Kandinskij l’opera / 1900-1940

Kandinskij l’opera / 1900-1940

Rovigo Palazzo Roverella 26.2.2022_ 26.6.2022

Finestre sull’arte rubrica di Arte e Comunicazione curata da Sonia Strukul

Vassilij Kandinskij Mosca 1866 – Neuilly-Sour-Seine Parigi 1944
Kandinskij ha dato vita all’ astrattismo, il primo dipinto astratto ha la sua paternità, è del 1910 per l’ esattezza un acquerello conservato al Centre Pompidou di Parigi.
Si dice che l’ arte è figlia del suo tempo non ci può essere affermazione più vera per l’ intera opera di Kandinskij, ha saputo cogliere quelli che erano i fermenti che aleggiavano tra la fine e l’ inizio di un nuovo secolo, non dimentichiamo che in quel periodo nasce la psicanalisi, prima Freud e poi Jung, si indaga sull’ animo umano, l’ inconscio, il sogno, in quegli anni vi è anche un forte interesse per l’ esoterismo, religioni fino ad allora poco conosciute, si intraprendono viaggi in territori inesplorati per cercare delle risposte che ormai i vecchi dogmi non riuscivano più a soddisfare.
Se fino ad allora gli artisti guardavano alla realtà visiva, ora il viaggio è introspettivo,emozionale,istintivo.
Goethe nella “ Teoria dei colori “ pubblicato nel 1810 teorizzava già l’ importanza del colore come benessere psico-fisico se usato in maniera consapevolmente armoniosa seguendo regole precise.
Nel 1910 Kandinskij pubblica “ Lo spirituale nell’ arte

IL Bianco (….) è come il simbolo di un mondo in cui tutti i colori,come proprietà e sostanze materiali,sono scomparsi. Questo mondo è così lontano sopra di noi che non possiamo percepire alcun suono. Di là viene un grande silenzio che, rappresentato materialmente, ci si presenta come un freddo muro insormontabile, indistruttibile, che si prolunga all’ infinito (…). E’ un silenzio che non è morto, bensì ricco di possibilità. Il suono del bianco è come un silenzio di cui all’ improvviso si riesce a capire il significato.

L’ arte si connette con l’ essenza spirituale dell’ artista, nel senso più alto alla musica, forme e colori creando un universo tracciato sulla superficie della tela da restituire al mondo.
Il legame con la musica è imprescindibile per Kandinskij molti titoli delle sue opere ne fanno riferimento.
Determinante fu l’ incontro con Arnold Schönberg, uno dei teorici del metodo dodecafonico, che gioca sulle dissonanze. Dopo un concerto che lo aveva molto colpito il 18 gennaio del 1911 scrive a Schönberg:
nelle sue opere lei ha realizzato ciò che io, in forma naturalmente indeterminata, desideravo trovare nella musica “.

In questa mostra sono raccolte 80 opere accuratamente selezionate, di grande qualità comprese tra il 1900 e il 1940 che ripercorrono i vari periodi dell’ artista, in oltre la mostra è corredata da libri in edizioni originali, documenti, fotografie d’ epoca,oltre ad opere di artisti che ne ne hanno condiviso il percorso, Gabriele Münter di cui fu anche compagna di vita oltre al sodalizio artistico, Alexej von Jawlensky, Paul Klee , Marianne von Werefkin.

La mostra inizia con un excursus sulle radici popolari russe,che stanno alla base dell’ opera di questo grande pittore.
Inizia a dipingere tardi a trent’ anni è già sposato,ha un impiego e un incarico accademico quando decide di lasciare il suo Paese si trasferisce in Germania a Monaco di Baviera per dedicarsi alla pittura ed è proprio qui che fece la sua rivoluzione.

Proseguendo il percorso espositivo vi sono incisioni , litografie, oli, in prevalenza paesaggi ancora debitori del tardo naturalismo russo.

Della tecnica incisoria dirà: “ è paragonabile alla musica “ i soggetti provengono da leggende popolari,uccelli fatati, cavalieri, cupole di chiese ortodosse.

Nel 1908 si stabilisce a Murnau, i dipinti di quegli anni si caratterizzano per grandi zone dai colori brillanti giustapposti, si avvicina alla teosofia di Rudolf Steiner ,sempre in quel periodo contribuisce a fondare La nuova associazione di artisti di Monaco di Baviera.

In uno dei dipinti esposti Destino (Muro Rosso) del 1909 sperimenta la risonanza delle sfumature cromatiche in questo caso il rosso “colore della forza sicura di sé stessa”

Addentrandoci nelle sale della mostra le opere abbandonano il figurativo approdando progressivamente all’ astratto, ecco cosa scrive illustrando la sua ricerca:
la semplificazione della forma, la stilizzazione, la liberazione della forza creativa del colore “

Chiamato non più a rappresentare ma a evocare sensazioni psicologiche, sonore e tattili si allontana sempre più da una imitazione di ciò che appare, verso una pittura assoluta.

Un’ altra tappa significativa del percorso artistico di Kandinskij è la mostra del 1911 alla galleria Thannhauser di Monaco di Baviera del neo-nato gruppo Der Blaue Reiter ( il cavaliere azzurro) di cui oltre a Kandinskij fanno parte Paul Klee, Alexej von Jawlennsky, Franz Mac, August Macke, Marianne von Werefkin e Gabriele Münter, quello che li unisce è la ricerca di una necessità interiore e il rifiuto di un accademismo incapace di toccare le corde dell’ anima, tutto questo viene ampliamente esposto nell’ almanacco del 1912 Der Blaue Reiter.

Tra il 1915e il 1917 completa la la creazione di un nuovo mondo, è approdato all’ astrattismo.
pittura senza oggetto
In un universo in cui il colore si libera della linea diventando autonomo in grado di manifestare l’ animo dell’ artista.

Con lo scoppio della guerra nel 1914 rientra in Russia, interrompe la sua ricerca tornando al figurativo, a un mondo fiabesco,un ritorno all’ infanzia.

Ma tutto sta cambiando, con l’ ascesa di Lienin le sue opere sono viste come deformazioni spiritistiche.
Rientra in Germania nel 1921, nel frattempo anche le sue opere stanno cambiando, la geometrizzazione diventa predominante.

Trova terreno fertile e il giusto clima intellettuale a Weimar alla scuola d’ arte e design Bauhaus dove tiene un corso di pittura murale e uno di teoria della forma.

In questo clima a lui favorevole come l’ araba fenice rinasce un nuovo Kandinskij che culmina con la pubblicazione nel 1926 di “Punto linea superficie” il titolo rivela molto del suo contenuto e sull’ evoluzione della sua pittura.

Nel 1933 lungimirante si trasferisce in Francia, dove si conclude la sua parabola artistica.

Nel 1937 a Monaco viene realizzata la mostra d’ arte degenerata con la quale Hitler si proponeva di condannare le nuove avanguardie artistiche, vi sono cinquanta opere di Kandinskij.

Questa mostra si propone di di ripercorrere il percorso artistico di un “ creatore di mondi” quale è stato Kandinskij, “che ha concepito e plasmato un universo visivo, nuovo e libero, che prima non esisteva”.

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Sonia Strukul 

Redazione Radici

 

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