L’umanizzazione e la valorizzazione dei servizi del patrimonio professionale italiano

L’umanizzazione e la valorizzazione dei servizi del patrimonio professionale italiano

Il Presidente della Federiciana Università Popolare, Prof. Salvatore Maria Mattia Giraldi, il 29 Novembre 2021, ha presentato a Lecce il Centro di Studio e Ricerca Specialistico denominato: Istituto Superiore di Umanizzazione – Valorizzazione degli Spazi, dei Servizi e del Patrimonio Professionale Italiano. L’Istituto Superiore Italiano di Umanizzazione, diretto dalla Prof.ssa Giusy Negro, vuole essere la via che l’Unifedericiana intende percorrere per la “rimoralizzazione” e la “umanizzazione” sociale Italiana.

L’Istituto Superiore di Umanizzazione, nasce da un progetto culturale forte, dall’interazione fra discipline sociali, etiche e deontologiche e dalla stretta cooperazione nei settori della didattica e della ricerca con in comune lo studio delle società umane. L’Istituto ancorato ai principi e ai valori del Vangelo e dell’etica Cristiana, intende intraprendere un cammino di umanizzazione delle professioni e del sociale, elaborando un progetto di carità come valore fondamentale e di fede che umanizza la vita. Il compito primario dell’Istituto sarà quello di individuare in modo concreto e pragmatico le basi per un reale processo di umanizzazione della società, elaborando un progetto di vita, in un contesto etico socio-economico, che fortifichi e protegga pienamente gli indiscutibili diritti sociali, umani, culturali ed economici dalle speculazioni politiche e dagli interessi sia pubblici che privati. In un contesto di fortificazione degli indiscutibili diritti sociali, umani e culturali, il nascente Centro Specialistico di Studio e Ricerca si pone, quale costante punto di riferimento della Formazione Etica e Deontologica Permanente, il fine unico di ricercare le possibili soluzioni alle esigenze di umanizzazione della Pubblica Amministrazione, con particolare riguardo alla sanità.

L’Istituto, sostenendo il bisogno di riaffermare che i rapporti fra gli uomini devono essere umani, ricercherà la realizzazione di un processo di umanizzazione delle prassi burocratiche per il corretto impiego dei principi di rispetto del cittadino quale risorsa essenziale e partner della Pubblica Amministrazione e per l’accessibilità a tutte alle fonti informative che possono integrare la trasparenza amministrativa, con l’obiettivo di tutelare maggiormente e favorire un controllo diffuso da parte dei cittadini sull’operato delle istituzioni e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Il lavoro dell’Istituto si orienterà, inoltre, verso la ricerca di una dimensione di collaborazione e dialogo, per una complessiva maggiore efficienza del sistema, al fine di “riconsegnare centralità all’individuo nella sua interezza, ai valori fondamentali del pluralismo ed al rispetto dei diritti della persona umana e della democrazia”. L’Istituto intende favorire “un processo di rinnovamento etico e culturale nei cittadini, negli Enti e nella Pubblica Amministrazione, composti anch’essi da individui-cittadini, rendendo quest’ultima non solo più aperta alle esigenze di tutti ma soprattutto più affidabile.

Non più una entità con cui il cittadino non può e non sa dialogare, ma un organismo dal volto umano”. L’Istituto promuoverà, in particolare, la “rimoralizzazione” e la “umanizzazione” della medicina, affinché al centro del Sistema Sanitario, venga collocata la Persona in tutta la sua dignità e completezza psicofisica. Per soddisfare l’esigenza di umanizzazione, l’Istituto intende individuare, in un’ottica multidisciplinare, nuove strategie di intervento nell’ambito organizzativo-gestionale e comunicativo interpersonale, per l’attività di diagnosi e la cura del paziente e nell’ambito architettonico ambientale, per la qualità fruitiva e percettiva degli edifici socio-sanitari.

L’umanizzazione del Sistema Sanitario esige la centralità del paziente, la cura dei suoi rapporti con lo spazio circostante, la sensibile disponibilità delle persone con cui si relaziona e la riscoperta degli antichi valori che avevano fatto della professione medica soprattutto una missione. L’Istituto intende favorire il recupero di quei parametri più umani che caratterizzano un rapporto etico tra Persona e Sanitario, non autoritario ma autorevole, non paternalistico ma partecipativo, non tecnocratico ma professionale. L’Istituto si pone come obiettivo lo studio, la ricerca e la progettazione di interventi di umanizzazione del sistema sanitario, sia dal punto di vista medico clinico e dell’assistenza erogata e sia dal punto di vista strutturale edilizio che porti in tempi brevi ad inserire l’umanizzazione nell’Educazione Continua in Medicina, a valutare ed innovare i requisiti degli spazi destinati alla cura, dove la fragilità del paziente si scontra con l’assenza di comfort, accoglienza e benessere, a considerare che il benessere emotivo può offrire condizioni che contribuiscono ad accelerare il processori guarigione e rendere più sopportabile la degenza, a considerare come prioritarie le esigenze di benessere psicofisico e psicoemotivo degli utenti, il benessere ambientale, la fruibilità, la sicurezza, il benessere lavorativo ed il benessere occupazionale.

