Finché c’è guerra c’è speranza, Falso! San Benedetto illumini l’Europa!

Finché c’è guerra c’è speranza, Falso! San Benedetto illumini l’Europa!

Dario Patruno

A causa delle continue richieste di denaro e di desiderio di lusso della sua famiglia, un mercante d’armi finisce per entrare in affari sempre più loschi e sporchi, questa la trama del famoso film di Alberto Sordi del 1974. Non continuerò mai di ritenerlo uno straordinario affresco di come ci scandalizziamo per la guerra ma nessuno di noi s’impegna nel quotidiano per costruire un percorso di pace nelle famiglie che si sfasciano, negli enti e nelle comunità lavorative, nelle istituzioni dove il proprio punto di vista prevale e non si ha alcuna capacità di ascoltare.

Zuppi a Bari ha espresso il desiderio che si ponga un freno al desiderio di ragionare solo con la logica delle armi. «Credo che qualsiasi opzione diplomatica vada sostenuta. Sui rischi del riarmo penso che papa Francesco abbia detto tutto quello che c’era da dire. È una tragedia abituarsi alla guerra, ancor più in questo caso, in un conflitto che coinvolge due paesi cristiani». Il presidente della Cei ha anche annunciato che la Conferenza episcopale sosterrà la firma del Trattato all’Onu per bandire le armi nucleari. «Credo sia importante per non perdere la consapevolezza su cui è nata l’Europa».

Il Mediterraneo è il Mare Nostrum – ha ricordato Zuppi – ma non dobbiamo dimenticare che è anche loro, degli altri. Non facciamone, perciò, un mare monstrum, facendoci travolgere dall’orrore del dialogo”. E il pensiero di tanti in sala è corso al gigantesco tavolo che a Mosca teneva a distanza gli interlocutori di Vladimir Putin o ai muri innalzati per garantire separazioni, anziché favorire comunioni e incontri.

I cercatori di pace non sono minoranza nel paese a differenza del Parlamento. La genialità della diplomazia appartiene a molti e ancora in misura maggiore a chi ha potere, continuare a fornire armi all’Ucraina può prolungare la resistenza ma non aiuta il dialogo. Sarebbe opportuno e doveroso insistere su entrambi i capi di Stato nella consapevolezza che solo la pace potrà rendere la fine della guerra bella perché risparmia vite umane e rende ricostruibili pezzi di paese. Gli ospedali tornino ad essere luoghi di cura dopo le devastazioni. I Servizi segreti degli Stati sfruttino la diplomazia vaticana da sempre una delle migliori del mondo con i nunzi apostolici.

Sottolineo ed evidenzio due iniziative nel nome di San Benedetto patrono d’Europa.

La prima: Mentre le bombe continuano ad incendiare l’Ucraina e a mietere terrore e morte tra la popolazione, è giunta a Madrid la Fiaccola Benedettina con il suo messaggio di pace e di un’Europa unita “Pro Pace et Europa Una”.

Il momento tanto difficile che sta vivendo l’Europa ha conferito particolare significato alla visita fatta dai tre sindaci e da una nutrita delegazione di Norcia, Subiaco e Cassino, le tre città che hanno segnato la vita di San Benedetto.

La Fiaccola, che era stata benedetta lo scorso 23 febbraio dal Santo Padre e accesa all’interno del cantiere di ricostruzione della Basilica di San Benedetto a Norcia alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è giunta all’Ambasciata d’Italia a Madrid e, grazie all’impegno della stessa Ambasciata e dell’ENIT, l’ente per il turismo italiano, è stata presentata al pubblico spagnolo e italiano nel corso di un interessante evento.

Alla presenza di rappresentanti della comunità di Madrid, del Presidente del Comites di Madrid Andrea Lazzari accompagnati da altri ospiti, l’ambasciatore Riccardo Guariglia ha sottolineato l’importanza del messaggio di pace che arriva con la Fiaccola in un momento tanto drammatico per l’Europa. L’ambasciatore italiano ha anche parlato delle similitudini tra il Cammino di San Benedetto che si snoda tra il Lazio e l’Umbria e quello spagnolo di Santiago. Entrambi permettono di conoscere luoghi di grande bellezza naturale, storica e culturale. Due cammini che, promuovono la spiritualità e la solidarietà tra i popoli e che uniscono ancora di più l’Italia e la Spagna (cfr.http://www.comitesspagna.info/).

La seconda, la trovo su Avvenire del 18 maggio 2022 dove Daniela Fassini indicava una via che ha come tappa l’11 luglio a Kiev.

«Credo che la pace sia un diritto per ciascun uomo. Per ottenerla bisogna agire e pretenderla». Raffaele ha 64 anni ed è un pediatra. Il suo messaggio è uno dei tanti lasciati sulla piattaforma del Progetto Mean, il Movimento europeo di azione non violenta.

«Quel giorno è San Benedetto, patrono d’Europa», sottolinea Angelo Moretti, organizzatore e promotore del progetto e già portavoce della Rete italiana ‘Per un Nuovo Welfare’. Sarà quello il giorno ‘x’. Il giorno della grande marcia contro la guerra. Della mobilitazione di massa di migliaia di cittadini europei in Ucraina. Al momento hanno aderito 35 associazioni e qualche centinaio di cittadini.

«Ma giorno dopo giorno c’è molto interesse e partecipazione – sottolinea Moretti –, adesso che abbiamo fissato la data sicuramente avremo anche l’arrivo di molte adesioni. «La nostra principale idea è tenere viva la forza trasformatrice della nonviolenza attiva dentro lo scenario del conflitto, non solo idealmente, ma concretamente, attraverso una mobilitazione di massa di migliaia di civili europei in Ucraina. Siamo convinti che la resistenza armata può frenare o anche sconfiggere l’aggressione, ma non cambia il contesto che l’ha resa possibile, mentre una azione di massa nonviolenta a livello europeo è in grado di creare dei contesti che favoriscono la ricostruzione su nuove basi ed escludono il ricorso alla guerra come strumento di risoluzione dei conflitti fra Stati».

Queste iniziative devono avere la giusta risonanza mediatica. Pretendere la pace è un diritto!

Ultima annotazione: l’Alleanza Atlantica sia garanzia per la difesa non una gabbia che impedisce la creatività della diplomazia e ottunde le menti delle persone potenti e non sempre libere e illuminate. Le armi non siano un modo per anestetizzare le nostre coscienze. Non dimentichiamo il 28 giugno 1914 giorno in cui Francesco Ferdinando e Sofia furono colpiti a morte mentre percorrevano in automobile le strade di Sarajevo. Fu la miccia che innescò lo scoppio della prima guerra mondiale. Basta poco, un pretesto e la Pace diventa sempre più lontana. Memento!

foto pressenza.com

Redazione

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