Non c’è rimedio, le lobby delle armi premono sul Parlamento Usa

Non c’è rimedio, le lobby delle armi premono sul Parlamento Usa
“Quanto accaduto in Texas è purtroppo l’ennesima strage a cui assistiamo negli Stati Uniti. Ma, nonostante reiterati appelli per un controllo sulle armi da parte dei presidenti americani, prima di Obama e ora di Biden, non c’è in vista alcun rimedio. Questo è dovuto soprattutto alla forte pressione sul parlamento americano da parte delle lobby produttrici di armi, in particolare la Nra, la National Rifle Association, che promuovono la diffusione delle armi, con il concetto che le armi stesse servirebbero a garantire la sicurezza dei cittadini”. Lo afferma alla Dire Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal), il giorno dopo la strage avvenuta a Uvalde, in Texas, in cui il 18enne Salvador Ramos ha ucciso 21 persone, tra cui 19 bambini, a colpi di arma da fuoco.

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“Quello a cui invece noi assistiamo da vari anni, anzi da decenni- sottolinea Beretta- è l‘incremento del numero di queste stragi, che avvengono sostanzialmente per due motivi: la strage di ieri è stata compiuta da un giovane, le cui motivazioni non sono ancora chiare ma sicuramente rivela astio e odio nei confronti della società in generale e, soprattutto, dei coetanei, lo indica il fatto che il ragazzo si sia recato a sparare in una scuola. L’altra, che abbiamo visto anche la settimana scorsa, è l’aumento di queste stragi, dove all’odio generale nei confronti della società si somma l’odio di tipo razziale, razzista nei confronti delle minoranze in quel tipo di stragi di tipo etnico suprematista”.

Intanto il presidente americano, Joe Biden, punta l’indice proprio contro la lobby delle armi: “Fermiamola”, ha detto il capo della Casa Bianca che, però, allo stesso tempo continua a foraggiare l’Ucraina nella guerra contro la Russia. Un controsenso secondo Beretta, che tiene però a precisare che “anche se tecnicamente le armi a disposizione dei civili e dei cittadini, che sono di tipo semiautomatiche, sono diverse dalle armi di tipo militare, che sono di tipo automatico, le aziende produttrici di armi sono le stesse. E purtroppo la settimana scorsa lo stesso Biden si è rivolto agli operai di una di queste aziende, definendoli come coloro che ‘promuovono l’arsenale della democrazia’. Da quello che vediamo gli Stati Uniti sono un Paese in guerra interna con se stesso e in costante conflitto con qualche Paese nel mondo. Occorrerebbero invece, norme più rigide e maggiori controlli nel rilascio delle licenze per armi”.

ANCHE IN ITALIA È MOLTO SEMPLICE OTTENERE LA LICENZA PER LE ARMI

Secondo Giorgio Beretta quanto accaduto a Uvalde riguarda anche l’Italia, “perché questa strage, così come quella della scorsa settimana, ha per autori giovani in possesso di armi semiautomatiche e anche nel nostro Paese è molto facile ottenere una licenza per armi. È infatti sufficiente scaricare da internet un modulo in cui si attesta di non essere tossicodipendenti cronici, di non fare uso di sostanze psicotrope, di non essere alcolisti, di non soffrire di particolari turbe psichiche o mentali e di avere, dunque, una salute normale”

Il modulo viene poi controfirmato dal medico curante e, successivamente, si viene sottoposti ad una breve visita, simile a quella che si fa per ottenere la patente di guida che certifica l’idoneità psicofisica di una persona.

“È poi previsto- aggiunge Beretta- anche un breve corso di mezza giornata di maneggio delle armi, svolto presso il tiro a segno nazionale presente in tutte le province italiane. C’è, infine, un controllo da parte della polizia sui precedenti penali della persona interessata a prendere la licenza”.

L’analista dell’Opal ricorda, però, la facilità con cui Luca Traini, l’attentatore di Macerata, riuscì ad ottenere una licenza per tiro sportivo pur non praticando alcuna disciplina di tipo sportivo. “Traini ottenne la licenza in soli 18 giorni- informa- periodo di tempo in cui in Italia non si riesce nemmeno a cambiare l’utenza del gas”.

I TIRATORI FANTASMA IN ITALIA

Beretta parla poi di coloro che definisce ‘tiratori fantasma‘. “In Italia- rende noto- il numero di licenze per tiro sportivo è intorno ai 550mila. Se però si chiede conto alle Federazioni nazionali o alle associazioni nazionali o provinciali di tiro sportivo, gli iscritti effettivi risultano al massimo 100mila. Anche aggiungendo le licenze dei poligoni privati si arriva a 200mila persone. Abbiamo quindi più della metà, 350mila persone, che hanno una licenza per tiro sportivo ma che non praticano alcuna disciplina sportiva. La chiedono, e la ottengono, solo per poter avere armi in casa”.

LE ARMI IN ITALIA

Ma quante sono le armi detenute legalmente nelle case degli italiani? “Non lo sappiamo- risponde Beretta- e non sappiamo nemmeno quante siano le licenze detenute legalmente nel nostro Paese, perché tra i dati forniti dalla Polizia di Stato figurano le licenze per difesa personale, rilasciate solo a particolari categorie a rischio, come avvocati penalisti, gioiellieri e portavalori, le licenze per le guardie giurate, le licenze per uso sportivo e le licenze per la caccia. Ma in questa lista non trova spazio il numero dei nulla osta, licenza che permette di detenere un gran numero di armi in casa”.

“Possiamo parlare di stime- continua- e se in Italia abbiamo circa 1 milione e 300mila persone con una delle licenze di cui ho parlato prima, e stimiamo che altrettante detengano armi con il nulla osta, e se pensiamo che ogni persona potrebbe avere tre armi, nel nostro Paese avremmo tra gli 8 e i 10 milioni di armi”.

Con una licenza, sia di tiro sportivo che di difesa personale o anche una licenza di caccia, una persona può infatti detenere non solo le armi per quella disciplina ma un vero e proprio arsenale.
“Nell’elenco- dichiara Beretta- entrano tre pistole semi automatiche con caricatori fino a 20 colpi, 12 armi per uso cosiddetto ‘sportivo’ ma che includono fucili semiautomatici AR 15, quelli più usati nelle stragi in America, con caricatori fino a 10 colpi senza obbligo di denuncia, in numero illimitato. Infine un numero illimitato di fucili da caccia, 200 munizioni per difesa personale o per armi di tiro sportivo, 1.500 cartucce per la caccia o, in alternativa, cinque chili da polvere da sparo per la preparazione delle cartucce tra le mura domestiche”.

Giorgio Beretta afferma infine che “nel nostro Paese da oltre 40 anni si tiene una fiera delle armi. L’ultima si è tenuta a Verona i primi giorni di maggio. Nella fiera è possibile trovare armi di tutti i tipi: da quelle di difesa personale a quelle di tiro sportivo, dai fucili semiautomatici alle armi da caccia. È l’unica fiera in Europa a cui è consentito l’ingresso al pubblico generalista, non solo agli addetti del settore, e vi possono accedere anche i minorenni, purchè accompagnati dai genitori. Il paradosso è che la città scaligera vieta ai minorenni l’ingresso a Vinitaly”, conclude.

www.dire.it

Redazione Radici

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