Corridoio umanitario per far uscire i civili dalla ‘catastrofe’ di Mariupol

Corridoio umanitario per far uscire i civili dalla ‘catastrofe’ di Mariupol

Mariupol è sotto assedio delle forze armate russe da oltre un mese, la vicepremier ucraina ha parlato di “catastrofe” umanitaria: i civili rimasti in città sarebbero 100 mila, si spoteranno verso Zaporozhia

Per la prima volta questa settimana, un corridoio umanitario, per evacuare “donne, bambini e anziani”, è stato concordato oggi da Mariupol, porto dell’Ucraina sud-orientale teatro da oltre un mese di un assedio delle forze armate russe. A comunicarlo è stata la vice primo ministro di Kiev, Iryna Vereshchuk.

I CONVOGLI CON I CIVILI IN VIAGGIO VERSO ZAPOROZHIA

Stando a quanto reso noto dalla dirigente del governo, rilanciata dal quotidiano Ukrainska Pravda, è previsto che la destinazione finale della colonna di mezzi con a bordo i civili sia Zaporozhia, situata circa 200 chilometri a nord-ovest della città portuale. La vice premier ha avvertito che la situazione relativa alla sicurezza nella regione non è stabile e che quindi potrebbero verificarsi delle variazioni nel percorso seguito per il trasferimento.

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A MARIUPOL UNA CATASTROFE UMANITARIA

Vereshchuk ha definito la situazione umanitaria a Mariupol “catastrofica”. Nella città, dove prima dello scoppio del conflitto, lo scorso 24 febbraio, vivevano più di 400mila persone, sarebbero rimasti a oggi circa 100mila civili.

SI COMBATTE INTORNO ALLO STABILIMENTO DI AZOVSTAL

I combattimenti intanto si stanno concentrando attorno allo stabilimento metallurgico Azovstal. Ieri il comandante della 36esima brigata di Marina Serhiy Volynskyi ha lanciato un video-appello dalla struttura denunciando che dentro lo stabilimento vi sarebbero asserragliati “500 soldati e centinaia di civili” e chiedendo “ai leader mondiali” di facilitare “l’estrazione in un Paese terzo” delle persone bloccate. Estrazione è un termine militare che indica il trasferimento in aree sicure di civili o di unità di combattimento che si trovano in una condizione nella quale potrebbero non sopravvivere.

Sul fronte russo il vice capo del ministero dell’Informazione dell’autoproclamata repubblica filo-russa di Donetsk, Daniil Bezsonov, citato dall’agenzia russa Tass, ha affermato che almeno cinque militari ucraini avrebbero lasciato l’Azovstal per arrendersi.

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NEL DONBASS SAREBBE INIZIATA LA ‘BATTAGLIA’ FINALE

Secondo questa stessa fonte il numero di militari ucraini che hanno abbandonato le armi a Donetsk e anche nel Lugansk, regioni contese della zona orientale del Donbass, sarebbero almeno 3mila. In quest’ultima regione, fin dall’inizio fronte più caldo del conflitto, si sta osservando un’ulteriore escalation nelle ostilità. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha annunciato ieri una nuova fase dell’offensiva militare russa che intende “liberare” il Donbass dalle forze ucraine una volta per tutte. Poche ore prima il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva affermato che “la battaglia” per la regione aveva avuto inizio.

Redazione Radici

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