La crisi climatica sulle pagine internazionali

La crisi climatica sulle pagine internazionali
© ALLISON DINNER / AFP - Incendi

In rilievo sui quotidiani internazionali anche il vertice di ieri a Teheran tra i presidenti russo Putin, iraniano Raisi e turco Erdogan

 L’ondata planetaria di caldo quasi insopportabile, il cambiamento climatico di cui è il prodotto e gli incendi che sta causando in tutta Europa dominano le prime pagine dei principali giornali internazionali, molti dei quali che si soffermano sull’inceppamento dell’azione per fermare il surriscaldamento globale determinato dai problemi energetici posta dalla guerra in Ucraina.

In rilievo anche il vertice di ieri a Teheran tra i presidenti russo Putin, iraniano Raisi e turco Erdogan, ma molti quotidiani visto come l’esibizione pubblica di un blocco che si contrappone all’Occidente.

WASHINGTON POST

Biden sta pensando di dichiarare l’emergenza climatica, titola a tutta pagina il Washington Post citando fonti della Casa Bianca. Sarebbe, quella del presidente, una mossa politica per superare lo stallo in cui si sono incagliati i suoi piani per l’ambiente, a causa dell’opposizione del senatore democratico Joe Manchin. Ma anche per rispondere alle crescenti pressioni dei democratici sull’amministrazione perché adotti un’azione incisiva contro il surriscaldamento globale, pressioni che si sono intensificate in questi giorni sull’onda dell’impressione suscitata dagli enormi incendi in Europa e dal caldo record in Gran Bretagna, dove per la prima volta il termometro ha superato i 40 gradi.

Non si sa quando il presidente deciderà, spiega il giornale, mentre sono in corso tentativi di convincere Manchin, che però resiste, tanto che ieri non si è presentato a un pranzo dei senatori dem. Al titolo portante ne sono collegati altri due, che fanno del clima il tema principale dell’edizione odierna del quotidiano: un reportage da Londra sugli effetti delle temperature eccezionalmente alte, e un approfondimento sulle divisioni tra i leader occidentali sulle iniziative contro il cambiamento climatico.

Tra le altre notizie in evidenza, le primarie dei repubblicani per la scelta del candidato governatore del Maryland. Secondo le proiezioni, vince il trumpiano Dan Cox.

NEW YORK TIMES

Gli incendi devastanti in Europa sono un ulteriore segno del cambiamento climatico, ma la guerra in Ucraina e i suoi contraccolpi energetici intralciano gli sforzi per contrastarlo. E’ questo il quadro che il New York Times disegna sulla sua prima pagina, dominata dalle fotografie dei roghi in Francia, Grecia e Spagna, a corredo di titoli di cronaca e di analisi.

“Il caldo mortale e la guerra della Russia in Ucraina assestano un brutale doppio colpo, capovolgendo il mercato energetico globale e costringendo alcuni delle più grandi economie del mondo a una corsa disperata per assicurarsi energia elettrica”, scrive il Nyt, che sottolinea questo paradosso: “In effetti, la capacità del mondo di rallentare il cambiamento climatico non solo è stata minata dai produttori degli stessi combustibili fossili responsabili del cambiamento climatico, ma è stata ulteriormente messa in discussione dal caldo mortale, un indicatore del cambiamento climatico”, che ha accresciuto i consumi energetici. In evidenza anche l’incontro a Teheran tra Putin, Erdogan e Raisi. Il giornale si concentra sul rafforzamento dei legami tra Russia e Iran, che emergono adesso come “un contrappeso significativo agli sforzi guidati dagli americani per contenere gli avversari dell’Occidente”.

Tra le altre notizie, la comunicazione di possibile incriminazione (una sorta di avviso di garanzia) inviata dalla Procura di Atlanta ai 16 repubblicani che in Georgia nel 2020 tentarono di insediarsi come grandi elettori presidenziali alternativi a quelli designati nelle elezioni contestate da Trump. Secondo il Nyt, è questa inchiesta giudiziaria che rappresenta per l’ex presidente il maggior pericolo, che potrebbe “trovarsi a dover rispondere di reati” in Georgia.

