, che era possibile realizzare coltivazioni senza muovere la terra’.
E’ stata, questa, una rivoluzione di portata storica, conosciuta a livello internazionale, tanto che oggi non c’è biblioteca di una qualsiasi facoltà agraria che non annoveri il testo di Fagioli:
‘Iniziarono le prime sperimentazioni di quello che chiamai “lavoro agricolo zero”. I giornali pubblicizzarono i risultati. La scoperta fu ritenuta rivoluzionaria, poiché permise il riposo e la salvaguardia del suolo che ai nostri tempi rischiava spesso la disertificazione. L’attuazione pratica si sviluppò venti anni dopo con il nome di ‘semina diretta’
Passarono anni durante i quali Fagioli realizzò lavori sopra lo sviluppo degli apparati radicali nelle coltivazioni agricole, fino a che nel 1970 passò a sviluppare la sua attività nella Estación Experimental de Anguil, nella provincia di La Pampa, questa volta in una regione semi-arida, dove poté continuare gli studi sopra la fertilizzazione delle coltivazioni, la morfologia, la fisiologia degli apparati radicali e la dinamica dell’acqua nel suolo, sotto le coltivazioni:
‘Ora si parla di agricoltura satellitare. Ai miei tempi non esisteva questa terminologia e nemmeno la possibilità di utilizzare satelliti in agricoltura; ciononostante realizzai una prima approssimazione all’agricoltura satellitare studiando la distribuzione del fosforo nel campo di coltivazione, con il tracciato di isolineas del elemento’.
Fagioli è tornato nelle Marche due volte, in vacanza. L’ha trovata molto diversa, ovviamente, anche se gli fu difficile riferirmi come. Non ha mai pensato di tornarvi, ‘perché il mondo che ho lasciato non esiste più’.
Ritenne una buona cosa la legge per il voto agli italiani: ‘ Perlomeno nei consolati gli italiani saranno trattati meglio, visto che votano’.
Riflettè con me sul fatto che
‘Stato e Regione dovrebbero prendere coscienza dell’enorme ricchezza che hanno all’estero. Forse non hanno mai pensato che se si fossero interessati agli emigrati a cominciare dal secolo passato, ora in Argentina si parlerebbe italiano, come in Canada si parla francese’.
(Testimonianza rilasciata a santa Rosa il 14 marzo 2003).
Paola Cecchini