La madre di Desirée Mariottini: “Sono una donna a cui hanno strappato una parte di sé”

La madre di Desirée Mariottini: “Sono una donna a cui hanno strappato una parte di sé”
ROMA –  “No, non sono una mamma coraggio, sono una mamma a cui è stata strappata una parte di sé per sempre. Sono una madre che lotta contro le lacrime, contro il dolore, e che darebbe la sua vita per far tornare qui Desirée”. A parlare è Barbara Mariottini, la mamma di Desirée, la giovane ragazza di 16 anni di Cisterna di Latina lasciata morire dopo ripetuti abusi sessuali e un mix di droghe nell’ottobre del 2018 in uno stabile abbandonato in via dei Lucani, a Roma, nel quartiere di San Lorenzo. La Dire, in occasione dello speciale dedicato alla Festa della mamma, l’ha intervistata.

 Signora, lei vive a Cisterna di Latina, una cittadina a pochi chilometri dalla Capitale. Come era la vita di Desirée a Cisterna? Quali erano i suoi sogni e le sue paure?

“Oggi vivo a Terracina, una città sul mare, mentre prima a Cisterna di Latina, ma era diventata troppo dolorosa, intima ma dolorosa. Lì Desirée aveva amici, parenti, zie, nonni, tutta la famiglia. Il suo sogno più grande era quello di vedere l’aurora boreale e la sua paura quella di non essere accettata, perché era nata con il piede destro torto e lei soffriva per questo”.

– Il 19 ottobre lei ricevette quella chiamata dalla Questura. Come è cambiata la sua vita?

Il 19 ottobre la mia vita si è fermata, per giorni, per mesi, per anni. È come se qualcosa dentro di me si è spento per sempre. Oggi sopravvivo”.

– I colpevoli non hanno ricevuto tutti l’ergastolo. Lei ha parlato di mancanza di rispetto per sua figlia. Sente che sia mancata giustizia?

“Certo, avrei voluto il massimo della pena per quei mostri che hanno ucciso mia figlia, ma nessuna condanna potrà ridarmela indietro”.

– Cosa le ha lasciato sua figlia? Cosa sente che perdura di lei nella sua vita?

“Desirée mi ha lasciato ogni momento vissuto con me, ricordo soprattutto i momenti felici, i suoi occhi e i suoi sorrisi. Penso che dal cielo mi dia la forza per andare avanti”.

– A San Lorenzo, intanto, è stata installata proprio oggi una scultura di Otello Scatolini in memoria di otto ragazze vittime dell’ignoranza, rappresentate come farfalle. Giovani donne, come Desirée, con cui il destino è stato ingrato. Quanto è importante continuare a ricordarle?

“Ricordare Desirée e tutte le ragazze violate e interrotte è importante perché c’è la presenza di chi a questo destino si ribella e di chi si ferma un attimo a pensare che Desirée forse non è tanto distante da loro”.

– Queste interviste sono fatte a quelle donne che noi consideriamo ‘mamme coraggio’, persone che combattono per i propri figli, che lottano per avere giustizia ma soprattutto non si rassegnano per mantenerne vivo il ricordo. Lei si sente una mamma coraggio?

“No, non sono una mamma coraggio, sono una mamma a cui è stata strappata una parte di sé per sempre. Sono una madre che lotta contro le lacrime, contro il dolore, e che darebbe la sua vita per far tornare qui Desirée”.

– Ci vuole coraggio, però, per sopravvivere…

“Sì, ci vuole tanto coraggio per sopravvivere, per andare avanti, per chiedere giustizia e per crescere un’altra figlia”.

www.dire.it

Redazione Radici

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