WALL STREET JOURNAL

Ostracizzato dall’Occidente per la guerra che ha scatenato in Ucraina, Putin “corteggia” i leader di Iran e Turchia: così il Wall Street Journal legge l‘incontro di ieri a Teheran tra il presidente russo, quello iraniano Raisi, e quello turco, Erdogan. La notizia è in apertura, e il giornale sottolinea che la visita in Iran di Putin, la seconda all’estero da quando è iniziato il conflitto contro Kiev, ”arriva pochi giorni dopo la visita del presidente Biden nella regione la scorsa settimana in cui ha cercato di compattare le nazioni del Medio Oriente contro Cina e Russia”.

Si tratta dunque di una “contromisura” adottata dal capo del Cremlino, secondo Ali Vaez, direttore per l’Iran dell’International Crisis Group, interpellato dal Wsj. Secondo l’analista, Putin, Raisi e Erdogan “condividono la visione di una coalizione di stati sanzionati, composta da paesi come Iran, Russia, Cina, Venezuela”.

In ogni caso, secondo il quotidiano, il viaggio a Teheran ha rafforzato i legami tra Russia e Iran, come effetto di una spinta di avvicinamento innescata dalla guerra in Ucraina, anche se Putin “per anni ha coltivato con cura le relazioni con una serie di nazioni del Medio Oriente, compresi gli oppositori dell’Occidente e i tradizionali partner di sicurezza degli Stati Uniti come Arabia Saudita, Egitto e Turchia, facendo leva sui timori che Washington riduca il suo impegno nella regione”.

Geopolitica, ma non solo, evidenzia il Wsj: poche ore prima dell’arrivo di Putin a Teheran, la National Iranian Oil e la russa Gazprom hanno firmato un memorandum d’intesa del valore di 40 miliardi di dollari, riguardante progetti di gas offshore, commercio di gas e prodotti petroliferi e la creazione di un gasdotto tra i due Paesi. Tra le altre notizie in rilievo sulla prima pagina, Netflix, che sembra rimbalzare dopo i recenti rovesci di fortuan: nel secondo trimestre ha perso un milione di clienti, la metà di quanto ci si attendeva, e che nel prossimo trimestre prevede di attrarre un milione di nuovi abbonati.

FINANCIAL TIMES

La Banca d’Inghilterra si appresta a un rialzo dei tassi di mezzo punto. Lo ha lasciato intendere il governatore, Andrew Bailey, ed è questo il titolo forte della prima pagina del Financial Times. Bailey ha spiegato che la Boe si trova a fronteggiare “la più grossa sfida” mai posta dall’inflazione, e che per questo sta considerando l’incremento dei tassi dello 0,50%, che sarebbe il maggiore da quando nel 1997 l’istituto ha ottenuto l’autonomia in queste decisioni, ma non il maggiore in assoluto, visto che c’è un precedente nel 1995.

L’aumento, che “non è scontato”, come sottolineato dal prudente Bailey, potrebbe essere disposto nella prima riunione utile di politica monetaria, fissata per i primi di agosto. Già domani la Bce, ricorda Ft, potrebbe ritoccare i propri tassi di mezzo punto percentuale, come si aspettano i mercati. In evidenza anche l’ondata di calore che investe la Gran Bretagna e ha provocato ieri l’incendio di varie abitazioni nella cintura metropolitana di Londra, e i sindacati pronti allo sciopero contro la proposta del governo di aumentare del 5% i salari dei dipendenti pubblici: un aumento considerato dalle organizzazione dei lavoratori “miserabile”.

THE TIMES

E’ il caldo record il tema di apertura del Times, che nel titolo unisce due notizie: il termometro nel Regno Unito ha raggiunto i 40,3 gradi e ha così superato per la prima volta la soglia del 40, e le temperature hanno innescato grossi incendi, che hanno anche attaccato abitazioni nelle vicinanze di Londra.

La Gran Bretagna è diventata “altamente infiammabile”, afferma il giornale. Sotto una fotografie di case in fiamme che accompagna l’apertura, è impaginato l’unico altro titolo della prima pagina, quello sull’esito della nuova votazione dei deputati Tory per la scelta del leader. Il giornale punta sul dato della ministra degli Esteri Liz Truss, che si è avvicinata alla ministra del Commercio, Penny Mordaunt: le due sono separate solo da 5 voti e Truss “è fiduciosa di poter battere Mordaunt” nella prossima e decisiva votazione, in cui si deciderà chi sarà a sfidare l’ex cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, favorito e confermatosi primo anche nel voto di ieri.

