La Capitale celebra il carciofo romanesco

La Capitale celebra il carciofo romanesco

Di Fabrizia Ferrazzoli

ROMA – Tra i cibi eletti a icona gastronomica di Roma c’è indiscutibilmente sua maestà il carciofoDa marzo a giugno ha un posto d’onore sulla tavola romana: che sia crudo, tagliato a fettine e condito con olio e limone, ‘alla romana’, cotto a fuoco lento e condito con pangrattato, aglio, prezzemolo, pepe e tanto olio o ‘alla giudia’, fritto con il gambo in alto e bello croccante.

Così, nell’antico ghetto, dal 6 all’8 aprile, questo amore si celebra a dovere con la prima edizione del Festival del carciofo romanesco.
Non una sagra ma una vera e propria festa che coinvolge 12 dei ristoranti al Portico d’Ottavia con ricette della tradizione e interessanti rivisitazioni. Una manifestazione nata per valorizzare il ‘marchio Roma’, esaltandone le eccellenze culturali che passano, inevitabilmente, anche in cucina. Non è un caso che la capitale sia al primo posto nella classifica Tripadvisor come “Migliore destinazione del mondo per gli amanti del cibo” e che una menzione d’onore tra i piatti più recensiti ce l’abbia proprio il carciofo alla giudia.

Lo show del carciofo romanesco prende il via sulle note di Lando Fiorini con lo slogan “Semo romani ma romaneschi de più!” e una madrina d’eccezione: Mara Venier. La tre giorni porta il ‘fiore’ sulle tavole dei ristoranti, a pranzo e a cena, con menù dedicati al prezzo di 35 euro.

Il festival, promosso da Confesercenti Roma e Lazio, sponsorizzato dal CAR, centro agroalimentare di Roma, con il contributo della Camera di Commercio di Roma – Azienda speciale Agro camera e con il patrocinio del Comune di Roma, Assessorato all’agricoltura e ambiente, del Municipio Roma 1 Centro, della Regione Lazio e della Coldiretti Lazio, ha il preciso intento di rilanciare il turismo agroalimentare e il settore della ristorazione attraverso la cultura e l’identità in un piatto.

Tradizione dunque ma anche opportunità per una ripartenza economica che coinvolge imprenditori, produttori e aziende del territorio. Anche perché “La capitale ha bisogno di ristoratori che tengano alta la qualità allontanandosi dai cosiddetti menù turistici e portando in tavola prodotti la cui tracciabilità sia evidente- ha spiegato Angelo Di Porto, vicepresidente Fiepet- La ripresa deve avere inizio dalle eccellenze culinarie, ecco perché è necessario promuovere i prodotti locali, a km0 e sostenibili”.

“Il food è uno degli asset più importanti di Roma- ha ricordato l’assessore al Turismo e ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato- I turisti cercano esperienze e questo festival è un’esperienza”. “Dal momento in cui si è parlato di ripartenza- ha detto il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti- il cibo è stato al centro dell’impresa. Il cibo in Italia è una cosa importante ed è tra l’altro alla base della convivialità. Il carciofo è il re dei piatti romani ed è giusto festeggiarlo”.

L’assessora capitolina alle Politiche Agricole, Sabrina Alfonsi, ha già parlato di una seconda edizione, più grande e aperta anche alle scuole: “Conoscere la storia del carciofo è molto importante sia per i turisti che per le giovani generazioni. È necessario che si riscopra la stagionalità dei prodotti e che questo è il momento dell’anno in cui in città si mangiano carciofi. Roma è la città più verde d’Europa, la più grande città agricola, il nostro assessorato ha proprio l’obiettivo di mettere in filiera i piccoli e grandi agricoltori del territorio. Iniziative come questa, dove i protagonisti sono i nostri prodotti d’eccellenza, diventano attrattive non solo sotto il punto di vista culinario ma anche culturale”.

Due totem con la scritta: “La storia è tutta mia, gusto e fantasia, solo qui c’è la magia del carciofo alla giudia” danno il benvenuto ai visitatori nel cuore del ghetto: “Abbiamo voluto questo festival con tutte le nostre forze- ha raccontato Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti Roma e Lazio- Il primo plauso va però ai ristoratori, sono loro gli ambasciatori del gusto e con loro dobbiamo ripartire”.
I ristoranti dove assaggiare il carciofo nelle sue tante declinazioni sono: Ba’Ghetto, Nonna Betta, Pollaria, Casalino, SuGhetto, La Taverna del Ghetto, Bellacarne Kosher grill, Sheva, Il Giardino Romano, Giggetto al Portico D’Ottavia, Renato al Ghetto e Yotvata. Tutti i menù del Festival del carciofo romanesco sono sui siti: www.festivaldelcarcioforomanesco.com e www.romaincampagna.it.

Redazione Radici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.