L’Istituto, al fine di fermare il pericolo di una crescente disumanizzazione del sistema sanitario porrà particolare attenzione allo studio dell’ampliamento del quadro esigenziale affinché si concretizzi, all’interno di una struttura sanitaria, il necessario supporto all’ammalato, caratterizzato sempre da forte fragilità emotiva. In primo piano fra le azioni da implementare nell’ambito dei programmi sanitari: il rispetto dei valori, le preferenze ed i bisogni del paziente, l’informazione e la comunicazione, il comfort fisico, il supporto emotivo ed il controllo dell’ansia, il coinvolgimento della famiglia, intesa come insieme di persone legate al paziente sia biologicamente che legalmente o affettivamente, fino a riconoscerla come un vero e proprio partner del personale sanitario nel prestare le cure e con cui condividere le decisioni in relazione alla complessità del piano terapeutico da seguire, ed ancora il rispetto della privacy e la continuità con l’ambiente domestico nell’approccio clinico assistenziale, abolendo la presenza delle guardie giurate nei e davanti i reparti, dove i pazienti spesso faticano e sono imbarazzati, anche soltanto, ad andare in bagno ed il sovraffollamento ospedaliero e le lunghe liste di attesa.

L’Istituto Superiore di Umanizzazione vuole essere, pertanto, un punto di riferimento di centrale importanza per aggiornare e completare la formazione dei futuri operatori sanitari, sia a livello accademico che a livello di ECM, con discipline e percorsi esperienziali afferenti all’area antropologica, filosofica, psicologica e della spiritualità che guidino l’operatore ad un’attenta valutazione dei reali bisogni della persona in questa fase delicata della sua esistenza e ad aumentare le proprie risorse di resilienza esistenziale, al fine di rendere possibile ciò che ogni medico auspica nell’esercizio della sua professione: il sollievo della sofferenza e l’incremento del benessere psicofisico sia del malato che di se stesso in quanto persona caratterizzata da umana intelligenza e dal profondo rispetto della dignità del paziente.

A tale scopo, l’Istituto Superiore Italiano di Umanizzazione, approfondirà lo studio dei comportamenti acquisiti e fatti propri dal Sistema Sanitario, svolgerà attività di formazione e di ricerca scientifica, promuoverà e organizzerà eventi, convegni, master e corsi di aggiornamento, favorendo anche la risoluzione di questioni dibattute in ambito sanitario organizzativo.

L’Istituto Superiore Italiano di Umanizzazione presso Unifedericiana, diretto dalla Prof.ssa Giusy Negro, coordinatrice Unifedericiana per la regione Puglia, si pone come obiettivo l’aggiornamento e la formazione dei futuri operatori sanitari, docenti di ogni ordine e grado, esperti psicologi, assistenti sociali  mediante percorsi esperienziali differenti ed afferenti all’area antropologica, filosofica, psicologica e della spiritualità.  Tutto ciò per incrementare il benessere psico-fisico della persona caratterizzata da umana intelligenza e da un profondo senso di dignità.

È in quest’ottica che l’Istituto promuove un seminario dal titolo

 L’UMANIZZAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEI SERVIZI DEL PATRIMONIO PROFESSIONALE ITALIANO

POTENZIALITA’ E RISORSE DELLA MUSICA E DEL CANTO NEI DIFFERENTI CONTESTI SOCIO-CULTURALI 

Aperto a medici, insegnanti ed esperti del settore, il seminario è volto a scoprire e/o le benefiche connessioni che legano la clinica e l’educazione con il percorso creativo, grazie all’intervento di medici e operatori del settore musico-riabilitativo che approfondiranno dal punto di vista scientifico, clinico e patico la necessità di pratiche cantoterapiche e musicoterapiche volte nei vari ambienti socio-educativi e sanitari del territorio.

L’evoluzione della terapia canora si sta collocando tra le principali risorse che la musica può darci, come confermano quelle attività corali guidate dai cantoterapeuti che aiutano, se non a guarire, a rallentare l’escalation, per esempio, della malattia di Alzheimer.

Una costola della musicoterapia, quella del neurocanto e cantoterapia divenuta, ad oggi, cuore pulsante di percorsi specifici in cui l’uso della voce e del canto, strumento musicale del tutto fisiologico, stimola simultaneamente il triplice apparato della fonazione, respirazione e risonanza in un’ottica di benessere e cura a carico di tutta la persona.

Si pensi agli strabilianti risultati delle attività corali con persone affette da patologie con decadimento cognitivo così come al prezioso apporto che le attività cantoterapiche offrono nel sinergico lavoro con professionisti della terapia riabilitativa quali logopedisti, motricisti, pedagogisti, e insegnanti.

Se il neurocanto vive nel contesto della ricerca al fine di definire le plausibili spiegazioni dell’affascinante relazione tra canto e cervello, la canterapia diviene il ‘terreno’ di lavoro, il canale ‘di risveglio’ capace di donare benessere emotivo, psicologico e fisico mantenendo, nei casi di decadimento cognitivo, ricordi e abilità.

Oggi la musica e il canto non possono più apparire come meri eventi estetici, frutto di creatività e arte, perché nel corso della storia sono emerse apprezzabili proprietà, tali da poterle utilizzare per il benessere e la salute dell’uomo.

Il canto insieme ad un uso corretto della respirazione diaframmatica, danno impulso ad una quantità di vibrazioni neurofisiologiche, che vengono trasmesse da quella meravigliosa cassa di risonanza che è il nostro corpo.

Pertanto “sciogliamo le tensioni”, facendo vibrare le corde del cuore e dell’anima. 

Redazione

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