Through the Grapevine

Through the Grapevine

Spoleto. Alexander Vantournhout (1989), tra i coreografi più interessanti della nuova generazione, è fondatore della compagnia ‘Not standing’.
Studia circo e giocoleria all’ Ecole Supérieure des Arts du Cirque (ESAC) e danza contemporanea al Performing Arts Research and Training Studios (PARTS) di Bruxelles.
Il suo linguaggio fisico subisce l’influenza di una formazione e di contesti lavorativi molto vari. Tuttavia, si contraddistingue per due costanti: la ricerca del potenziale creativo e cinetico dei limiti fisici e la relazione o il confine tra performer e oggetto.
Il 2014 ha segnato il suo debutto con Caprices, un assolo coreografico su musiche di Salvatore Sciarrino (Palermo, 1947).
Aneckxander (2015), il secondo assolo creato con Bauke Lievens, ha vinto il Premio CircusNext, così come il Premio Young Theatre e il Premio Audience al Theater Aan Zee (Ostenda, 2015) e al network Aerowaves.

Anche il suo primo duetto Raphael (2017) è stato creato con Bauke Lievens. Nel 2018, Alexander ha dato vita a La Rose en Céramique, un assolo di danza realizzato per affiancare l’assolo teatrale di Scali Delpeyrat al Festival di Avignone.
Il suo primo pezzo per quattro danzatori, Red Haired Men, è stato concepito poco dopo.
In Screws (realizzato nel 2019) il coreografo belga guida il pubblico, accompagnato da quattro danzatori-acrobati, in un viaggio di micro-performance, che vanno da brevi assoli e duetti a coreografie di gruppo.

Con Through the Grapevine (2020), presentato al Teatro Romano di Spoleto il 25 e 26 giugno scorso, in seno al 65° Festival dei due Mondi, è tornato al duetto, eseguito con Axel Guérin, già partner per Red Haired Men (2018).
Il corpo è riproposto in modo molto puro e la performance si immerge nel potenziale creativo e cinetico dei limiti fisici, un tema che si riflette in tutto il suo lavoro: decisamente un eccentrico pas de deux!
Con grande concentrazione i due cercano l’equilibrio e l’armonia non rinunciando all’umorismo: si  sfidano a vicenda attraverso un costante contatto fisico, mentre la dialettica tra toccare ed essere toccati si dispiega come elemento centrale della performance.
Uno spettacolo molto particolare, che richiede grande tecnica e professionalità, apprezzato da tutti i convenuti.

Paola Cecchini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alexander Vantournhout (1989), tra i coreografi più interessanti della nuova generazione, è fondatore della compagnia ‘Not standing’.
Studia circo e giocoleria all’ Ecole Supérieure des Arts du Cirque (ESAC) e danza contemporanea al Performing Arts Research and Training Studios (PARTS) di Bruxelles.
Il suo linguaggio fisico subisce l’influenza di una formazione e di contesti lavorativi molto vari. Tuttavia, si contraddistingue per due costanti: la ricerca del potenziale creativo e cinetico dei limiti fisici e la relazione o il confine tra performer e oggetto.
Il 2014 ha segnato il suo debutto con Caprices, un assolo coreografico su musiche di Salvatore Sciarrino (Palermo, 1947).
Aneckxander (2015), il secondo assolo creato con Bauke Lievens, ha vinto il Premio CircusNext, così come il Premio Young Theatre e il Premio Audience al Theater Aan Zee (Ostenda, 2015) e al network Aerowaves.

Anche il suo primo duetto Raphael (2017) è stato creato con Bauke Lievens. Nel 2018, Alexander ha dato vita a La Rose en Céramique, un assolo di danza realizzato per affiancare l’assolo teatrale di Scali Delpeyrat al Festival di Avignone.
Il suo primo pezzo per quattro danzatori, Red Haired Men, è stato concepito poco dopo.
In Screws (realizzato nel 2019) il coreografo belga guida il pubblico, accompagnato da 4 danzatori-acrobati, in un viaggio di micro-performance, che vanno da brevi assoli e duetti a coreografie di gruppo.

Con Through the Grapevine (2020), presentato al Teatro Romano di Spoleto il 25 e 26 giugno scorso, in seno al 65° Festival dei due Mondi, è tornato al duetto, eseguito con Axel Guérin, già partner per Red Haired Men (2018).
Il corpo è riproposto in modo molto puro e la performance si immerge nel potenziale creativo e cinetico dei limiti fisici, un tema che si riflette in tutto il suo lavoro: un eccentrico pas de deux.
Con grande concentrazione i due cercano l’equilibrio e l’armonia non rinunciando all’umorismo. Si sfidano a vicenda attraverso un costante contatto fisico, mentre la dialettica tra toccare ed essere toccati si dispiega come elemento centrale della performance.
Uno spettacolo molto particolare, apprezzato da tutti i convenuti.

Paola Cecchini

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