Eliminata invece la deputata Kemi Badenoch, che ha avuto 59 suffragi, che fanno gola a tutti e tre i candidati rimasti in lizza. Secondo il Times, la maggioranza dei 59 potrebbe andare a Truss, ma Sunak ha messo in movimento “la banda dei cinque”, ossia gli ex capigruppo a Westminster, tutti suoi sostenitori, e la cui autorevolezza potrebbe convincere molti peones.

LE MONDE

In Ucraina “è partita la caccia ai traditori”, titola Le  Monde, che mette in apertura un approfondimento sulla sostituzione del capo dei servizi segreti e della procuratrice generale decisi dal presidente ucraino Zelensky dopo il moltiplicarsi dei casi di spionaggio in favore della Russia tra le file dell’intelligence e della giustizia.

Le purghe si estenderanno anche all’apparato di sicurezza”, prevede il giornale, che sottolinea però come, almeno nel caso della procuratrice, accreditata di “una solida reputazione internazionale”, si proietti sul siluramento l’ombra di “giochi di potere”, di manovre in corso all’interno del governo Zelensky, che riguardano anche responsabili locali. A centro pagina, spazio al caldo che “soffoca” la Francia, dove, segnala il giornale, “sono lacunosi i registri per contattare gli anziani che vivono da soli” e che sono maggiormente a rischio per le alte temperature.

LE FIGARO

E’ l’incendio che da 7 giorni imperversa Gironda il tema al centro della prima pagina di Le Figaro. “A sette giorni dall’inizio del gigantesco rogo, malgrado l’impegno di 2.000 pompieri, il fuoco continua la sua devastazione: bruciati 19.000 ettari, evacuate 37.000 persone”, è la sintesi della situazione offerta dal giornale ai suoi lettori.

Le fiamme sono partite dalla località di Landiras, fa un focolaio doloso, e si cercano i responsabili: c’è un fermato su cui sono in corso verifiche. Ma al di là della cronaca, il quotidiano si interroga sull’adeguatezza della risposta all’emergenza, e pone diversi interrogativi: sulla flotta dei Canadeir, “mal distribuita sul territorio”, fatta da aerei vecchi, e per un terzo inutilizzati nell’ultimo fine settimana; sull’adeguatezza degli organici degli “eroici” vigili del fuoco, visto lo sfoltimento causato dalla sospensione dal servizio dei non vaccinati contro il Covid; sull’efficacia della prevenzione, perché, secondo Le Figaro, se confermato che l’origine del mostruoso incendio è dolosa, sarebbe solo un segno “dell’impotenza” della polizia.

EL PAIS

Politica interna in primo piano su El Pais, che apre con una sua intervista alla procuratrice generale dello Stato, Dolores Delgado, che ha rimesso ieri il suo incarico nelle mani del premier socialista Sanchez dopo due anni e mezzo segnati da continui attacchi del Partito popolare di opposizione. Ultimo, nelle scorse settimane, quando il Pp aveva posto la sostituzione di Delgado come condizione per votare il rinnovo del Consiglio generale del potere giudiziario (una sorta di Csm spagnolo), sui cui comunque la maggioranza era andata avanti da soli, rinunciando all’accordo bipartisan.

La magistrata dice al giornale di essersi dimessa esclusivamente per motivi di salute, a causa di problemi di ernia vertebrale che le impediscono di svolgere il suo compito a tempo pieno. Di spalla, le ipotesi di rimpasto su cui sta ragionando Sanchez, che vorrebbe inserire nell’esecutivo figure di spicco del Psoe “per rafforzarsi in un anno elettorale”, secondo il quotidiano. Tra gli altri titoli, il vertice di Teheran tra Putin, Raisi e Erdogan: si è parlato di Siria, e i tre leader, tutti sostenitori del regime di Assa, hanno convenuto di impegnarsi congiuntamente per debellare “individui, gruppi, progetti ed entità terroristiche”, come recita il comunicato. Ma al di là dell’ufficialità, sottolinea El Pais, “era palpabile la buona sintonia” dei tre leader, “nonostante gli scontri che Russia e Turchia hanno in mezzo pianeta, dalla Libia all’Asia centrale”.

FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG

Il caldo e un omaggio a Cales Oldenbur, ultimo maestro della pop art scomparso ieri, occupano la parte alta della prima pagina della Frankfurter Allgemeine Zeitung, ma il titolo forte è sulla ripresa della polemica in Germania sull’invio di armi in Ucraina. La Cdu ha sferrato un nuovo, aspro attacco contro il cancelliere Olaf Scholz, e potrebbe chiedergli di riferire in Parlamento. I cristiano democratici sono “insoddisfatti” perché “finora poco è stato fatto” per far giungere a Kiev gli armamenti pensanti che erano stati promessi: finora il governo tedesco ha spedito solo 7 obici semoventi e secondo il Kiel Institute for the World Economy, nessun Paese ha un divario maggiore della Germania tra impegni e consegne effettive di armi.

La sola Polonia ha consegnato circa sei volte più materiale militare della Germania. Inoltre, il piano per inviare in una triangolazione con la Polonia quasi 300 carri armati T-72 “sembra essere sull’orlo del fallimento”, e il responsabile della Cdu per la sicurezza, Roderich Kiesewetter, ha rivelato che l’offerta effettiva della Germania al momento riguarda “20 vecchi carri armati Leopard con una consegna di un pezzo al mese da aprile 2023 e tre pezzi al mese da ottobre 2023”.

Insomma, ha attaccato il politico della Cdu, “20 invece 300, molto lontano dalle aspettative”. Il caso, scrive la Faz, sta causando malumori anche nella maggioranza, con i liberali della Fdp che scalpitano.

CHINA DAILY

Fa un caldo terribile anche in Cina, per esempio a Shanghai si sono sfiorati i 42 gradi, e l’argomento è in primo piano sul China Daily, con un commento scritto un ricercatore dell’Istituto di fisica atmosferica dell’Accademia cinese delle Scienze, che sostanzialmente invita ad abituarsi a ondate di calore. “Purtroppo il caldo estremo, che è direttamente correlato ai cambiamenti climatici, diventerà più frequente e intenso nei prossimi 30 anni, stabilendo nuovi record per le alte temperature”, scrive l’esperto, e avvete: “Con l’intensificarsi del riscaldamento globale, le perdite e le devastazioni aumenteranno, costringendo i sistemi naturali e umani ad aumentare i propri limiti di adattamento, secondo il sesto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici”.

Dunque, anche se “la Cina e alcuni altri Paesi hanno fissato scadenze per raggiungere il picco delle loro emissioni di carbonio e raggiungere la neutralità al fine di mitigare gli effetti del cambiamento climatico”, bisogna prendere atto che “gli eventi meteorologici estremi, tra cui ondate di calore, piogge intense e tifoni, potrebbero diventare più frequenti e saranno necessari sforzi concertati per affrontarli”.

QUOTIDIANO DEL POPOLO

Confronto tra Cina e Usa in evidenza sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, con due notizie: l’irritazione rinnovata da Pechino per i progetti di visita a Taiwan della presidente della Camera, Nancy Pelosi, e le pressioni americane perché la Corea entri nell’alleanza Chip 4, cartello dei semiconduttori guidato dagli Usa. “Ci opponiamo risolutamente a qualsiasi scambio ufficiale tra Stati Uniti e Taiwan”, ha affermato il ministero degli Esteri, secondo cui “i ripetuti commenti e atti provocatori di alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti di recente non sono altro che tentativi di ostacolare il processo di riunificazione della Cina”.

Lo stesso ministero ha condannato “la mossa degli Stati Uniti di politicizzare le questioni hi-tech e commerciali e di minare le regole del commercio internazionale e il mercato globale”, e ha assicurato che “finirà per fallire”. Il ministero si è augurato che la Corea, inviata da Washington a decidere se entrare in Chip 4, e gli Usa “sostengano posizioni obiettive ed eque, tengano presente i propri interessi a lungo termine e il principio di un mercato equo e giusto e facciano di più per garantire la stabilità della catena industriale globale dei chip e della catena di approvvigionamento”.

AGI

 

Redazione Radici

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