La nascita di Armstrong (1.)

La nascita di Armstrong (1.)

Armstrong è un municipio di seconda categoria dell’Argentina, appartenente alla provincia di Santa Fe, nel dipartimento di Belgrano. Come nacque esattamente?
Lo storico cittadino Delmo Darò, piemontese di origine e coniugato con una marchigiana originaria di Montefano, ha narrato la storia cittadina in Apuntes historicos de la colonia y del pueblo de Armstrong.
Sappiamo così che la colonia (terra degli indios Querandies e Ranqueles) passò durante la conquista spagnola sotto la proprietà della famiglia Vera y Mujica prima, e della Compagnia di Gesù poi; quest’ultima la vendette nel 1775 a latifondisti creoli cui rimase fino al 4 novembre 1857, allorché venne acquistata da Tomás Armstrong che vi stabilì una estancia.
Il fatto più rilevante del periodo fu la nascita della linea ferroviaria Rosario-Córdoba ad opera della società inglese Central Argentino (F.C.C.A) che espropriò parte del territorio della estancia e decise di costruirvi una stazione, a pochi chilometri da quella di Cañada de Gómez. Come avvenne in casi analoghi, attorno alla stazione si pianificò lo sviluppo di un nucleo urbano, regolarmente squadrato secondo la legge vigenti al periodo, e si dispose la vendita dei vari lotti di terra alla moltitudine di emigranti giunti in zona.
Il primo lotto fu acquistato da un piemontese, Pietro Rolando. I piemontesi occuparono i primi posti di responsabilità nelle istituzioni pubbliche; si chiamavano Borgogno, Cufia, Gismondi e Chiodi. Questi ultimi, assieme al ligure Sanguinetti ed allo svizzero Bantle, fecero parte nel 1886 della prima Comisión de fomento della città.
L’anno successivo una grave epidemia di peste e colera sconvolse la colonia causando oltre seicento morti. In quel frangente si distinse la figura di un medico marchigiano, Giuseppe Iraci di Montecassiano che qui fondò la prima farmacia (diretta dal senigalliese Josè Carli) e la prima escuela particular cittadina.
L’arrivo, tra la fine del secolo ed i primi del Novecento, di moltissimi italiani provenienti dalle regioni meridionali e centrali (marchigiani in testa), provocò molti attriti con i piemontesi sul costo della manodopera, al punto che gran parte di questi ultimi preferì spostarsi a nord della provincia.
Scrive Eugenia Scarzanella nel libro dedicato alle storie di contadini, industriali e missionari italiani in Argentina, che nella estancia del Senor Cobo, una delle più belle della Repubblica, lavoravano 100 italiani, in prevalenza marchigiani e sardi.
Il proprietario riteneva al riguardo che

degli italiani impiegati nella estancia mi parlarono molto bene. Li si considera come i lavoratori più ordinati, più docili e più produttivi venuti da oltreoceano.

Come si concilia la docilità con la quale vengono sempre descritti i marchigiani con il famoso grito de Alcorta, il più grande sciopero della storia agraria argentina e latino-americana, in cui i marchigiani svolsero un ruolo significativo?
Il moto, come dice il nome, era nato nel 1912 ad Alcorta (abitato per oltre il 25% da marchigiani, come si nota scorrendo l’elenco dei soci della società di mutuo soccorso cittadina) contro terratenientes ed impresari colonizzatori.
Da lì raggiunse Arteaga, si diffuse nella vicina Rosario, si estese nelle province agricole vicine e raggiunse la capitale.
La città di Armstrong, a pochi chilometri da Alcorta, partecipò fin dall’inizio all’iniziativa, con in testa Raffaele Bacci di Jesi e Pietro Roncoroni di Como.
I coloni riuscirono ad ottenere la modifica dei contratti vigenti e l’istituzione della Federazione Agraria Argentina (F.A.A.), in grado di rappresentare gli interessi economici dei piccoli proprietari terrieri della pampa.
Nel 1918 venne fondata la Cooperativa agricola di Armstrong, aderente alla Federación Argentina de Cooperativas Agrarias (F.A.C.A.), mentre nel ’48 sorse la Cooperativa agricola y ganadera, con in testa agricoltori di origine italiana e marchigiana come Marozzi, Marconi e Ragnini. Era al tempo dirigente nazionale della F.A.C.A. l’ingegnere Avellino Strologo di Osimo.

Paola Cecchini

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