Targa e protezione per il monumento italiano ritrovato

Targa e protezione per il monumento italiano ritrovato
“Finalmente la monumentale scultura eretta dai prigionieri italiani in Kenya vicino al campo di Ndarugu in Kenya, ritrovata dallo studioso Aldo Manos e trasportata due anni fa, grazie all’impegno e al contributo economico del Comites Kenya al Sacrario di Nyeri, con il beneplacito delle autorità keniane e l’approvazione dei Padri della Consolata, è stata dotata di una protezione e di una targa commemorativa”. Ne dà notizia Leni Frau in questo articolo pubblicato su “MalindiKenya.net”, portale fondato e diretto da Freddie del Curatolo.

“Un simbolo della storia, dell’operosità e della resilienza dei nostri connazionali in Africa durante la seconda guerra mondiale che stava per essere distrutto e dimenticato, potrà essere conservato e visitato anche in futuro nel luogo che più di ogni altro ricorda il valore e le atrocità che gli italiani catturati dagli inglesi in Abissinia e quelli imprigionati in Est Africa hanno dovuto subire.
Lo scorso 10 giugno lo stesso Aldo Manos ha concluso felicemente questa operazione di dignità storica, grazie all’aiuto del connazionale Ivo Galfré che molto si è adoperato per sistemare il monumento e dotarlo di un tetto che non solo lo ripari dalla pioggia ma lo renda facilmente visibile e visitabile dal pubblico e di un’epigrafe che ne racconta la storia.

La parte salvata, ovvero il frammento principale del monumento che giaceva alla mercé di vandali, operai e lottizzatori, presenta bassorilievi raffiguranti emozionanti scene di guerra.
Dopo che negli anni, grazie alle segnalazioni di Manos e del Comites, le istituzioni italiane si erano adoperate per far dichiarare il luogo, con il monumento vandalizzato e l’adiacente chiesetta costruita dagli italiani e gestita dalla chiesa protestante del Kenya, ci erano voluti due giorni di reiterati tentativi per sollevare e trasportare in luogo sicuro le quasi 12 tonnellate di pietra e cemento, operazione condotta dallo stesso Manos con il membro del Comites Kenya Paolo Torchio e la moglie Magalì Manconi”. (aise) 

Redazione Radici

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